
Il differenziale tra i titoli di Stato portoghesi e quelli tedeschi, sulla curva a dieci anni, è infatti balzato sopra la soglia dei 1.500 punti base con la conseguenza che i rendimenti hanno sfondato la soglia record del 17%.


Il calo del differenziale tra i titoli italiani e quelli tedeschi registrato oggi è dovuto ad un calo del rendimento del buono decennale al di sotto del 6%, a quota 5,86%. Contestualmente, inoltre, il benchmark quinquennale stamane ha registrato il livello minimo intraday del 4,75%.


Per il 2012, in particolare, è prevista una crescita del Pil mondiale del 2,5%, mentre nel 2013 la crescita dovrebbe essere del 3,1%, ovvero inferiore rispettivamente di 1,1 e di 0,5 punti rispetto alle previsioni diffuse lo scorso giugno.

Parker ha infatti spiegato che per Fitch Ratings il coinvolgimento del settore privato equivale a default certo, per cui la Grecia senza ombra di dubbio fallirà entro breve, probabilmente a marzo in occasione della scadenza prevista per il pagamento del suddetto bond.


Dopo che Francia ed Austria sono state declassate perdendo la tripla A, Standard & Poor’s ha tagliato anche il rating del nostro Paese, sceso da A a BBB+, come Perù, Colombia, Irlanda, Russia e Kazakhstan.


Nel corso della consueta conferenza stampa che ha seguito la riunione, il presidente della Bce Mario Draghi ha sottolineato che il quadro economico generale continua ad essere caratterizzato da un’elevata incertezza e che l’instabilità dei mercati finanziari continua a pesare sulla crescita dei paesi della zona euro.

Tra le dieci previsioni shock figura un crollo del 50% del titolo Apple causato dall’agguerrita concorrenza degli altri produttori concorrenti e che impediranno a Apple di mantenere la sua attuale quota di mercato.

Hanno deciso di aderire all’accordo anche Repubblica Ceca, Svezia e Ungheria, mentre l’unica a rimanere fuori è la Gran Bretagna.

Secondo quanto riportato dal Financial Times sarebbe questa la nuova misura destinata a contrastare la crisi del debito sovrano e a cui i leader europei sarebbero arrivati dopo ben 11 ore di trattative, misura che sarà poi presentata nel corso del summit che inizierà domani sera per poi concludersi venerdì 9 dicembre.

Inoltre una serie di default multipli porterebbe inevitabilmente anche all’uscita dall’euro di alcuni Paesi. Moody’s spiega che le incertezze economiche sono cresciute nelle ultime settimane per via delle situazioni politiche di Grecia e Italia e per il peggioramento delle previsioni economiche.

Una parte di analisti, seppure in minoranza, aveva infatti ipotizzato un possibile taglio del tasso di riferimento, contro la maggioranza degli analisti che invece aveva previsto una conferma dei tassi all’1,5%.