I leader europei a Berlino per sconfiggere la crisi

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Lo scopo del vertice tenutosi ieri a Berlino e al quale hanno partecipato i principali leader dei paesi membri dell’Unione Europea era soprattutto quello di concordare una linea comune da seguire per cercare di sconfiggere definitivamente la crisi economica che sta drasticamente logorando le economie di tutti i paesi.

La parola d’ordine, quindi, è agire insieme. Durante il vertice, infatti, i leader hanno stipulato un accordo in cui sono incluse tutte quelle misure considerate inevitabili per sconfiggere la crisi. Le principali misure concordate dai leader e inserite nell’accordo, in particolare, prevedono un maggiore controllo su tutti i principali prodotti finanziari, l’eliminazione dei cosiddetti “paradisi fiscali”, una maggiore tutela della concorrenza e maggiori risorse a Favore del Fondo Monetario Internazionale. Niente che rientri nell’ambito finanziario, quindi, deve essere lasciato privo di controllo.

Bonus acquisto auto: l’Europa chiede spiegazioni

autoLa Commissione Europea ha inviato una lettera al governo italiano nella quale chiede espressamente delle delucidazioni sul piano varato dal governo a sostegno dell’industria automobilistica e di quella relativa al settore degli elettrodomestici.

La Commissione, che ha chiesto una risposta del governo italiano entro cinque giorni, nutre seri dubbi sulla conformità di questo piano con le attuali normative comunitarie.

Chrysler e General Motors presentano il loro piano di recupero

General Motors e Crysler hanno consegnato il loro piano di recupero al governo americano. I rispettivi piani contengono, sostanzialmente, la richiesta di un aiuto finanziario da parte del governo quantificato in 21,6 miliardi di dollari e la pianificazione di un notevole taglio dei costi.

Il piano di recupero di General Motors, in particolare, chiede al governo un aiuto quantificato in 16,6 miliardi di dollari, prevede la chiusura di cinque fabbriche negli Stati Uniti e il licenziamento di 47.000 lavoratori di cui 26.000 al di fuori degli Stati Uniti. I licenziamenti verranno effettuati entro la fine del 2009 e, ha affermato General Motors, si tratterà del più vasto taglio dei posti di lavoro mai registrato in tutta la storia degli Stati Uniti.

Il Giappone registra un pesante calo del Pil

L’economia giapponese, durante l’ultimo trimestre del 2008, ha subito una perdita del 3,3%, indicata dagli esperti come la peggiore registrata dal 1970, quando il paese fu colpito dalla crisi petrolifera. Il Pil del paese, inoltre, è calato del 12,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Kaoru Yosano, Ministro dell’Economia giapponese, ha affermato che il paese sta attraversando la peggiore crisi economia dopo quella verificatasi a seguito della Seconda Guerra Mondiale. Le difficoltà che il Giappone sta attraversando sono definite dagli esperti molto più gravi rispetto a quelle che stanno colpendo Stati Uniti ed Europa, soprattutto perchè l’economia giapponese è basata in larghissima percentuale sulle esportazioni.

Il mercato azionario rischia il tracollo?

Chi si occupa di finanza conosce da sempre una sorta di dogma, ripetuto fino all’ossessione dai consulenti finanziari ai potenziali investitori: le azioni sono un investimento nettamente più rischioso delle obbligazioni (d’altronde, le azioni costituiscono il cosiddetto “capitale di rischio” di una società, mentre gli obbligazionisti sono creditori esterni all’emittente e dunque con tutele molto maggiori da parte della legge), ma, con un pizzico di fortuna, buon intuito e consigli giusti, possono rivelarsi una miniera d’oro per chi sa come muoversi sui mercati nazionali e internazionali.

Questo pilastro inamovibile nel settore della promozione finanziaria ha cominciato a mostrare brutte crepe in occasione della grave crisi in atto.
I dati diffusi da Barclays Capital (creatrice di Barclay Card), osservati con molta attenzione dagli esperti, sono indice di una situazione anomala.

Il made in Italy colpito dalla crisi economica

Abbiamo parlato all’infinito di crisi economica e di colossi industriali sull’orlo del fallimento. Nessuno mai, infatti, fino a qualche mese fà, avrebbe mai pensato che aziende leader dell’economia mondiale come, ad esempio, Panasonic, Sony, Ing, General Motors o Ford potessero trovarsi in serie difficoltà e pensare, addirittura, ad un possibile fallimento.

Abbiamo parlato a dismisura di aziende relative al settore auto, al settore tecnologico e bancario pesantemente colpite dalla crisi economica è anche se la situazione ci è da subito apparsa più che grave, chissà perchè, sembrava quasi che non ci avesse colpito più di tanto.

Nissan taglia 20.000 posti di lavoro

La crisi economica continua a mietere vittime nell’industria automobilistica. L’ultima, ma solo in ordine di tempo, è Nissan che dopo aver previsto una perdita di 265 miliardi di yen ha annunciato un taglio di 20.000 posti di lavoro in tutto il mondo, circa l’8,5% della sua forza lavoro.

La drastica misura si è rivelata obbligatoria dopo il drastico calo delle vendite. Carlos Ghosn, direttore esecutivo Nissan, ha affermato che la peggiore ipotesi che potesse essere prospettata sullo stato dell’economia non solo è stata raggiunta ma è anche stata ampiamente superata. Nissan, infatti, non è affatto un eccezzione, è soltanto una delle numerosissime industrie che ne stanno subendo le conseguenze.

La crisi finanziaria durerà ancora qualche mese

Il mercato azionario Usa ha iniziato la giornata in rialzo ma una serie di notizie negative ha avuto l’effetto di far scendere le quotazioni e chiudere la giornata in ribasso avendo come effetto il rafforzamento del dollaro.

Tra le notizie che hanno depresso il mercato ci sono i dati negativi presentati dalla Time Warner e Kraft Foods e l’abbassamento del rating della Russia che é stato portato a tripla B ed avvicinandosi sempre maggiormente alla classificazione come junk bonds. L’indice ISM é aumentato a 42.9 rispetto al precedente dato rilevato a 40.1. Siamo comunque sotto i 50 punti e quindi si conferma la forte contrazione del mercato: si continuano a vedere cali nei nuovi ordini e l’attesa per domani con i dati sulla disoccupazione é elevatissima.

I dati dovrebbero essere ancora una volta drammatici e ci si attende la perdita di altri 500.000 posti di lavoro. Anche l’indice ADP rilevato ieri é stato negativo in tal senso.

Deutsche Bank registra la sua prima perdita

Deutsche Bank ha annunciato al sua prima perdita annuale ammettendo di non essere riuscita a reggere la pesante crisi finanziaria. La più grande banca tedesca, infatti, ha registrato per il 2008 una perdita di circa 3,8 miliardi di euro, una conclusione più che drastica se si pensa che la stessa banca aveva chiuso il 2007 con un profitto di 6,5 miliardi di euro.

Josef Ackermann, presidente della Deutsche Bank ha affermato che la crisi finanziaria è stato un duro colpo per l’intero settore bancario. La circostanza più grave, tuttavia, ha aggiunto Ackermann, è la totale assenza di spiragli di luce che facciano auspicare una ripresa dell’economia.

Il governo pianifica aiuti per il settore auto e non solo

I settori più colpiti dalla crisi economica sono stati indubbiamente quello relativo all’industria automobilistica e quello dei prodotti elettronici. Proprio per questo il Presidente del Consiglio Silvio Belusconi ha affermato che, oltre agli incentivi statali alla rottamazione, il governo sta prendendo in considerazione l’idea di fornire un sostegno anche all’industria degli elettrodomestici.

Fiat e Chrysler, accordo concluso entro il 17 Febbraio

Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, ha spiegato che in relazione al possibile accordo con Chrysler ancora nulla è definitivo, le trattative sono ancora in corso ma, tuttavia, la questione sarà definita entro il 17 Febbraio poichè entro questo termine Chrysler dovrà presentare al governo americano il suo personale piano di recupero al fine di ottenere i finanziamenti necessari per cercare di portare i profitti societari almeno ad un livello pari a quello relativo al periodo antecedente la crisi.

La crisi dei consumi alimenta la borsa negativa

foto che mostra un bancario preoccupato per la crisi economica

Un pil in pesante calo come preannunciato non ha avuto l’effetto di deprimere le quotazioni del dollaro, anche per la presentazione di risultati che sono stati meno negativi del previsto. La lettura di questo dato va indirizzata nella stessa direzione degli ultimi mesi relativamente alla percezione del rischio.

Le aspettative per i dati delle prossime settimane rimangono comunque poco incoraggianti e il dato che deve far maggiormente riflettere riguarda i consumi che sono scesi su base annua dell’8,9% risultando il peggior dato da circa 51 anni.

Lo scenario economico Usa rimane povero e un andamento cosi negativo avrà degli effetti inevitabilmente sul dollaro nei prossimi mesi e sottolineamo come la correlazione tra EURO/DOLLARO e S&P500 rimane ai livelli più alti di sempre pertanto rimaniamo dell’avviso delle ultime settimane sottolineando come sarà importante tenere sempre sotto controllo l’andamento delle borse per capire il tipo di posizioni da prendere sul mercato relativamente al dollaro.

La Boeing contrasta il mercato azionario

Dopo una prima metá di giornata piuttosto debole il Dollaro e lo YEN hanno vissuto un pomeriggio di forti rialzi in seguito ai pensati cali della borsa Usa tornando quindi a pesare l’andamento negativo delle borse.

Il dato che ha influenzato il mercato in maniera significativa é stato quello sugli ordini di beni durevoli che si sono segnalati in calo del 2.6% nel mese di Dicembre ma registrandosi in ribasso del 19.7% su base annua. Il dato peggiore a livello azionario é stato quello della Boeing che ha visto crollare del 43.6% la domanda per aerei civili.

Immatricolazioni auto -40% a Gennaio

Previsioni piuttosto disastrose quelle prospettate da Lorenzo Sistino, responsabile del marchio Fiat, il quale ha affermato che per il mese di Gennaio si dovrebbe registrare un caolo del 40% sulla vendita di auto nuove, rispetto ai dati registrati nello stesso mese dello scorso anno.

Il calo, oltre, alla crisi economica, è dovuto soprattutto alle incertezze di questi giorni relative alla possibilità di incentivi statali. Finchè questi non arriveranno, ha spiegato Sistino, sarà difficile un recupero da parte del settore auto.