Studio sulla crisi finanziaria

congresso americano

Il Congresso degli Stati Uniti ha nominato una commissione formata da ex parlamentari ed esperti di politica per capire le cause della crisi finanziaria di questo millennio al fine di evitare in futuro il ripetersi di simili crack.

Sono chiaramente sfociate le polemiche sulla vicenda poichè questa commissione dovrà fornire i propri risultati al presidente Barack Obama e al Congresso entro il 15 dicembre 2010 ovvero 3 anni dopo l’inizio della crisi che ha colpito mezzo mondo.

Previsioni quotazione oro 2010

lingotto di oro

Aggiornamento: analisi del prezzo dell’oro.

Nell’ultima seduta il prezzo dell’oro ha toccato il suo massimo storico arrivando a sfiorare, nella quotazione in dollari, i 1070 dollari l’oncia. Nella seduta dell’8 di ottobre il prezzo dell’oro ha raggiunto il suo massimo storico, per poi salire ancora nella giornata di ieri.

E’ chiaro che una simile quotazione si rispecchia nell’andamento del dollaro che continua nella fase di discesa arrivando a toccare 1,48 dollaro nei confronti dell’euro quotazione che non si verificava da agosto 2008.

Obama presenta il progetto di riforma del sistema finanziario

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La crisi economica non è ancora finita ma il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama sta già mettendo in atto tutte le misure per evitare il ripetersi di un simile fenomeno che è stato capace di mettere in ginocchio l’intero sistema economico mondiale.

Dopo questa crisi, in realtà, tutti i governi hanno auspicato una riforma del sistema finanziario ma Obama ha deciso di passare immediatamente ai fatti e di giocare d’anticipo. Già mercoledì, infatti, Obama presenterà al Congresso il suo progetto di riordino del sistema di regolamentazione e controllo del settore finanziario.

Accordo Fiat-Chrysler: Obama è fiducioso

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Ormai siamo alle battute finali di questo matrimonio che sembra in dirittura d’arrivo, l’alleanza tra Chrysler e Fiat sembra cosa fatta. Mancano solo gli ultimi particolari da definire entro la giornata di oggi.

Pure il nuovo presidente americano Barack Obama si mostra molto fiducioso riguardo questa intesa tra i due colossi dell’auto italiana e statunitense. La giornata odierna fissa il termine ultimo per presentare l’accordo.

Parlando alla sua conferenza per celebrare i primi 100 giorni di presidenza, Obama ha affermato: “Sono realmente molto fiducioso, sono più fiducioso di quanto non lo fossi un mese fa quindi credo che troveremo una soluzione per dare una nuova vita a Chrysler.”

Chiuso l’accordo tra Chrysler e Fiat

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L’ultimatum che Barack Obama ha lanciato a Chrysler ha sortito senza dubbio i suoi effetti. Come ricordiamo, infatti, il presidente degli Stati Uniti aveva condizionato gli aiuti richiesti dalla casa automobilistica americana alla sottoscrizione dell’accordo tra Chrysler e Fiat, accordo che prevedeva una partecipazione del 35% di Fiat in cambio dell’apporto di nuove tecnologie atte a rendere le vetture Chrysler più competitive e in grado di far si che l’azienda riesca ad evitare il fallimento e ad uscire dalla crisi, nonchè a riconquistare una fetta consistente del mercato automobilistico.

I 30 giorni di tempo concessi da Barack Obama, tuttavia, si sono rivelati più che superflui. Chrysler, infatti, ha reso noto di aver sottoscritto l’accordo con Fiat e anche se alcuni dettagli devono essere ancora perfezionati il più è stato già deciso.

Obama respinge i piani presentati da Chrysler e General Motors

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Per i colossi automobilistici americani gli aiuti statali sembrano allontanarsi sembra di più. La task force designata dal presidente Barack Obama, infatti, ha bocciato il piano di ristrutturazione prospettato da Chrysler e General Motors definendolo assolutamente incapace di garantire alle due aziende un risanamento della loro situazione finanziaria.

Il piano di recupero di General Motors, in particolare, prevede una richiesta di ulteriori 16,6 miliardi oltre ai 13,4 già incassati e, allo stesso tempo, prevede un drastico taglio dei costi, ossia il licenziamento di 47.000 posti di lavoro, la chiusura di diversi impianti, e la vendita di alcuni marchi come Saturn e Hummer.

General Motors registra perdite per 9,6 miliardi di dollari

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General Motors ha reso noto di aver registrato una perdita di circa 9,6 miliardi di dollari durante l’ultimo trimestre del 2008. La notizia arriva all’indomani del primo discorso tenuto da Barack Obama dinanzi al Congresso a camere riunite, discorso in cui il Presidente degli Stati Uniti ha affermato che non ha alcuna intenzione di abbandonare il settore automobilistico ma, al contrario, di essere pronto a fornire il sostegno del governo soprattutto per tutelare le migliaia di lavoratori dipendenti delle aziende automobilistiche.

La perdita registrata da General Motors nell’ultimo trimestre del 2008, se sommata a quelle registrate nella restante parte dell’anno, raggiunge un ammontare complessivo di 30,9 miliardi di dollari, una perdita piuttosto grave ma comunque migliore rispetto a quella relativa al 2007, anno in cui la casa automobilistica di Detroit aveva registrato perdite per un ammontare di 43 miliardi di dollari.

Obama promette sostegno per il settore auto

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Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama, durante il suo primo e attesissimo discorso tenuto ieri dinanzi al Congresso, ha confermato che il suo programma economico non prevede l’abbandono del settore auto. Quello che, in realtà, spinge Obama ad aiutare l’industria automobilistica non è affatto la convinzione che le varie case costruttrici meritino l’aiuto del governo per rimanere in vita, bensì i numerosi lavoratori dipendenti che perderebbe il loro posto di lavoro in caso di fallimento delle varie aziende.

Obama, infatti, ha sottolineato che la sua azione non è affatto finalizzata a correggere gli errori che il settore automobilistico ha commesso in passato ma, bensì, a tutelare i milioni di lavoratori che rimarrebbero senza lavoro e non sarebbero più in grado di fornire sostegno economico alle proprie famiglie.

Il negativo delle borse europee danno forza al dollaro

Un’altra giornata negativa per le borse europee ha portato a nuovi rafforzamenti di USD e JPY che hanno visto forti rialzi nei confronti della maggior parte delle valute salvo il GBP. Il motivo del crollo delle borse nella giornata di ieri può essere legato alle notizie uscite da Moody che ha dichiarato che il sistema bancario dell’Europa orientale sta diventando molto vulnerabile e il rischio di contagio per le banche dell’Europa occidentale con attività anche nell’est Europa è molto elevato.

In questo contesto molte istituzioni finanziarie potrebbero subire delle riduzioni nei rating. Neanche l’approvazione del piano di stimolo fiscale da parte del Presidente Obama, che ieri ha firmato il piano da 787 miliardi di dollari, ha avuto l’effetto di far recuperare il mercato azionario e rimangono molti dubbi sulla risoluzione della situazione attuale. Tra le notizie pubblicate ieri bisogna sottolineare il crollo del New York Fed Survey che ha segnato un crollo senza precedenti scendendo ben al di sotto delle aspettative e indicando che il settore manifatturiero vive un momentaccio.

Oggi si insedia Obama: come varia la borsa?

barack obama dopo le elezioni

Ed é arrivato finalmente il giorno di Obama. Oggi ci sará l’inauguration day e inizierá ufficialmente Il nuovo corso. Tale evento potrebbe avere degli effetti sulle quotazioni del dollaro che potrebbe giovare dall’inizio di una nuova stagione.

La chiusura delle contrattazioni nel mercato azionario di ieri non ha influenzato l’andamento delle quotazioni sul mercato valutario che ha risentito delle notizie provenienti dai mercati Europei ed in particolar modo dal Regno Unito portando a grandissimi rialzi di dollaro e Yen. La notizia piú imporante della giornata é stata senza dubbio quella relativa alla Royal Bank of Scotland che ha fatto registrare una perdita annuale record (28 Miliardi di GBP) e facendo cosi volare le quotazioni del dollaro che ha guadagnato rispetto all’Euro e al Gbp. Come anticipavamo nei giorni precedenti l’avversione al rischio torna a dominare i mercati e le valute rifugio ne beneficiano.

Stati Uniti: raggiunto un livello di disoccupazione record

Negli Stati Uniti, durante il mese di Dicembre, il tasso di disoccupazione è salito del 7,2%, il margine più alto raggiunto negli ultimi 16 anni. Durante il 2008, infatti, sono stati persi circa 2,6 milioni di posti di lavoro di cui 524.000 solo durante il mese di Dicembre.