
I volumi non sono stati particolarmente interessanti. Come abbiamo visto qualche giorno fa la banca UBS ha aumentato le proprie stime sul titolo petrolifero portando il proprio target price nel breve periodo a pesare 19 euro per azione.
I volumi non sono stati particolarmente interessanti. Come abbiamo visto qualche giorno fa la banca UBS ha aumentato le proprie stime sul titolo petrolifero portando il proprio target price nel breve periodo a pesare 19 euro per azione.
E’ chiaro che le belle parole possono diventare realtà solamente se esisterà anche un guadagno in denaro.
In effetti le cose stanno lentamente cambiando e ci sono molte aziende in grado di trarre un notevole profitto economico puntanto sulla cosidetta Green Economy.
E’ di oggi anche il comunicato che vede l’azienda legata ad Eni (la quale ha firmato un accordo per l’estrazione del petrolio in Uganda) firmare un contratto per la fornitura e la relativa gestione di un mega impianto di produzione galleggiante FPSO.
Con questo accordo Eni prevede di poter estrarre circa 1 miliardo di barili di petrolio di cui 700 milioni sono già stati scoperti sui quali avviene già l’estrazione in 28 pozzi sul bacino del lago Albert, il rimanente è ancora da cercare.
In tale occasione Vladimir Putin porterà avanti le trattative per far entrare EDF (Électricité de France – prima società francese per la produzione di energia) all’interno della Joint Venture Eni-Gazprom per la costruzione e il relativo passaggio in Turchia di un nuovo gasdotto che dovrebbe garantire stabilità nell’erogazione del combustibile.
Il settore agricolo infatti è quello che nei prossimi anni dovrebbe dare molte soddisfazioni. Il settore farmaceutico in America risente molto le azioni di governo e soprattutto la riforma sanitaria che è il cavallo di battaglia di Obama alle prese con la votazione in senato sulla quale si prevedono scontri.
Saipem ha chiuso infatti i primi nove mesi dell’anno con un incremento del 6% dei ricavi portandosi così a totalizzare 7,7 miliardi di euro.
La situazione dei petroliferi in Europa oggi è tutta in salita grazie anche all’uscita del terzo trimestrale di BP (British Petrol) che ha totalizzato, nonostante la forte perdita del fatturato, dei ricavi ben superiore alle aspettative grazie anche al taglio delle imposte portandosi così a chiudere un bilancio con una diminuzione dell’utile netto del 33,7% (5,34 miliardi di dollari contro gli 8 del 2008, le stime erano peggiori).
UBS ha modificato il proprio target price sul titolo portandolo a pesare 19 euro per azione anche se il proprio giudizio si è modificato da “Compra” a “Neutrale” e forse anche in previsione del progetto industriale e del bilancio del terzo trimestre 2009 in uscita settimana prossima.
Il comunicato specifica anche che alla firma dell’accordo erano presenti oggi a Milano il Vice Primo Ministro della Federazione Russa Igor Ivanovich Sechin, il Ministro dell’Energia russo Sergei Shmatko, il Ministro dell’Energia della Repubblica Turca Taner Yildiz e il Ministro per lo Sviluppo Economico della Repubblica Italiana Claudio Scajola.
Il nuovo accordo è stato annunciato proprio dal ministro iracheno del Petrolio, Hussein al-Shahristani, il quale ha confermato che ci si è trovati d’accordo su tutti i punti del contratto, prezzo compreso, e ora manca solo la firma, che verrà posta nei prossimi giorni.
Eni si è riportato sopra la media mobile di breve termine, passando in area 17 euro e adesso tenta l’annullamento del gap ribassista iniziato il 21 settembre a 17,37 euro. Gli esperti affermano che oltre questo livello sarebbero attaccati anche gli ultimi massimi relativi a quota 17,7 euro.
La notizia è stata diffusa attraverso un comunicato in cui viene specificato che 626,5 milioni di dollari dell’esborso totale sono di competenza di Enel. Gazprom ha già versato la prima quota di 384 milioni di dollari, cifra di cui Enel ha incassato 153,5 milioni, mentre la seconda parte del corripettivo verrà versata entro marzo 2010.
Tullow Oil vuole acquisire il know how di un’azienda leader del settore, esperta in realizzazione di oleodotti e raffinerie e secondo le voci che girano entro la fine del 2009 prenderà una decisione definitiva.