
Il titolo del Lingotto ha trovato un importante spazio di allungo ed ora ci sarà il decisivo test di quota 6,50 euro per azione.
Il titolo del Lingotto ha trovato un importante spazio di allungo ed ora ci sarà il decisivo test di quota 6,50 euro per azione.
Un funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione russa così come una fonte vicina alla casa russa hanno riferito quanto scritto sopra al quotidiano Vedomosti.
Al 31 dicembre 2010 l’indebitamento netto della società si è ridotto a 2,4 miliardi euro, rispetto ai 4,4 miliardi di euro registrati alla fine 2009, un risultato reso possibile soprattutto grazie alla performance operativa positiva realizzata in tutti i segmenti di business.
La controllata americana di Fiat Industrial, in particolare, nel corso dell’ultimo trimestre 2010 ha registrato un utile per azione pari a 0,87 dollari a fronte di un utile netto a 209 milioni di dollari. I ricavi sono risultati pari a 4,055 miliardi.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di declassare la quotazione della casa automobilistica torinese alla luce del fatto che nel corso dell’ultimo periodo ha sovraperformato l’intero settore, per cui i fattori positivi degli ultimi mesi sono già scontati nell’attuale valutazione del titolo.
Il gruppo del Lingotto ha dichiarato che con il raggiungimento del primo Performance Events è scattato in automatico l’aumento della quota di partecipazione.
La giornata è stata anche contrassegnata da problemi tecnici relativi proprio allo spin off, che hanno fatto sospendere le contrattazioni per buona parte della mattinata.
Tuttavia rimane positivo per il titolo del Lingotto il quadro di breve termine anche se prima di un nuovo tentativo di balzo in avanti servirà quasi certamente una fase laterale di consolidamento, che potrà verificarsi sopra quota 14,4-14,35 euro per azione.
Tuttavia, come dichiarato anche dallo stesso amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, il quale è rimasto possibilista su questa opzione, la joint venture con Chrysler deve rimanere fuori da Confindustria.
Anche Fiat, dunque, si è accorta dell’importanza che sta progressivamente acquistando la borsa cinese, tanto che una vasto gruppo di analisti è addirittura arrivato ad ipotizzare che tra qualche anno la più importante borsa mondiale non sarà più Wall Street ma Hong Kong.
Secondo quanto riportato dal Financial Times Deutscheland, che cita come fonte l’ex manager Fiat Walter de Silva oggi responsabile del settore design del gruppo Volkswagen, una delegazione della casa di Wolfsburg avrebbe incontrato a Milano il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, per un possibile acquisto dell’ex impianto Alfa ad Arese.
Il titolo del Lingotto è riuscito così a portare a termine un importante rialzo che si è concluso in zona 13,8 euro per azione, con un massimo raggiunto precisamente a quota 13,81 euro per azione.
La decisione è stata comunicata mediante una nota in cui Morgan Stanley ha detto di essere certa che le capacità del management riusciranno a incrementare in maniera significativa il valore del gruppo, bilanciando così i rischi di breve termine sull’utile.
L’utile della gestione ordinaria ha raggiunto quota 586 milioni di euro rispetto ai 308 milioni di euro registrati nel terzo trimestre 2009, mentre l’utile netto si è attestato a 190 milioni di euro dai 25 milioni di euro del terzo trimestre 2009.