Chiuso l’accordo tra Chrysler e Fiat

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L’ultimatum che Barack Obama ha lanciato a Chrysler ha sortito senza dubbio i suoi effetti. Come ricordiamo, infatti, il presidente degli Stati Uniti aveva condizionato gli aiuti richiesti dalla casa automobilistica americana alla sottoscrizione dell’accordo tra Chrysler e Fiat, accordo che prevedeva una partecipazione del 35% di Fiat in cambio dell’apporto di nuove tecnologie atte a rendere le vetture Chrysler più competitive e in grado di far si che l’azienda riesca ad evitare il fallimento e ad uscire dalla crisi, nonchè a riconquistare una fetta consistente del mercato automobilistico.

I 30 giorni di tempo concessi da Barack Obama, tuttavia, si sono rivelati più che superflui. Chrysler, infatti, ha reso noto di aver sottoscritto l’accordo con Fiat e anche se alcuni dettagli devono essere ancora perfezionati il più è stato già deciso.

Obama respinge i piani presentati da Chrysler e General Motors

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Per i colossi automobilistici americani gli aiuti statali sembrano allontanarsi sembra di più. La task force designata dal presidente Barack Obama, infatti, ha bocciato il piano di ristrutturazione prospettato da Chrysler e General Motors definendolo assolutamente incapace di garantire alle due aziende un risanamento della loro situazione finanziaria.

Il piano di recupero di General Motors, in particolare, prevede una richiesta di ulteriori 16,6 miliardi oltre ai 13,4 già incassati e, allo stesso tempo, prevede un drastico taglio dei costi, ossia il licenziamento di 47.000 posti di lavoro, la chiusura di diversi impianti, e la vendita di alcuni marchi come Saturn e Hummer.

Fallimento General Motors

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I vertici di General Motors hanno espresso seri dubbi sulla capacità dell’azienda di sopravvivere ulteriormente ed evitare il fallimento. Il colosso americano, nel 2008, ha registrato perdite per un ammontare complessivo di 30,9 miliardi di dollari, perdite gravissime mai registrate in tutta la storia della casa automobilistica.

Il futuro dell’azienda, quindi, è inevitabilmente nelle mani del governo americano e nella sua decisioni di concedere o meno gli aiuti richiesti. In caso risposta negativa la società si troverebbe costretta a seguire la procedura indicata della legge fallimentare attualmente in vigore in america, cercando di preservare così l’attività aziendale ed, eventualmente, procedere alla liquidazione.

Fiat e Chrysler, accordo concluso entro il 17 Febbraio

Sergio Marchionne, amministratore delegato del gruppo Fiat, ha spiegato che in relazione al possibile accordo con Chrysler ancora nulla è definitivo, le trattative sono ancora in corso ma, tuttavia, la questione sarà definita entro il 17 Febbraio poichè entro questo termine Chrysler dovrà presentare al governo americano il suo personale piano di recupero al fine di ottenere i finanziamenti necessari per cercare di portare i profitti societari almeno ad un livello pari a quello relativo al periodo antecedente la crisi.

Immatricolazioni auto -40% a Gennaio

Previsioni piuttosto disastrose quelle prospettate da Lorenzo Sistino, responsabile del marchio Fiat, il quale ha affermato che per il mese di Gennaio si dovrebbe registrare un caolo del 40% sulla vendita di auto nuove, rispetto ai dati registrati nello stesso mese dello scorso anno.

Il calo, oltre, alla crisi economica, è dovuto soprattutto alle incertezze di questi giorni relative alla possibilità di incentivi statali. Finchè questi non arriveranno, ha spiegato Sistino, sarà difficile un recupero da parte del settore auto.

Il governo è al lavoro per aiutare il settore auto

La preoccupazione tra i dipendenti Fiat è salita alle stelle dopo l’annunicio di Sergio Marchionne secondo cui ben 60.000 posti di lavoro sarebbero a serio rischio se non si riesce a trovare una soluzione che sia rapida ed efficace allo stesso tempo.

Ciò che i vertici Fiat lamentano è soprattutto la totale assenza di intervento da parte del governo italiano. Le aziende produttrici di automobili degli altri paesi, infatti, hanno tutte, chi più chi meno, ricevuto aiuti dal proprio governo affinchè potessero far fronte al calo delle vendite determinato dalla crisi economica mondiale.

Borsa, segnali di volatilità

borse mondiali

E’ un periodo tragico per chi intende investire in borsa o per chi ci ha investito in passato. La grande crisi internazionale sta generando un periodo di forte volatilità, che ha l’effetto di rendere instabile e soggetto ad improvvisi cambiamenti l’intero sistema borsistico mondiale.

I maggiori indici europei, ad esempio, nella giornata di ieri erano in netta perdita durante la mattinata, mentre nel pomeriggio hanno accennato a dei timidi segnali di ripresa.

Fiat e GM riducono produzione brasiliana

loghi dei marchi fiat e general motors

La General Motor e la Fiat hanno annunciato la prossima riduzione della produzione nelle proprie unità brasiliane.

Durante i mesi di ottobre e di novembre, pertanto, l’output degli impianti automobilistici della nazione subirà una contrazione, confermata dal fatto che le due compagnie avrebbero chiesto ad alcuni dipendenti – come riporta Bloomberg – di anticipare le ferie.

FIAT punta agli USA

logo della società holding fiat group

Quello che stiamo attraversando è un momento non semplice per il settore automobilistico europeo. Nelle sedute di ieri, causa l’aumento del prezzo del petrolio, le quotazioni ne hanno un po’ risentito.

Nonostante questo, la FIAT non si lascia scoraggiare e l’AD Sergio Marchionne ha rilasciato delle interessanti dichiarazioni.

Fiat torna alla conquista della Cina

due pagine dei portali fiat.com e Guangzhou Automobile Group

Dopo qualche settimana di silenzio mediatico, Fiat ha annunciato di aver avviato delle trattative con la cinese Guangzhou Automobile Group per definire una partnership di vendita dei propri veicoli in uno dei mercati più importanti al mondo nel settore automotive.

Stando alle dichiarazioni ufficiali di Zheng Xiaoli, portavoce della compagnia a Shanghai, le negoziazioni per una “cooperazione tecnica” sono già cominciate, anche se mancano dettagli sull’attuale stato dei colloqui tra le parti.

Investment Grade

Gli investment grade sono azioni o titoli azionari che sono ritenuti “degni di fede” da parte degli investitori istituzionali.

Gli investitori istituzionali sono quegli operatori economici, siano essi società o enti, che effettuano investimenti considerevoli e duraturi.

Nel caso di azioni, questi invesment grade sono solitamente i titoli di quelle compagnie che hanno buoni bilanci, una considerevole capitalizzazione e, nel loro settore, sono considerate tra le migliori.

Fiat fa meglio del mercato

Durante il mese di giugno le immatricolazioni di autoveicoli in Italia sono diminuite di ben il 19,5%: un calo vistoso, che ha avuto i suoi riflessi sui ricavi di tutte le principali marche internazionali.

La diminuzione di quasi il 20% rispetto al numero delle immatricolazioni conseguito durante lo stesso mese dello scorso anno è inoltre un dato notevolmente peggiore rispetto alle stime degli analisti, e rispetto anche ai dati provvisori diffusi la scorsa settimana.

Una così forte contrazione del mercato, seppur attesa, ha minacciato anche i conti di periodo di Fiat: la compagnia torinese ha avuto un declino delle immatricolazioni pari al 16,5%. Un decremento piuttosto ingente, che però ha posto la società italiana in una posizione di primo piano rispetto al cattivo andamento del mercato.

Borse europee in calo

Borse europee in calo. Regge Londra, mentre Milano, Parigi e Francoforte vanno tutte giù, trascinate in basso da Stati Uniti e Asia. Shanghai chiude al ribasso di oltre il 5%, Tokyo del 2% e Wall Street fa segnare un -3% dovuto principalmente ai titoli bancari e auto, oltre che al prezzo del petrolio che raggiunge e supera quota 140 dollari a barile.

Anche per quanto riguarda Piazza Affari, vanno male i bancari e quelli connessi al settore auto, a causa dell’incremento del costo del carburante. Tengono bene, al contrario, i titoli legati al settore energetico. Tenaris, per esempio, ha chiuso anche questo venerdì con un rialzo significativo, portandosi a un +5,06% su base settimanale e un +20,06% su base mensile. Primo produttore italiano di tubi in acciaio non saldati per il settore automobilistico, energetico e meccanico, fa registrare un +48,69% su base semestrale. Bene anche Saipem ed Eni, trascinate al rialzo dal prezzo del greggio.

Fiat deve bilanciare meglio i propri ricavi

Credit Suisse ha affermato che alcune compagnie automobilistiche, come Fiat, conseguono una notevole parte dei propri ricavi nel mercato brasiliano, area ad alto tasso di crescita (l’incremento della produzione interna lorda del Paese ha raggiunto il 10%) e di sicura appetibilità per le imprese occidentali.

La casa automobilistica torinese vende infatti circa il 27% delle proprie automobili proprio in Brasile, potendo contare su un buon tasso di penetrazione nel mercato locale. Altri marchi europei, come Volkswagen, seppur con percentuali minori (9%) hanno tra i loro bilanci un peso elevato dei ricavi di provenienza brasiliana.

Nonostante la forte crescita del mercato brasiliano stia garantendo a Fiat un buon incremento nel numero delle immatricolazioni complessive, Credit Suisse lancia l’avvertenza sul futuro a breve e medio termine del Paese interessato.