
Queste svalutazioni, correlate all’incidenza negativa sulla redditività attesa del mutato scenario macroeconomico e regolamentare, hanno inciso per 10,16 miliardi.
Queste svalutazioni, correlate all’incidenza negativa sulla redditività attesa del mutato scenario macroeconomico e regolamentare, hanno inciso per 10,16 miliardi.
La decisione di procedere ad un aumento di capitale al fine di rafforzare ulteriormente la solidità del patrimonio, ricordiamo, si è resa necessaria soprattutto dopo che Unicredit è stata inserita nella lista G-Sifi, ossia la lista delle banche aventi rilevanza sistemica a livello globale.
E’ calato invece dell’1,4% il margine di interesse rispetto a dodici mesi prima, a quota 1.344,9 milioni di euro. Nel solo terzo trimestre il margine di interesse è stato pari a 458,7 milioni, in aumento del 3,8% rispetto ai 441,8 milioni del secondo trimestre.
E’ stata inoltre deliberata dal Consiglio di Amministrazione l’emissione di prestiti obbligazionari non convertibili per massimi 250 milioni di euro che potranno essere collocati entro il mese di giugno.
Nel corso dei primi mesi dell’anno, ricordiamo, Banca Generali ha distribuito ai suoi azionisti in relazione all’esercizio 2010 un dividendo pari a 0,55 euro per azione.
Le G-Sifi, ricordiamo, sono tutte quelle grandi istituzioni finanziarie che in caso di fallimento possono avere un impatto sul sistema economico e finanziario globale, come è avvenuto nel 2008 a seguito del fallimento di Lehman Brothers.
Adesso la banca ha precisato i motivi della decisione, nel prospetto informativo. Bpm indica che i proventi netti derivanti dall’operazione sono stimati a quota 775 milioni di euro, nel caso vengano sottoscritte tutte le azioni offerte.
Le stime complessive sui dividendi 2012, relativi all’esercizio 2011, del comparto bancario sono state tagliate del 68% circa. Tagli sono inoltre stati effettuati sui dividendi dei singoli istituti di credito.
Ebbene, come si può intuire dall’andamento del titolo, il risultato del test non è stato positivo. Secondo L’Eba, infatti, per poter rientrare nei nuovi parametri Banco Popolare necessita di un capitale aggiuntivo di ammontare pari a 2,8 miliardi di euro, oppure a 1,8 miliardi se si ipotizza la conversione del bond soft mandatory.
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