
Negli ultimi 10 giorni il titolo di Tiscali ha avuto un aumento di circa 60 centesimi di euro portandosi oggi a 3,80 euro per azione in apertura.
Negli ultimi 10 giorni il titolo di Tiscali ha avuto un aumento di circa 60 centesimi di euro portandosi oggi a 3,80 euro per azione in apertura.
Come detto è stata una giornata negativa per tutti i listini del Vecchio Continente, non è bastato l’avvio positivo di Wall Street a far risalire il Ftse di Londra, che ha ceduto lo 0,74%, il Cac di Parigi che ha perso lo 0,41% e nemmeno il Dax di Francoforte che ha lasciato per strada lo 0,62%.
Nei giorni scorsi abbiamo assistito a scambi superiori al milione di euro a seduta, ovvero 10 volte superiore alla norma cosa che fa pensare a una vera e propria speculazione sul titolo.
Il Ftse Mib cede lo 0,51% a quota 23.362 punti mentre Londra, Parigi e Francoforte si attestano intorno allo 0,1% di perdita, mentre la borsa di Tokio oggi è stata chiusa per festività .
Il G20 che si riunirà oggi avrà come argomento principale la modifica e l’introduzione di nuove regole da applicare al mondo della finanza.
I dati Usa poi hanno aiutato ancora di più le borse, infatti si è registrata una produzione industriale in crescita nel mese di agosto, mentre l’inflazione è sotto controllo. A Milano il Ftse Mib ha guadagnato l’1,55%, a quota 23.465 punti, mentre l’All Share l’1,49%.
Tra gli industriali grande balzo del titolo Tenaris, +4,53%, che ha programmato l’investimento di 800 milioni di dollari per andare a raddoppiare la capacità produttiva di tubi in uno stabilimento messicano.
Era molto atteso sopratutto sui listini americani ovviamente, che hanno chiuso in terreno positivo le loro contrattazioni, il Dow Jones ha guadagnato lo 0,22% a quota 9.626,80 punti, il Nasdaq +0,52% a 2.091,78 punti, l’S&P 500 +0,63% a 1.049,30 punti.
A Milano il Ftse Mib si è ben difeso concludendo la giornata a +0,82% a quota 23.039 punti, il Ftse All Share +0,74% a 23.503 punti, Londra +0,47%, Francoforte +0,51% e Parigi +0,78%.
Contrastati i titoli bancari a Piazza Affari, Ubi Banca +0,2%, Banco Popolare -0,6%, Mps -0,07%, Unicredit +1,47% a 2,59 euro e Intesa San Paolo +1,94%.
A Londra il Ftse 100 ha ceduto lo 0,33%, il Dax di Francoforte ha guadagnato lo 0,37% mentre il Cac di Parigi ha chiuso a -0,05%.
A Piazza Affari ha brillato il titolo Mediaset, chiudendo a +3%, sebbene siano arrivati giudizi non propriamente positivi dagli analisti per quanto riguarda l’intero settore; Bernstein ha confermato giudizio underperform con target price a 3,25 euro. Rimanendo nel settore hanno fatto bene anche titoli come Rcs che ha messo a segno un ottimo +8%, L’Espresso +1,97%, Class Editori +1,11% e Caltagirone +1,56%.
Bene comunque anche Milano dove il Ftse Mib ha chiuso in rialzo dell’1,15% a 22.802 punti, Cac40 di Parigi +1,28% e Dax di Francoforte +1,70%. Solamente le materie prime hanno un po’ rallentato l’ascesa dei listini, ma ci ha pensato il settore auto ieri a trainare le borse, guadagnando il 2,8% con Renault e BMW protagoniste.
Questo calo durante la giornata è dovuto soprattutto alla diffusione dei dati del Conference Board sul mercato del lavoro Usa in calo in agosto. A Milano il Ftse Mib ha chiuso in leggero calo dello 0,09% a quota 22.554 punti, mentre il Ftse All Share ha guadagnato lo 0,04% a quota 23.003. Meglio Parigi (+0,22%), Londra (+0,28%) e Francoforte (+0,33%).
A Milano il Ftse Mib ha messo a segno un rialzo dell’1,57% a quota 22.563 punti, l’All Share +1,49% a quota 22.993. Bene anche Parigi (+1,50%), Londra (+1,68%) e Francoforte (+1,47%). A spingere i listini è stato anche l’intervento del G20 che ha confermato che manterrà gli stimoli economici fino a che la ripresa non sarà saldamente assicurata.
A Milano il Ftse Mib ha guadagnato l’1,27% a quota 22.214 punti, mentre il Ftse All Share l’1,17% a quota 22.656. Bene anche Parigi (+1,27%), Londra (+1,14%) e Francoforte (+1,56%).
Come detto sono andate male le borse di tutto il mondo, Wall Street ha risentito in maniera pesante i dati macroeconomici diffusi nel pomeriggio, influenzato soprattutto dai dati sul Pmi americano, peggiore delle attese.