
Secondo il Fmi, infatti, nel corso di questa ripresa bisognerà affrontare e superare numerosi ostacoli, primo tra tutti quello relativo alla disoccupazione che si prevede crescerà notevolmente nei prossimi mesi.
Secondo il Fmi, infatti, nel corso di questa ripresa bisognerà affrontare e superare numerosi ostacoli, primo tra tutti quello relativo alla disoccupazione che si prevede crescerà notevolmente nei prossimi mesi.
La revisione di 600 miliardi deriva dal fatto che la situazione finanziaria risulta essere migliorata e i segnali della ripresa economica sono evidenti. Nonostante questo, tuttavia, Il Fmi ha affermato che il rischio generale resta alto e ancora più elevato è il rischio di ricadute.
La mancanza di incentivi, secondo l’amministratore delegato Fiat, comporterebbe infatti una riduzione drastica delle vendite e la chiusura degli stabilimenti, accompagnata da licenziamenti e da tutte le conseguenze del caso.
In relazione ai risultati ottenuti nei mesi passati si prevede quindi un aumento percentuale ad una cifra. Ovviamente si tratta solo di previsioni, per capire se queste saranno in linea con i risultati reali occorrerà attendere il 1 ottobre, quando il Ministero dei Trasporti diffonderà i dati ufficiali relativi alle immatricolazioni di settembre.
A spingere in alto il titolo è stata soprattutto la valutazione di Ubs che ha confermato la raccomandazione neutral ma al contempo ha alzato il target price a 0,38 euro da 0,28, un prezzo che implica uno sconto sul Nav del 20% rispetto al precedente 25-30%, una correzione che, secondo Marco Tronchetti Provera, è dovuta a un migliore profilo di rischio e alla maggior probabilità di un ritorno alla distribuzione del dividendo.
Secondo Mandelson, infatti, l’attuale piano prevede 4,5 miliardi di euro di aiuti da parte del governo tedesco e degli altri governi europei dove Opel possiede degli impianti, per un costo complessivo che supera di 1,3 miliardi l’offerta di Rhj e 2 miliardi in più rispetto all’intervento di salvataggio che avrebbe lasciato la società nelle mani di General Motors.
Tra i piani di Magna, inoltre, rientra anche la chiusura dell’impianto di Antwerp in Belgio che comporterà il licenziamento di 2.517 lavoratori. Altri 2.090 posti saranno persi in Spagna, 1.373 nell’impianto britannico della Vauxhall e 437 posti in Polonia.
Una delle proposte più interessanti e particolari che saranno portate al G20 è del presidente francese Sarkozy, il quale proporrà l’introduzione della cosiddetta Tobin Tax, che non è nient’altro che una tassa internazionale da applicare ad ogni transazione finanziaria.
All’assemblea straordinaria, inoltre, verrà sottoposta l’approvazione della proposta di modifica dell’art. 5 dello statuto sociale, ovvero l’eliminazione del riferimento al valore nominale espresso delle azioni ordinari.
Fiat, in particolare, prevede di vendere insieme a Chrysler circa 6 milioni di veicoli. Ad affermarlo è stato l’amministratore delegato Sergio Marchionne che ha raggiunto oggi lo stand Fiat al Salone di Francoforte dove ha spiegato che quello relativo alla vendita di circa 6 milioni di veicoli è un qualcosa di assolutamente necessario per creare un gruppo che sia in grado di sopravvivere nel prossimo decennio.
Certo, è noto che nel corso del primo semestre dell’anno la casa del cavallino rampante ha registrato un calo dell’8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno ma bisogna tuttavia tenere conto del fatto che il primo semestre del 2008 è stato un semestre senza precedente, il migliore in tutta la storia della Ferrari. Il 2008, infatti, è stato per Ferrari un anno record sotto tutti i punti vista, sia per le vendite, sia per il fatturato che per la marginalità .
I più gettonati sono i Cinturato P6 e Cinturato P7, che vanno ad equipaggiare moltissime auto, ma anche i Pirelli Pzero Collection sono presenti, montati sulle super-car, aumentandone così ancora la visibilità .
Il numero uno del Fmi, infatti, ha spiegato che anche se la crisi economica ha allentato la presa e hanno iniziato a manifestarsi i primi segnali della ripresa economica bisogna comunque tenere ben presente il fatto che la crisi non è stata definitivamente sconfitta e che i suoi effetti continuano a danneggiare l’economia.
Nel Beige Book, che viene rilasciato ogni sei settimane, viene anche però fatto notare come cinque banche abbiano messo in evidenza segnali di miglioramento, però seconda la Fed la congiuntura deve ancora mostrare una maggiore crescita.