
La distribuzione del Prestito Convertendo avverrà nell’arco temporale che va dal 2009 al 2013 ed il convertendo a 6,5% sarà abbinato a warrant di azioni ordinarie di Banca Popolare di Milano.
La distribuzione del Prestito Convertendo avverrà nell’arco temporale che va dal 2009 al 2013 ed il convertendo a 6,5% sarà abbinato a warrant di azioni ordinarie di Banca Popolare di Milano.
L’obiettivo di questa iniziativa è quello di far fronte alle esigenze di base dei cittadini e di favorire l’inclusione finanziaria di circa 8 milioni di consumatori italiani agevolando l’accesso ai servizi per quelle fasce di clientela definite più deboli, ovvero gli anziani, i protestati, gli immigrati e i soggetti senza storia creditizia.
Prima della notizia entrambe le sponde dell’Atlantico, la Banca centrale europea da una parte e la Federal Reserve dall’altra, stavano pensando a quando e come eliminare il supporto e gli aiuti concessi alle banche, ma la sensazione è che ora questa non sia più una priorità , anche se la notizia di Dubai secondo gli esperti è stata recepita in maniera di diversa dalle due banche centrali.
Ubs minaccia di spostare i due quartieri generali di Basilea e Zurigo all’estero nel caso le autorità della Svizzera introducessero nuovi e stringenti vincoli alle attività delle banche.
Sarebbe uscita proprio dall’interno di Ubs questa notizia, come riporta il giornale sarebbe stato proprio l’Amministratore Delegato della società , Oswald Gruebel, a comunicare l’intenzione del gruppo di uscire dai confini nazionali, se le autorità chiederanno effettivamente agli istituti di credito di trasformarsi in holding.
L’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Corrado Passera, si è detto non stupito per le stime del presidente dell’Abi affermando che si tratta di dati che sebbene abbiano ad oggetto delle cifre piuttosto importanti sono comunque in linea con le previsioni.
Nella giornata di oggi le borse europee sono in lieve miglioramento mentre le borse asiatiche hanno fatto registrare anche oggi pesanti cali, il peggiore la borsa di Hong Kong che ha perso oltre il 5%. Le banche europee sono esposte per il fondo Dubai World per circa 40 miliardi anche se la quota più grossa è detenuta dalle banche inglesi.
Secondo gli esperti una simile ristrutturazione equivale ad un default, circostanza che ha fatto salire incredibilmente i credit default swap sul debito e che quindi va ad accrescere ulteriormente il rischio di insolvenza.
Come sappiamo la crisi è partita in seguito ai cosiddetti mutui subprime, ma a tirare fuori dalla crisi molte altre aziende e nazioni è stato proprio questo settore, che è riuscito a salire notevolmente dopo aver toccato i minimi lo scorso mese di marzo.
Non dobbiamo farci ingannare però, infatti questi rialzi non significano moltissimo, o almeno, non significano che la crisi sia passata, infatti bisogna sempre rimanere in guardia.
A rivelarlo è stato il presidente della Compagnia, Angelo Benessia, il quale ha affermato che nel 2009 tra i proventi della gestione del patrimonio non è stato possibile erogare un dividendo ma ha aggiunto che nel 2010 la situazione sarà diversa, sebbene gli azionisti dovranno accontentarsi di un importo piuttosto basso.
Nella giornata di ieri le candele giapponesi ci hanno mostrato una candela verde in chiusura a 5,315 euro recuperando così i minimi avuti durante la settimana scorsa. Gli scambi continuano ad essere in calo ed il trend è ribassista nel brevissimo termine. Si ipotizza un BUY solamente al superamento dei 5,5 euro per azione.
L’amministratore delegato di Banca Generali, Giorgio Girelli, ha affermato che la decisione di procedere alla fusione risponde a esigenze sia di efficacia che di efficienza, Banca Generali è infatti un brand che è riuscito a conservare un fortissimo valore nonostante il momento economico e finanziario particolarmente difficile, in Italia nel settore dei servizi finanziari Generali occupa una posizione da leadership quindi il suo utilizzo rappresenta un enorme vantaggio.
Il presidente dell’Associazione ha sottolineato soprattutto la crescita delle sofferenze del sistema bancario che sta caratterizzando il settore già da diversi mesi, a settembre 2009 le sofferenze intese al lordo sono state di 55 miliardi di euro, in crescita del 25% su base annua.
Il motivo della decisone di dar vita ad un nuovo piano industriale è quello di fornire al management del Gruppo nuovi obiettivi dal momento che quelli che c’erano sono già stati tutti raggiunti.