Il governo è al lavoro per aiutare il settore auto

La preoccupazione tra i dipendenti Fiat è salita alle stelle dopo l’annunicio di Sergio Marchionne secondo cui ben 60.000 posti di lavoro sarebbero a serio rischio se non si riesce a trovare una soluzione che sia rapida ed efficace allo stesso tempo.

Ciò che i vertici Fiat lamentano è soprattutto la totale assenza di intervento da parte del governo italiano. Le aziende produttrici di automobili degli altri paesi, infatti, hanno tutte, chi più chi meno, ricevuto aiuti dal proprio governo affinchè potessero far fronte al calo delle vendite determinato dalla crisi economica mondiale.

NYT: La soluzione della crisi è ancora lontana

In un articolo del New York Times di ieri é stato indicata una situazione che dimostra come la crisi sia ancora lontana da una risoluzione ed il problema della disoccupazione negli Usa stia creando enormi problemi anche a livello centralizzato.

Infatti sembrerebbe che il New York unemployment insurance system sta avendo difficoltá a staccare assegni per i disoccupati e per fare fronte a questa situazione sta sempre piú spesso attingendo a risorse del Governo federale. Come dichiarato dalla responsabile per la commissione lavoro le richieste di sussidi stanno aumentando di circa il 50% se confrontate con quanto accadeva un anno fa. Questo dato avrá i suoi effetti nelle prossime settimane e sará da ricordare quando nel mese di Febbraio verrá pubblicato il dato sui NFP.

Bernanke: ottimi interventi a livello fiscale di Obama

Crescita del mercato americano

L’euro/dollaro ha rotto ieri un importante supporto a 1.3284 continuando la sua discesa verso 1.30 ma nella notte ha avuto un recupero che lo ha riportato a ridosso di 1.33. in attesa della decisione della BCE ci attendiamo ancora un’altra giornata che sará influenzata dalla percezione del rischio e dall’andamento delle borse.

Il dollaro ha continuato il suo momento di forza ed in questo senso ha contribuito fortemente il discorso di Bernanke alla London School of Economics che si é focalizzato sulle cause della crisi e sugli interventi intrapresi da parte della FED per aumentare la liquidita sui mercati confrontando con quanto fatto da altre banche centrali che non sono riuscite ad ottenere gli effetti desiderati..

General Motors e Ford in crisi: vendite come nel ’60

La crisi ormai sta provocando davvero tantissimi danni ed uno dei settori più colpiti è sicuramente quello automobilistico.

Le vendite dei veicoli sono calati da 16,2 milioni nel 2007 a “solamente” 13,5 nel 2008. General Motors e Ford chiudono il 2008 con delle vendite paragonabili a quelle avvenute negli anni ’60.

Arrivano i saldi in Italia

Dal 3 Gennaio arriveranno finalmente i saldi in Italia, Sardegna esclusa, dove lì invece arriveranno solamente l’8 Gennaio.

In molti negozi sono già stati avviati gli sconti, ma affinchè questa pratica sia effettiva in tutta Italia bisognerà aspettare fino a domani.

Tokyo chiude un anno nero

L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo ha chiuso oggi l’anno 2008 con la peggior caduta annuale in percentuale della sua storia: -42,12

Nel 2008 il settore più colpito è stato quello automobilistico, i cui produttori hanno visto crollare le loro previsioni di benefici a causa della caduta della domanda negli Stati Uniti e in Europa e per l’apprezzamento galoppante dello yen su dollaro e euro.

Alla crisi regge solo la grande distribuzione

Nuovo segnale proveniente dalla crisi: le vendite al dettaglio, in Ottobre, sono diminuite dello 0,7%. Lo rivela l’Istat per quanto riguarda il commercio fisso al dettaglio.

A soffrire maggiormente sono i piccoli e medi negozi (-1,7%) mentre la grande distrubuzione aumenta (+0,7%).

Inizia la crisi anche in Islanda

islanda sotto i ghiacci

Nel caso qualcuno pensasse che Paesi più isolati dall’economia mondiale come l’Islanda fossero immuni dalla crisi che ha e sta investendo tutti i mercati, alla luce degli ultimi eventi accaduti in quel di Reykjavík, ove 6mila persone hanno manifestato contro il governo attuale, chiedendone la destituzione a suon di uova e pomodori lanciati contro il Parlamento guidato da Geir Haarde, deve assolutamente ricredersi.

Il Paese, ritenuto fino a poco tempo fa un modello economico per tutti gli altri Stati, è stato messo in ginocchio dalle tre Moire dell’economia: crescita della disoccupazione, inflazione balzata d’un sol colpo al 15% e un rialzo impressionante dei tassi d’interesse, i quali hanno toccato quota 18%. I 300mila abitanti della Nazione più isolata d’Occidente sono esasperati, e auspicano che la situazione possa essere risolta dall’intervento del FMI. Identico desiderio quello divisato dai Lettoni, i quali devono confrontarsi con un crollo vertiginoso del PIL, che porterà dal +10,3% dell’anno che sta per finire, al drammatico –3% previsto per l’anno venturo.

Trichet: si prevedono grosse vendite di Euro

banconote da 1000 yen

L’euro recede contro il dollaro giovedi sui mercati asiatici come lo Yen che perdeva del terreno dopo l’annuncio del voltafaccia di Washington che ha rinunciato ad acquistare i beni tossici delle banche.

La valuta unica d’altra parte si e’ apprezzata contro lo Yen (119,10 contro 118,19 Yen della vigilia)

Anche il dollaro sale sul Yen (95,57 contro 94,61 Yen di mercoledì sera). L’euro potrebbe subire un contraccolpo dopo il discorso di Jean-Claude Trichet, il presidente della Banca centrale europea, che si attende per giovedì.

“Se le posizioni di M. Trichet non saranno abbastanza forti, gli attori del mercato venderanno l’euro perche’ lasceranno presagire futuri tagli dei tassi d’interesse dalla BCE“, ha dichiarato Hiroshi Yoshida, analista nello Shinkin Banca Centrale.

Mercoledì, la valuta giapponese è salita sensibilmente, il biglietto verde è passato sotto la barriera dei 95 Yen dopo le dichiarazioni del segretario americano del Tesoro Enrico Paulson che ha rinunciato all’ acquistare dei beni non commerciabili (che non possono essere rivenduti) delle banche, contrariamente a quello che veniva previsto inizialmente nel piano di salvataggio di 700 billioni di dollari adottato ad ottobre dal Congresso americano.

Aspettando il 2010

inquinamento con il tramonto sullo sfondo

Sembra oramai chiara quella che sarà la situazione economico finanziaria internazionale durante i prossimi due anni. A ribadirla ancora una volta è stato il chief executive officer di JP Morgan, Jamie Dimon, che ha annunciato come la propria compagnia dovrà fronteggiare un 2009 particolarmente impegnativo, per poi affrontare un forte recupero durante il 2010.

Spagna, la recessione alle porte

Recessione in vista per la Spagna.

Il Prodotto Interno Lordo del Paese iberico, infatti, è decresciuto per la prima volta dal 1993 durante il terzo trimestre, ponendo fine ad una crescita che durava da quindici anni e che non troppi mesi fa sembrava non doversi arrestare durante l’anno in corso.

Wall Street: tremano in 165.000

foto che mostra un bancario preoccupato per la crisi economica

Secondo Thompson, la crisi finanziaria che si è abbattuta sui mercati finanziari internazionali, e con particolare ampiezza su quello statunitense, potrebbe provocare la perdita di circa 35.000 posti di lavoro nella sola industria finanziaria che ruota intorno a New York, mentre sarebbero addirittura 165.000 i posti di lavoro a rischio nell’area della metropoli americana.

La stima, destinata, probabilmente, ad essere rivista già nei prossimi giorni, è per ora la più apocalittica tra le principali previsioni del mercato del lavoro americano.

British Airways ai minimi storici

aerei british airways

British Airways, una delle compagnie aeree più importanti del vecchio Continente, ha toccato un minimo storico durante le negoziazioni alla Borsa di Londra.

La società britannica non andava così male dal 2003, e pare aver risentito più di alcune altre “colleghe” della crisi finanziaria, che ha falcidiato la domanda per il trasporto aereo di persone.

British Airways ha infatti ceduto oltre il 10% alla LSE, giungendo a toccare i 145 pence, come il 30 marzo 2003.

Borse: ancora un tracollo

borsa americana vista dal fronte

Anche la giornata di ieri si è rivelata assolutamente da dimenticare per le borse di tutto il mondo.

Tutti gli investitori vendono, con conseguente perdita di fiducia e calo degli indici borsistici mondiali.

In Europa, addirittura, stiamo vivendo la crisi maggiore dal 1987 mentre il Dow Jones, per la prima volta dal 1984, è sceso sotto i 10.000 punti.