Il piano di recupero proposto da Ford, Chrysler e General Motors

Chrysler, Ford e General Motors, come gli era stato chiesto, hanno presentanto al Congresso il loro piano di utilizzo del finanziamento richiesto il mese scorso al governo americano per evitare il fallimento. Il piano di recupero proposto dalle tre case automobilistiche, in sostanza, prevede di recuperare il debito investendo in tecnologie a basso impatto ambientale.

La grave crisi economica, infatti, ha portato una notevole riduzione delle vendite: Ford, ad esempio, durante il mese di Novembre ha venduto il 31% di veicoli in meno rispetto allo stesso mese dello scorso anno. General Motors, invece, facendo lo stesso paragone, ha venduto il 41% in meno dei veicoli mentre Chrysler il 47%.

Le previsioni economiche dell’ONU per il 2009

Le Nazioni Unite hanno affermato che, dopo la grande crisi, l’economia mondiale deve prepararsi a vivere e ad affrontare una delle più grandi recesssioni mai verificatesi. Nonostante le varie misure e i vari aiuti che i capi dei vari Stati hanno intrapreso, infatti, sembra praticamente impossibile un immediato recupero.

Le Nazioni Unite hanno previsto una riduzione di circa l’1,5% per i paesi sviluppati. Ma, tuttavia, la preoccupazione più grande riguarda i paesi in via di sviluppo per la cui economia è prevista una riduzione di circa il 2,7% e, inoltre, una riduzione del reddito procapite durante il 2009.

Purtroppo il rallentamento della crescita nei paesi più poveri causerà, sicuramente, la vanificazione dei vari progressi per riduzione della povertà, faticosamente compiuti in questi paesi nel corso degli ultimi anni.

Panasonic attende un calo di utili

Panasonic, il più grande produttore mondiale di televisori al plasma, ha tagliato del 90% le sue previsioni sull’utile annuo, a causa della persistente crisi economica mondiale. Alla luce di queste nuove previsioni, quindi, la società si aspetta un utile di circa 315 milioni di dollari per la fine di Marzo 2009. Panasonic, inoltre, ha anche ridotto la sua previsione di vendite del 7,6%.

Questa nuova prospettiva della società si colloca ben al di sotto delle aspettative di mercato e, infatti, ha sorpreso notevolmente gli investitori che ritenevano Panasonic sufficientemente in grado di far fronte al rallentamento economico globale per la sua efficiente struttura produttiva.

Barroso invita l’Unione Europea a spendere

Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, ha affermato che per far fronte alla recessione, che ha ormai travolto l’intera Europa, occorre che i capi dei 27 Stati membri dell’Unione Europea spendano e investano quanto più possibile per far sì che i cittadini abbia più soldi a disposizione.

Questo monito rientra nel cosidetto “European Recovery Action Plan” in base al quale è necessario che questa mossa venga attuata contemporaneamente da tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, per far si che l’effetto voluto risulti tempestivo ed efficace.

I dettagli del piano, tuttavia, non sono ancora stati rivelati, e non si è riuscito a capire di quanti soldi si stia parlando. Si vocifera che ad ogni Stato Membro sarà richiesto di aumentare il proprio PIL annuo di almeno l’1%, il che potrebbe rivelarsi molto difficile soprattutto per paesi come la Spagna e l’Irlanda che sono già in debito.

BHP Billiton abbandona l’offerta formulata a Rio Tinto

BHP Billiton, la più grande compagnia mineraria del mondo, ha ritirato la sua offerta, formulata circa un anno fà, al fine di acquisire una delle sue principali compagnie rivali, la Rio Tinto, affermando che, al momento, l’instabilità dei mercati finanziari e le incertezze relative alle prospettive economiche globali non coincidono con gli interessi dei propri azionisti.

La decisione improvvisa e inaspettata di BHP rappresenta uno dei principali esempi di come la crisi economica mondiale possa riflettersi sui piani di ampliamente delle aziende e, quindi, frenare ulteriormente l’economia.

Se l’offerta, che ammontava a circa 147 miliardi di dollari, non fosse stata ritirata e l’idea iniziale fosse andata in porto, avremmo assistito ad una delle più grandi fusioni, trattandosi due due colossi societari.

Citigroup riceve aiuti dal governo americano

Il governo americano ha annunciato un piano di salvataggio a favore del colosso bancario Citigroup quantificato in 20 miliardi di dollari, che verranno impiegati per l’acquisto di azioni dell’azienda. Tale manovra arriva dopo che, appena il mese scorso, alla banca erano stati concessi circa 25 miliardi di dollari prelevati dai fondi pubblici.

La società, a causa della crisi finanziaria globale, ha perso diversi miliardi di dollari e ha registrato un guadagno di circa il 60% in meno rispetto all’anno precedente. La scorsa settimana, inoltre, la società ha annunciato un taglio di circa 52.000 di posti di lavoro in tutto il mondo.

La risposta del governo alle richieste di Ford, Chrysler e General Motors

Le tre principali case automobilistiche americane (Ford, Chrysler e General Motors), come già si è appreso nei giorni scorsi, avevano richiesto al governo americano un aiuto quantificato in circa 25 miliardi di dollari.

Oggi è arrivata la risposta del governo il quale ha affermato che se le tre aziende intendono ottenere un finanziamento devono presentare, entro il 2 Dicembre, un convincente piano di recupero.

Dana Perino, portavoce della Casa Bianca, ha affermato che il Presidente Bush è più che disposto a concedere l’aiuto richiesto dalle case automobilistiche e che, per questo motivo, cercherà di incoraggiare il Congresso a farlo al più presto. Il Presidente, per concedere questo prestito, conta di prelevare i soldi necessari dal Dipartimento per l’Energia, che era stato originariamente istituito per finanziare lo sviluppo di veicoli più efficienti dal punto di vista dei consumi.

La crisi economica colpisce Detroit

La crisi economica ha ormai completamente colpito il settore auto anche in quella che ne è definita la patria, Detroit. La vendita di auto da parte della General Motors, infatti, lo scorso mese è scesa di del 45% e Walt Tutak, manager Chevrolet, si è detto realmente preoccupato poichè, durante i suoi 34 anni di lavoro nel settore auto, non ha mai visto una situazione tanto drastica.

Il mercato automobilistico rappresenta senza dubbio una fetta consistente dell’economia americana, un settore che dà lavoro a milioni di persone i cui posti di lavoro sono seriamente a rischio. Tutak, inoltre, ha affermato che il governo dovrebbe impegnarsi tempestivamente ed efficacemete a sostegno delle tre principali case automobilistiche di Detroit (Ford, General Motors e Chrysler) soprattutto perchè esse danno lavoro a circa 500.000 persone.

Chrysler chiede aiuto al governo

La crisi finanziaria in atto continua ad includere tra le sue vittime anche colossi dell’economia mondiale. L’ultima di questi, ma solo in ordine di tempo, è la Chrysler, la casa leader del mercato automobilisto americano che, poche ore fà, ha rivelato che, per lei, sarebbe estremeamente difficile riuscire a sopravvivere senza alcun aiuto da parte del governo.

La richiesta della Chrysler arriva dopo che Ford e General Motors, i suoi principali concorrenti, hanno chiesto al governo un aiuto di circa 25 miliardi di dollari.

Nancy Pelosi, il leader del partito democratico, ha affermato di voler convincere il Congresso ad approvare questi aiuti poichè Chrysler, Ford e General Motors sono tutte aziende pesantemente colpite dalla crisi che ha causato un forte calo di vendite da parte degli Stati Uniti.

Fondo Monetario Internazionale: sono necessari ulteriori finanziamenti

Dominique Strauss-Kahn sostiene che il Fondo Monetario Internazionale necessita di ulteriori finanziamenti per poter intervenire efficacemente e svolgere un ruolo essenziale nella ripresa dell’economia globale. La richiesta è di un finanziamento di almeno 100 miliardi di dollari per i prossimi sei mesi.

Dominique Strauss-Kahn ha affermato, inoltre, che la necessità di ulteriori risorse è stata determinata dal notevole incremento dei Paesi che chiedono sostegno al Fondo Monetario Internazionale e, nel frattempo, ha invitato i governi dei vari Paesi a tagliare ulteriormente i tassi di interesse.

Nel frattempo sabato, durante il G20 tenutosi a Washington, i vari leader intervenuti si sono impegnati a cooperare per stimolare la crescita economica in tutto il mondo, sia nei paesi sviluppati che nei paesi in via di sviluppo lavorando, sopratutto, per ridurre le imposte e tassi di interesse ed aumentare la spesa pubblica.

G20: si riuscirà a debellare la crisi?

In vista del G20 ci si chiede, soprattutto, se questo vertice sia in grado di creare le basi per porre fine all’attuale crisi finanziaria e determinare, quindi, una rinascita economica mondiale.
Questo obiettivo è, ovviamente, ambizioso ma il fatto è che da un evento di tale portata e risonanza ci si aspetta molto.

Chiaramente la volontà dei leader è quella di colllaborare perchè questa crisi finanziari, che ha improvvisamente coinvolto tutti, non giova a nessuno.

La crisi, intanto, continua ad allargarsi a macchia d’olio iniziando a coinvolgere anche quei paesi che fino ad ora ne erano rimasti quasi immuni e aggravandosi ulteriormente in quelli già colpiti.

La Germania è in recessione

La Germania è entrata in recessione dopo che il governo tedesco ha mostrato una perdita per l’economia del paese di circa lo 0,5% nel terzo trimestre dell’anno mentre nel secondo trimestre la perdita registrata è stata dello 0,4%. Il calo della produzione economica, quindi, è stato superiore a quello previsto dagli analisti.

Cifre ufficiali, inoltre, ha mostrato che la produzione industriale è scesa del 3,6% nel mese di Settembre. Le cause di queste conseguenze negative, tuttavia, sono dovute soprattutto ad un forte calo delle esportazione ed ad un aumento delle importazioni.

L’ultima volta che la Germania è entrata in recessione è stato nel 2003. La Germania, quindi, si trova in grosse difficoltà e, come se non bastasse, gli esperti non solo per nulla ottimisti. Per il quarto trimestre dell’anno, infatti, si prospettano ulteriori peggioramenti.

ING: la banca olandese registra la prima perdita

Il gruppo bancario olandese ING ha segnalato la prima perdita del trimestre (il trimestre in questione riguarda i mesi di Luglio, Agosto e Settembre) facendo sapere di aver registrato una perdita di 478 milioni di euro rispetto a circa 1 miliardo di euro di utili registrati nello stesso periodo dello scorso anno.

L’utile netto dei primi nove mesi dell’anno, inoltre, è sceso di oltre la metà rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Occorre ricordare, inoltre, che la banca ha ricevuto nel mese di Ottobre 100 miliardi di euro dal governo olandese per far fronte alla crisi finanziaria.

Nonostante la situazione, comunque, il Presidente della ING Michel Tilmant ha definito la situazione della ING “resistente” in considerazione dell’ambiente difficile e altamente competitivo in cui il gruppo bancario opera.

Crescita dei mercati asiatici dopo il pacchetto economico

I mercati asiatici hanno immediatamente registato una crescita all’indomani dell’annuncio, da parte del governo cinese, di un pacchetto economico di circa 586 miliardi di dollari volto a favorire la crescita economica del Paese, a seguito della crisi finanziaria mondiale, e a compensare le perdite dovute al forte calo di esportazioni.

Questo pacchetto sarà destinato, nello specifico, allo sviluppo di infrastrutture come aeroporti e ferrovie, in aiuti per la ricostruzione di zone della Cina colpite dai recenti terremoti, nel favorire sviluppo rurale e innovazione tcnologica. Sono previsti, inoltre, tagli relativi alle tasse.