Blacklist Consob si allarga a 19 società

Tutte le aziende quotata a Piazza Affari in qualsiasi segmento devono, per legge, presentare trimestralmente, tramite un’accurata relazione contabile, la propria situazione finanziaria nonché l’andamento passato, presente e futuro del proprio business. 

â–º SEAT PAGINE GIALLE NELLA BLACKLIST DELLA CONSOB

La relazione trimestrale, dunque, si configura quale un ottima fotografia del presente che, però ed ovviamente, tiene conto sia del passato che del, possibile, futuro.

Esistono realtà, però, e i motivi sono dei più svariati, che si trovano a vivere dei periodi tutt’altro che positivi con una posizione finanziaria netta decisamente negative.

â–º PROROGATO IL DIVIETO DI VENDITE ALLO SCOPERTO

Queste società, che attualmente sono 19, entrano automaticamente a far parte della cosiddetta Blacklist della Consob, ovverosia la lista nera creata dall’importante istituto di vigilanza, che, appunto, elenca le suddette società e le obbliga a presentare mensilmente, e non già trimestralmente, una dettagliata relazione contabile.

Crisi peggiore del post-Lehman

Secondo Attilio Ventura, già presidente della Borsa nel periodo compreso tra il 1988 ed il 1992, la crisi che ha colpito il debito pubblico dell’Eurozona, come dimostrato dai continui downgrade cui vengono sottoposti i peggiori Paesi europei (tra i quali rientra, secondo Standard&Poor’s, Moody’s e Fitch, anche l’Italia) sarebbe addirittura peggiore di quella seguita al crack Lehman l’evento che, nel 2008, causò la perdita di oltre 900 miliardi di dollari in brevissimo tempo.

Non lo strascico di quella crisi, dunque, bensì una nuova crisi, consequenziale a quella e, appunto secondo Ventura, addirittura peggiore sarebbe quella che il mondo si ritroverebbe oggi a vivere.

Con un risvolto, però, decisamente positivista.

Moody’s taglia anche le banche e le industrie

Davamo notizia, soltanto ieri, del downgrade operato da Moody’s ai danni del rating dell’Italia.

Martedì sera, infatti, la valutazione sul debito sovrano italiano, che Moody’s non revisionava, a differenza di Fitch e Standard&Poor’s, da circa un quinquennio, è stata tagliata di ben tre punti, da Aa2 ad A2, permanendo comunque in zona Investment Grade e ben lontano da ogni possibile ipotesi di default.

RATING ITALIA TAGLIATO DA MOODY’S

3.000 miliardi per salvare l’euro

Nessuno nega, ormai, che l’Europa, o per lo meno una parte di essa (individuabile in Portogallo, Irlanda e Grecia), sia al collasso.

La domanda che circola sulle bocche dei più importanti manager mondiali nonché dei governanti delle più eminenti istituzioni internazionali, non è più quella sul possibile default della Grecia e sulle migliori strategie per evitare il tracollo dell’economia ellenica.

POSSIBILE DEFAULT SISTEMA BANCARIO EUROPEO

Standard&Poor’s colpisce anche i comparti assicurativo ed energetico

Il pericolo del downgrade dell’Italia, annunciato a viva voce nel corso della scorsa settimana, si è infaustamente verificato. Ad effettuarlo, però, non è stata l’agenzia di rating Moody’s che, come annunciato, si prenderà un ulteriore mesetto per decidere le nostri sorti, bensì Standard&Poor’s che, martedì, ha tagliato il rating dell’Italia da A+ ad A e per giunta con outlook negativo.

Possibile default sistema bancario europeo

Secondo alcuni importanti analisti, finanziatori, investitori, il sistema bancario europeo sarebbe prossimo al collasso. Saremmo, infatti, in una fase di marcato risk-off nella quale sarebbe sconsigliabile prendersi il benché minimo rischio sui mercati finanziari poiché, senza un’adeguata sistemazione, anche e soprattutto a livello politico-istituzionale, del sistema economico, si andrebbe incontro al contagio globale della crisi delle banche europee con molte più probabilità rispetto a quelle registrate ai tempi del crack Lehman.

Gli occhi di tutti, dunque, dovrebbero venir puntati sulle decisioni di Angela Merkel e, in parte, di Nicolas Sarkozy.

Operazione Twist da 400 miliardi della Federal Reserve

Il Federal Open Market Commitee della Federal Reserve (la banca centrale statunitense), dopo ben 2 giorni di riunioni, anali e consulti, avrebbe deciso di avviare un’operazione, denominata in gergo twisting of funds, che dovrebbe portare l’organismo a vendere, entro giugno 2012, 400 miliardi di dollari di titoli di Stato con scadenza inferiore ai 3 anni per poterne acquistare altrettanti a lunga scadenza (6 – 30 anni).

MEETING ANNUALE DEI BANCHIERI CENTRALI

UniCredit taglia utilities italiane

UniCredit torna a fare i conti con la Robin Hood Tax sull’energia prendendo in considerazione proprio alcune delle più importanti utilities italiane.

Il creditwatch, congiuntamente alla revisione al ribasso delle quotazioni delle società italiane dell’energia attive a Piazza Affari, con conseguente declassamento e taglio del target price si è reso necessario, secondo il report ufficiale con il quale gli esperti di UniCredit hanno dato i voti, a causa dell’impatto, sicuramente negativo, che il provvedimento contenuto nel testo del decreto legge 13 agosto 2011 n°138, ovverosia la manovra finanziaria 2011, avrà sui conti  delle aziende del comparto.

Sprint del titolo Fiat a Piazza Affari

Il titolo Fiat nella seduta di martedì ha chiuso in rialzo del 7,16% a quota 4,308 euro per azione, in seguito alle dichiarazioni rilasciate dall’Amministratore Delegato Sergio Marchionne, il quale ha posto come obiettivo per l’azienda quello di creare un sistema industriale sostenibile e portare a pareggio entro il 2014 le operazioni industriali in Europa.

Per l’anno in corso è stato tutto confermato, con un contributo da parte di Chrysler nei conti per gli ultimi sette mesi con fatturato a oltre 58 miliardi, trading profit di 2,1 miliardi e utile netto reported a 1,7 miliardi, mentre il capex sarà di 5,5 miliardi, il debito netto industriale di 5-5,5 miliardi e la liquidità di 18 miliardi.

Nuovo piano anticrisi USA

Rating dell’Italia tagliato da Standard&Poor’s. Molti giornali titolavano così le prime pagine di oggi. Certamente la notizia non ci rallegra ma, se si volesse trarre una lezione dalla vita e dalla finanza, sarebbe quella che, nel mondo, c’è chi sta messo peggio di noi.

Gli Stati Uniti, per esempio. Una volta considerati una della più importanti economie del globo oggi costretti a ricorrere ad ingenti piani anticrisi per cercare di salvare il salvabile.

IL DISCORSO DI BARACK OBAMA DA 300 MILIARDI

Le banche centrali spingono i mercati al rialzo

Grazie all’intervento congiunto delle principali banche centrali mondiali, i mercati finanziari ieri hanno fatto registrare la terza giornata consecutiva di rialzi. Oltre al supporto delle banche centrali per gli istituti di credito sono arrivate anche dichiarazioni positive dalla Germania sulla situazione della Grecia.

La Banca centrale europea, la Federal Reserve, la Bank of England, la Bank of Japan e la Swiss National Bank hanno previsto operazioni di immissione di liquidità in dollari con scadenza a 3 mesi per coprire il periodo fino al termine del 2012. Sostanzialmente si tratterà di aste di rifinanziamento in cambio di collaterale, a tasso fisso con assegnazione completa.

Come affrontare la Robin Hood Tax

ENEL, la principale azienda italiana fornitrice di energia elettrica, avrebbe affermato che la Robin Hood Tax potrebbe incidere, considerando il triennio 2011-2013, per ben 1 miliardo di euro.

Per tre anni,  infatti, così come previsto dalla manovra finanziaria 2011 approvata con fiducia nella giornata di ieri presso la Camera dei Deputati, il prelievo fiscale imposto alle compagnie elettriche aumenterà di 4 punti percentuali, passando dal 6,5 al 10,5%.

IMPATTO ROBIN HOOD TAX SU DIVIDENDI ED INVESTIMENTI ENEL