La crisi del mattone ha colpito anche il governo di Dubai e le sue ricchezze dal momento che
Dubai World, la potente holding pubblica che controlla anche i colossi della logistica e dell’energia,
ha una passività che ammonta 59 miliardi di dollari, ovvero il 70% dell’intero debito statale, e
ha chiesto ai creditori una moratoria di sei mesi sul debito nonchè la possibilità di rinegoziare le sue posizioni in cui tra le altre cose è compreso anche un bond islamico da 3,52 miliardi della controllata Nakheel che scade il prossimo 14 dicembre.
Secondo gli esperti una simile ristrutturazione equivale ad un default, circostanza che ha fatto salire incredibilmente i credit default swap sul debito e che quindi va ad accrescere ulteriormente il rischio di insolvenza.