Come scegliere un titolo di borsa

Nel momento in cui si vuole scegliere un’azienda sulla quale investire il proprio denaro, bisogna analizzarne la situazione patrimoniale ed economica.

Partendo dal presupposto che, prima di effettuare qualunque investimento, è bene farsi assistere da un professionista, nessuno vieta che si possa anche fare investimenti “fai da te”. Ma bisogna farli con la testa sulle spalle.

Trading on line

Trading on lineIl Trading on line è la compravendita di azioni, opzioni, titoli, BOT, ecc, fatta in rete.

In Italia voluto ed istituito, nel 1999, dalla Consob, la Commissione Nazionale per le società di borsa, con lo scopo di ridurre i costi di gestione legati all’amministrazione dei titoli da parte del cliente e offrirgli, contemporaneamente, un supporto maggiore e più costante.

Varo di NTV, treni privati italiani

Montezemolo

Con mille aspirazioni, ha visto finalmente la luce NTV, Nuovo Trasporto Viaggiatori, società interamente privata che tra pochi anni sarà pronta ad operare nel mercato italiano del trasporto ferroviario di persone in concorrenza con il tradizionale operatore nazionale.

La compagnia ha inaugurato la propria fase di sviluppo con tutti gli elementi del caso: le dichiarazioni di un Presidente carismatico (Luca Cordero di Montezemolo), gli auguri di molte personalità del mondo imprenditoriale (su tutte, quella del Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia) e alcuni annunci in grande stile (tanto che si è parlato di “rivoluzione” nel traffico ferroviario italiano).

Investire nel settore farmaceutico

Il settore farmaceutico, soprattutto in un periodo di crisi del mercato come quello che stiamo affrontando in questi mesi, rappresenta un punto fermo su cui investire. I titoli del settore farmaceutico, così come quelli del settore alimentare, sono per loro natura difensivi e riescono a controllare le perdite e reagire ai momenti difficili meglio che titoli di altri settori, come quello bancario o quello energetico.

L’andamento anti-ciclico dei titoli del settore farmaceutico è la loro forza. Il mercato dei farmaci conosce solo piccoli momenti di ribasso, dal momento che l’acquisto dei farmaci prescinde da motivazioni di tipo economico ed è correlato solo allo stato di salute della popolazione.

I titoli forti di questo settore sono quelli ricollegati alle grandi multinazionali del farmaco, quali Roche, Merck, Novartis, Astrazeneca, Glaxo e Pfizer, per citarne alcuni. Le ultime quattro settimane, in particolare, mostrano una particolare vivacità di questi titoli, con incrementi a cifra doppia per Glaxo, Astrazeneca e Novartis.

Un po’ meno positivo l’andamento di Pfizer, mentre sono decisamente negative le quotazioni di Roche. Nonostante ciò, la Roche ha recentemente concluso alcune importanti acquisizioni e quindi il titolo dovrebbe tornare a salire nelle prossime settimane.

Investire nelle materie prime

Per chi fosse interessato a investire nelle materie prime e, in particolare, nel mercato del ferro, va ricordato che il titolo di riferimento è il FOE, quotato nella borsa di New York. Nel lungo periodo (5 anni) il titolo ha perso il 5%, passando dai 23,50 dollari di allora agli attuali 17,50, prezzo medio di questa settimana.

Con una capitalizzazione di 764 milioni di dollari nel mercato mondiale e 43,7 milioni di azioni circolanti, il ferro negli ultimi tre anni ha assunto un andamento altalenante, raggiungendo il minimo sotto quota 14 dollari nei mesi scorsi e il massimo a quota 26 dollari a luglio dello scorso anno.

Sicuramente, l’investimento in questo mercato deve essere affrontato con molta cautela da parte del piccolo-medio investitore, così come bisogna usare sempre molta prudenza quando si decide di investire in materie prime. Tre sono le Blue Chips più note che seguono l’andamento del ferro e di molte altre materie prime legate all’estrazione mineraria: l’Anglo American Gold, il BHP Billiton plc e il Rio Tinto, appartenenti a tre multinazionali inglesi, quotati al Nasdaq il primo e al NYSE gli altri.

Investire nei titoli TLC

Investire nel settore delle TLC, i titoli che fanno riferimento alle aziende che si occupano di telecomunicazioni, può essere un’esperienza non sempre positiva. L’andamento di questi titoli è spesso altalenante, incerto e fortemente influenzato dalle scelte economiche intraprese dal mercato globale.

Grande scalpore ha generato, per esempio, il grande ribasso subito dal tandem Retelit – Eutelia. In particolare la prima, Retelit, società che gestisce una rete nazionale di comunicazione in fibra ottica e alle prese con un aumento di capitale, ha fatto registrare perdite pari al 30% rispetto alla settimana precedente. L’operazione di emissione di nuove azioni (che saranno collocate al prezzo indicativo di 0,42 euro) si concluderà il 18 luglio, con un emissione totale di 75,06 milioni di azioni ordinarie che andranno a sostituire i vecchi titoli in ragione di 8 nuove azioni ogni 9 precedentemente possedute. Minori le perdite di Eutelia (-4%) che secondo alcune voci circolanti dovrebbe essere acquisita da Wind.

Grandi imprese, l’Italia al palo

Secondo una classifica stilata dal Financial Times alla ricerca delle imprese più grandi del mondo per capitalizzazione, l’Italia non riuscirebbe a reggere il confronto con i principali concorrenti internazionali. L’impietoso elenco redatto dal prestigioso giornale economico finanziario vede in testa gli Stati Uniti, che riempiono la lista delle prime 500 aziende al mondo con ben 169 nominativi, e una capitalizzazione complessiva pari a oltre 9.600 miliardi di dollari.

Al secondo posto c’è la Gran Bretagna, con 35 imprese e una capitalizzazione pari a 2.236 miliardi di dollari. Terza la Cina, con 25 società, ma con 1.962 miliardi di capitalizzazione.

L’Italia, invece, è solo tredicesima. Prima di noi alcuni big emergenti, come il Brasile, alcuni nomi storicamente noti come Hong Kong e Canada, e qualche Paese Europea, come le vicine Svizzera e Spagna.

Italia,investimenti esteri in crescita

Crescono gli investimenti diretti esteri effettuati dall’Italia nei confronti del resto del mondo. Ma il dato, di per sé positivo se osservato nel suo ammontare complessivo, offre numerosi spunti di riflessione se scisso in dettaglio.

I flussi diretti provenenti dall’Italia all’estero sono infatti saliti nel 2007 a quota 90,8 miliardi di dollari, praticamente più del doppio rispetto ai 42,1 miliardi di dollari realizzati nel 2006.

Ma, come riportano puntualmente i dati dell’Ocse, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, il merito è da attribuire soprattutto all’operazione compiuta dall’Enel in Spagna nel settore delle utilities. L’acquisizione di Endesa da parte della compagnia energetica italiana ha infatti da sola fatto salire dell’80% gli investimenti diretti esteri compiuti dal nostro Paese. Come a dire che il così sensibile aumento dei flussi in uscita è dovuto alla sola operazione di shopping iberico.

Future su azioni, single stock future

Parliamo oggi di strumenti finanziari e in particolare di future su azioni. Il future è uno strumento derivato, appartiene alla categoria dei future finanziari e ha come sottostante un’azione. Detto anche single stock future, è uno strumento standardizzato e scambiato su mercati regolamentati.

Il future permette ad acquirente e venditore di contrattare in una data futura un determinato numero di azioni (underlying) a un prezzo che viene fissato alla data di stipula del contratto. Ecco perché la future è anche classificato come un derivato simmetrico, perché entrambe le parti in gioco si impegnano a una data scadenza a effettuare una prestazione.

L’acquisto di future corrisponde a un’aspettativa rialzista delle azioni sottostanti. La vendita, viceversa, corrisponde a un’aspettativa al ribasso. Se l’obiettivo è la speculazione la vendita dei future dovrà avvenire prima della scadenza, se invece l’intenzione è quella di coprire la vendita o l’acquisto della commodity sottostante, il future consente una copertura senza oscillazioni di prezzo e, in questo caso, si aspetterà la scadenza per l’acquisto o la vendita della sottostante.

Progetti di Intel e IBM nel solare

L’energia solare continua ad attrarre grandi investitori, e IBM e Intel hanno finalmente deciso di non lasciarsi sfuggire l’occasione di poter entrare in un mercato in rapida crescita.

Fonti delle rispettive compagnie hanno infatti dichiarato l’esistenza di alcuni progetti rilevanti all’interno del panorama dell’energia solare. In particolar modo, Intel avrebbe lanciato una nuova compagnia chiamata Spectra Watt, al fine di produrre cellule fotovoltaiche per i pannelli solari. La compagnia avrà sede a Hillsboro, nell’Oregon, e produrrà cellule da 60 megawatts, stando a quanto riferito alla stampa dal chief executive officer Andrew Wilson.

Investire nei diamanti

Così come per l’oro, la storia degli investimenti nei diamanti affonda le sue radici nella storia. Il diamante è un bene ricco di fascino e particolare. Allocarlo però non è un’operazione semplice. Investire in diamanti presuppone una buona, se non ottima, cultura finanziaria e significa scegliere il bene rifugio per antonomasia, alla pari o forse più dell’oro stesso.

Il tipo di investimento è a lungo termine, e la quota dedicata a titoli di questo tipo non dovrebbe eccedere il 10/15% dell’intero portafoglio azionario. Una curiosità: il diamante da investimento costituisce solo una piccolissima parte del totale di materia prima estratta dalle miniere. L’80% infatti viene usato a livello industriale, il 20% circa viene invece tagliato a gemma. Di questo, solo l’1-1,5% è promosso a diamante da investimento. Il taglio del diamante da investimento è quello classico, il rotondo brillante, il livello di purezza deve essere quello massimo definito. L’investimento minimo corrisponde a circa 3.700 euro, cioè una pietra da 0,50 carati.

Investimenti in energia nucleare

In queste settimane si è tornato prepotentemente a parlare di nucleare. Gli investimenti in questo settore negli anni sono stati molti e cresceranno in quelli a venire. Ad agosto scorso, Van Eck ha lanciato il Van Eck Market Vectors Nuclear Energy, un fondo che intende replicare l’andamento del DAXglobal Nuclear Energy, calcolato dalla Borsa tedesca. Composto da 38 società, quest’indice è legato al business dell’energia atomica, ha una commissione annua dello 0,65% ed è formato per il 50% da titoli minerari di società che si occupano dell’estrazione e della lavorazione dell’uranio (la materia prima alla base del processo) e per il 32% da aziende che contribuiscono alla realizzazione e alla gestione degli impianti e alla loro manutenzione. In termini geografici, il fondo ha una notevole esposizione al Giappone (43%) e al Canada (27%). Peso minore hanno l’Australia, il Sudafrica e l’Italia, rappresentata dalla Impregilo.

Investire in oro

Materia prima. Valuta. Oggetto d’investimento. La storia dell’oro è lunga decine di secoli. Eppure ancora oggi investire nell’oro rappresenta una via certa, in grado di fornire al risparmiatore sicurezza e stabilità. Mentre il potere di acquisto di moltissime valute è diminuito nel corso dell’ultimo secolo, quello dell’oro è rimasto stabile e poco sensibile alle fluttuazioni internazionali e agli scossoni dovuti ad assestamenti geo-politici. Insomma, l’oro – secondo molti economisti – protegge gli investimenti fatti nel lungo periodo, superando indenne sia periodi inflazionistici che deflazionistici.