
Ieri il titolo a Piazza Affari ha chiuso la seduta in calo dello 0,42% a quota 4,17 euro per azione, nel contesto però di un mercato che complessivamente ha fatto molto peggio.
Ieri il titolo a Piazza Affari ha chiuso la seduta in calo dello 0,42% a quota 4,17 euro per azione, nel contesto però di un mercato che complessivamente ha fatto molto peggio.
Il titolo ha poi subito raggiunto 4,22-4,23 euro, salvo poi chiudere la seduta del venerdì a quota 4,1975 euro, in rialzo dello 0,42%, infatti come suggeriscono gli esperti, ora il titolo avrà bisogno di una nuova fase di consolidamento prima di poter ripartire verso valori più alti.
Luigi Ferraris, direttore finanziario di Enel, ha però dichiarato di essere comunque fiducioso sulla riuscita effettiva di questa manovra, confermando che verrà portata a termine entro la prima metà del prossimo anno. Il valore di cessione della rete ad alta tensione è stimato in un miliardo di euro.
Al momento, infatti, il dubbio riguardava esclusivamente la consistenza, il fatto che nella prima parte del 2010 ci sarebbe stata un’emissione destinata ai piccoli risparmiatori è un qualcosa che era già stato anticipato lo scorso novembre quando erano stati comunicati i risultati ottenuti nei primi nove mesi dell’anno.
BofA Merrill Lynch ha infatti abbassato il rating sul titolo energetico italiano da neutral ad underperform, portandone il target price a 3,90 euro, dai 4,20 euro precedenti.
L’ipotesi di fusione tra Edison e A2A è quasi tramontata, anche se l’idea piaceva molto ai francesi di EDF e questa ipotesi poteva creare un polo pericoloso poichè Edf ed Enel stanno già giocando insieme la partita per il nucleare che esclude appunto A2A che ha lanciato da poco l’emissione di un bond da un miliardo.
Morgan Stanley propone un giudizio Underwight su Enel, con target price di 3,70 euro.
Twice Research vede come un buon acquisto, perciò rating Buy, su CSP International, e gli assegna un prezzo obiettivo di 1,10 euro.
Il titolo Enel sembra essersi fermato a quota 4,1 euro, senza riuscire a mettere a segno l’allungo decisivo per andare a superare la resistenza di breve che è posta a 4,2 euro.
L’Ebidta è pari a 12,48 miliardi in aumento dell’11,2% su base annua, l’Ebit è pari a 8,82 miliardi segnando +12,6% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Il risultato netto di Enel è di 4,71 miliardi di euro, in calo del 2,1% se confrontato con lo stesso periodo del 2008.
In fin dei conti si tratta di un’obbligazione da 3 miliardi di dollari che verrà suddivisa in 3 tranche da 5, 10 e 30 anni. L’unico particolare che manca ancora all’appello è il pricing dell’intera operazione.
Per costruire questi impianti ci sono volute più di 300 persone ed i lavori sono durati più di due anni (iniziati nel 2007).
L’operazione, che sempre secondo quanto riportato dal quotidiano potrebbe essere attuata entro tempi brevi, appare perfettamente in linea con quanto detto all’inizio di settembre dall’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti il quale ha affermato che il gruppo stava valutando diverse emissioni non solo in euro, ma anche in sterline e in dollari.
La notizia è stata diffusa attraverso un comunicato in cui viene specificato che 626,5 milioni di dollari dell’esborso totale sono di competenza di Enel. Gazprom ha già versato la prima quota di 384 milioni di dollari, cifra di cui Enel ha incassato 153,5 milioni, mentre la seconda parte del corripettivo verrà versata entro marzo 2010.