Banche americane guadagnano dalla crisi italiana

Negli ultimi mesi le banche americane hanno ridotto notevolmente l’esposizione verso il debito sovrano dei paesi periferici europei. La trimestrale di Morgan Stanley ha evidenziato una drastica riduzione dell’esposizione verso i PIIGS a 2,4 miliardi di dollari. A fine dicembre gli investimenti in titoli di stato dei PIIGS (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna) ammontavano a 6,44 miliardi di dollari, di cui 4,9 miliardi nei bond italiani. A gennaio si era già a 3,06 miliardi di dollari. Inoltre, lo scorso 3 gennaio Morgan Stanley ha chiuso un contratto derivato con l’Italia da 3,4 miliardi di dollari.

Spread Btp-Bund sopra 400 per tensioni rating Francia

La febbre da rating sta tornando a catturare l’attenzione degli investitori e ad impattare negativamente sull’andamento dei listini azionari e degli spread sovrani. Tutto è cominciato ieri quando sono iniziate a circolare rumors di un possibile downgrade di Moody’s sulla Francia e di Fitch sull’Olanda. Qualche giorno fa, invece, Citigroup aveva affermato che l’Italia potrebbe essere soggetta ad un nuovo taglio del rating nel medio termine fino al livello BBB-, cioè appena sopra la fatidica soglia di junk.

Risultati asta bond Spagna 19 aprile 2012

Stamattina la Spagna ha collocato Bonos a 2 e 10 anni per un ammontare complessivo di 2,54 miliardi di euro, più dell’importo previsto all’inizio. Andando più in dettaglio nell’asta, il Tesoro spagnolo ha emesso titoli di stato a 2 anni (scadenza 2014) peer complessivi 1,12 miliardi di euro a fronte di una richiesta di 3,67 miliardi di euro. Il rapporto di copertura, o bid/cover ratio (cioè il rapporto tra l’ammontare richiesto e il quantitativo offerto), è salito a 3,3 da 2, evidenziando così una domanda abbastanza sostenuta.

Piazza Affari crolla a -2,2% contagiata da crisi Spagna

Listini europei nuovamente in rosso dopo la diffusione dei dati sul sistema bancario spagnolo da parte del Banco de Espana, cioè la banca centrale spagnola. Secondo quanto emerso dal report dell’istituto centrale iberico, le sofferenze bancarie sono salite a febbraio dell’8,6% dal 7,9% di gennaio. Si tratta di crediti concessi alle banche che difficilmente saranno restituiti. La percentuale mostrata a febbraio è la più alta mai registrata dal 1994. La borsa di Madrid è la peggiore in Europa, ma sta contagiando anche il resto della periferia europea in particolare Piazza Affari che perde il 2,2%.

Europa in recessione nel 2012 secondo il FMI

Il Fondo Monetario Internazionale ha diffuso ieri le nuove stime sul pil globale per l’anno in corso e per il 2013. Nel suo World Economic Outlook il FMI ha rivisto leggermente al rialzo le sue previsioni sulla crescita mondiale rispetto a quelle avanzate a gennaio scorso a +3,5% nel 2012 e a +4,1% nel 2013. Secondo gli esperti del FMI la zona euro resterà l’anello debole con una contrazione dello 0,3% per quest’anno e una modesta crescita dello 0,9% nel 2013.

Aumenta il costo per assicurarsi dal fallimento di Spagna e Italia

Il ritorno della crisi del debito sovrano europeo non ha portato in dote soltanto l’incremento degli spread, bensì anche il balzo dei cosiddetti “credit default swap” (CDS), cioè quegli strumenti finanziari derivati che permettono di proteggersi dall’eventuale fallimento del debitore (anche se utilizzati maggiormente per scopi speculativi piuttosto che di hedging). I timori sul debito spagnolo hanno fatto salire i CDS a 5 anni su Madrid fino a 521 punti base sui massimi di sempre.

Alle banche europee servono 242 miliardi secondo l’EBA

Se Basilea III fosse già in vigore, il 20% delle principali banche europee non avrebbe i requisiti minimi di capitale. A far emergere questa preoccupante realtà è l’EBA, European Banking Authority, che ha fatto i conti nelle tasche dei principali istituti di credito continentali che hanno attività internazionali e un CoreTier1 superiore ai 3 miliardi di euro. Attraverso una simulazione fatta sui bilanci consolidati al 30 giugno 2011, è emerso che 10 banche su 48 principali dell’Ue-27 avrebbero un capitale “core” inferiore al 4,5% rispetto agli asset se le regole fossero sin da ora più stringenti.

Risultati asta bond Spagna 4 aprile 2012

Sta tornando sempre più la paura sui mercati finanziari. Il motivo? Ancora il debito sovrano dei paesi periferici della zona euro, in particolare per la Spagna. Archiviato momentaneamente il dossier Grecia dopo l’accordo per la ristrutturazione del debito, è proprio Madrid a far tremare i mercati e l’Europa intera dopo che lo scorso week-end si era raggiunto un accordo di massima per potenziare il firewall anti-crisi europeo a 800 miliardi di euro. Stamattina è arrivata la doccia fredda dopo l’asta dei bond spagnoli a breve-media scadenza.

Fondo salva-stati europeo potrebbe aumentare a 1000 miliardi

Oggi a Copenaghen prenderà il via il vertice informale dell’Ecofin, al quale parteciperanno i ministri finanziari e i banchieri centrali dell’area euro. Sul tavolo c’è l’ipotesi di rafforzamento del firewall anti-crisi fino a 1000 miliardi di euro, per impedire che un colpo di coda della crisi possa nuovamente travolgere la zona euro e far ritornare turbolenze simili a quelle che si sono verificate nel secondo semestre del 2011. L’annuncio del potenziamento del fondo salva-stati europeo dovrebbe avvenire tra oggi e domani.

Esito asta di finanziamento Bce (LTRO) 29 febbraio 2012

In occasione della seconda asta di finanziamento a tre anni della Bce, le banche europee hanno avanzato richieste per complessivi 529,531 miliardi di euro, ossia in linea con le previsioni degli analisti, che avevano previsto richieste comprese tra i 300 e i 750 miliardi di euro.

Al prestito, che ricordiamo è concesso al tasso agevolato dell’1% al fine di consentire alla banche di disporre di una maggiore liquidità a basso costo, hanno partecipato 800 banche, mentre in occasione della precedente asta tenuta lo scorso 21 dicembre avevano partecipato 523 banche con richieste per un ammontare complessivo pari a 489,191 miliardi di euro.

Spread Btp-Bund scende a 350 punti base

E’ in netto calo in data odierna, rispetto alla chiusura di venerdì scorso, lo spread tra i Btp italiani ed i titoli di Stato tedeschi sulla curva a dieci anni. Nel pomeriggio, infatti, il differenziale di rendimento si attesta attorno ai 350 punti basi con la “carta” italiana a dieci anni che segna un rendimento sotto il livello del 5,50%. Trattasi di tassi che, seppur elevati, sono di gran lunga più bassi rispetto ai valori record registrati nelle scorse settimane.

Che la situazione sia in miglioramento lo dimostra anche il dato fornito dalla Banca centrale europea (Bce), che la settimana scorsa non ha acquistato titoli di Stato dopo aver ridotto sensibilmente il controvalore degli acquisti anche nella settimana precedente con poco meno di 60 milioni di euro.

Grecia raggiunge accordo sul piano di austerità

Buone notizie in merito al futuro dell’economia della zona euro arrivano dalla Grecia. Il premier greco Papademos e i partiti politici del paese sono infatti riusciti a trovare un accordo sulle misure di austerità necessarie per ottenere nuovi aiuti ed evitare così il default.

L’adozione di tali misure, ricordiamo, era stata espressamente richiesta ad Atene dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale per la concessione di un nuovo pacchetto aiuti.

Spread Btp-Bund giù su accordo fiscal compact

Torna a scendere in data odierna lo spread Btp-Bund, in area 415 punti base circa, dopo la chiusura di ieri in area 430. Il mercato sembra apprezzare, anche se con un moderato entusiasmo, l’accordo europeo a 25 Paesi sul cosiddetto fiscal compact.

Da segnalare comunque che, oltre alla mancata e scontata non adesione della Gran Bretagna, anche la Repubblica Ceca sul fiscal compact al momento si è defilata a fronte invece dell’adesione in extremis e sofferta da parte della Polonia.

Spread titoli di Stato al nuovo record in Portogallo

Torna forte ad inizio ottava la speculazione sui debiti pubblici dell’Eurozona. Mentre in Grecia si stanno definendo in queste ore gli ultimi dettagli per trovare un accordo con i creditori, è il Portogallo ora a sentire le pressioni dei venditori di titoli Stati lusitani che, sulla curva a dieci anni, stanno facendo registrare in questo momento il nuovo massimo di rendimento dall’introduzione dell’euro.

Il differenziale tra i titoli di Stato portoghesi e quelli tedeschi, sulla curva a dieci anni, è infatti balzato sopra la soglia dei 1.500 punti base con la conseguenza che i rendimenti hanno sfondato la soglia record del 17%.