Proposta segreta della Cina per salvare l’euro

Nel fine settimana sono circolate indiscrezioni dal G20 di Parigi riguardanti un’offerta segreta presentata dalla Cina, con l’obiettivo di salvare l’euro, come riportato anche sul Sunday Times.

Secondo quanto scritto dal giornale inglese, la delegazione cinese presente al G20, guidata dal ministro Xie Xuren, avrebbe proposto un piano di salvataggio per l’euro, attraverso forti investimenti in titoli di Stato dei singoli paesi e in infrastrutture.

Merkel-Sarkozy accordo per ricapitalizzare banche

Il vertice di ieri a Berlino tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha portato ad una posizione comune dei due paesi, che si sono detti pronti a ricapitalizzare le banche.

Nel corso della conferenza stampa congiunta, Sarkozy e Merkel hanno detto che Francia e Germania hanno posizioni assolutamente allineate su tutti gli aspetti della crisi, dicendo inoltre che entrambi i paesi sono pronti alla ricapitalizzazione delle banche europee.

3.000 miliardi per salvare l’euro

Nessuno nega, ormai, che l’Europa, o per lo meno una parte di essa (individuabile in Portogallo, Irlanda e Grecia), sia al collasso.

La domanda che circola sulle bocche dei più importanti manager mondiali nonché dei governanti delle più eminenti istituzioni internazionali, non è più quella sul possibile default della Grecia e sulle migliori strategie per evitare il tracollo dell’economia ellenica.

POSSIBILE DEFAULT SISTEMA BANCARIO EUROPEO

Acquisto bond Bce continua

Sui mercati secondari dei titoli di Stato dei Paesi periferici dell’Eurozona c’è chi compra, e c’è chi vende. Fin qui niente di nuovo se non fosse che dalla prima decade dello scorso mese di agosto sul mercato c’è un compratore primario e straordinario, dato dalla Bce, la Banca centrale europea.

La Bce, nata per garantire nell’Eurozona la stabilità dei prezzi, si è assunta un compito molto discusso e criticato al fine di garantire anche la stabilità dell’euro, e nel complesso la sua stessa esistenza. Dalla ripresa dell’avvio del programma di acquisto di titoli di stato, includendo ora anche l’Italia, la Bce ha acquistato titoli per oltre 150 miliardi di euro al fine di limitare le pressioni rialziste sul differenziale tra il granitico Bund tedesco ed il Btp italiano, ma anche nei confronti dei Bonos spagnoli.

Bce taglia previsioni Pil 2011-2012 per rallentamento economico

Nel corso della sua consueta e attesissima conferenza stampa che segue la riunione mensile del Consiglio direttivo della Bce, il presidente Jean-Claude Trichet ha indirettamente confermato le più recenti previsioni degli analisti, secondo cui l’atteso aumento dei tassi di interesse di un ulteriore quarto di punto percentuale entro la fine dell’anno non verrà più attuato.

Trichet ha infatti affermato che la crescita economica dell’area euro ha subito un’importante decelerazione nel corso degli ultimi mesi, circostanza che ha comportato tra le altre cose anche un irrigidimento delle condizioni del settore finanziario.

Bce lascia tassi di interesse invariati all’1,50%

La Banca centrale europea, coerentemente con quelle che erano le attese degli analisti, ha lasciato invariati i tassi di interesse all’1,50%.

La decisione presa dal Consiglio direttivo era attesa dal mercato in quanto risulta compatibile sia con le previsioni attuali che con quelle dei mesi scorsi. In occasione della riunione tenuta lo scorso luglio, infatti, l’istituto con sede a Francoforte ha alzato i tassi di interesse di un quarto di punto percentuale portandoli all’attuale 1,50% e lasciando intendere che entro la fine dell’anno avrebbe attuato un ulteriore aumento fino a portare il tasso di riferimento all’1,75%.

Previsioni Pil 2011-2012 possibile taglio dalla Bce

Domani si terrà la consueta riunione mensile della Banca centrale europea seguita come al solito dalla conferenza stampa durante la quale il presidente Jean-Claude Trichet fornirà come di consueto importanti indicazioni sul fronte della politica monetaria.

La riunione di settembre dell’istituto con sede a Francoforte è attesa dagli analisti non solo per l’influenza che l’esito della riunione avrà sul cambio euro dollaro ma anche perchè secondo alcuni analisti domani la Bce taglierà le stime di crescita del Pil europeo sia per il 2011 che per il 2012.

Bozza su emissione comune degli eurobond

È di venerdì 19 agosto 2011 la notizia che l’Unione Europea, ha detta del commissario Olli Rehn, titolare degli affari economici e monetari per l’eurozona, sarebbe pronta a presentare una bozza di legge che regolamenti, una volta per tutte, l’emissione dei cosiddetti eurobond, unificando le varie leggi sull’argomento e cercando di sistemare la confusione vigente in Europa così come all’estero.

Chi si aspettava una reazione dei mercati dinanzi ad una simile presa di posizione, contraria persino, come vedremo, alle idee dell BCE (Banca Centrale Europea), è rimasto grandemente deluso, poiché le principali borse europee, prede di se stesse nonché dell’estrema volatilità che le accomuna ultimamente, avevano ben altro di cui occuparsi.

Le reazioni politiche, invece, non si sono affatto attendere, dividendo l’opinione pubblica in due.

Previsioni tassi di interesse 2011-2012 modificate da Morgan Stanley

Morgan Stanley ha tagliato le stime sulla crescita del Pil mondiale nel 2011 portandole al 3,9% dal precedente 4,2%. La banca d’affari ha spiegato che alla base della sua decisione c’è la crisi del debito sovrano e soprattutto l’incapacità dei leader europei di riuscire a individuare e ad attuare le misure necessarie per fronteggiarla, andando così a causare un generale calo di fiducia e a rendere più probabile un ulteriore inasprimento fiscale da parte dei vari paesi.

Oltre a rivedere al ribasso le stime di crescita per l’anno in corso, Morgan Stanley ha anche tagliato le previsioni relative al 2012 portandole dal 4,8% al 3,8%.

La BCE acquisterà titoli di stato di Italia e Spagna

La Banca Centrale Europea ha annunciato che aumenterà il suo programma di sicurezza per i mercati, cioè metterà in pratica il suo programma d’acquisto di titoli di stato di Italia (Btp) e Spagna (Bonos), per rallentare la crisi dell’euro.

In una nota ufficiale la BCE ha comunicato che questo programma ha lo scopo di ristabilire una migliore trasmissione delle sue decisioni di politica monetaria, andando a garantire la stabilità dei prezzi nella zona euro.

Rating Grecia tagliato da Standard & Poor’s

L’agenzia di rating Standard & Poor’s è nuovamente intervenuta sul rating della Grecia portandolo da “CCC” (corrispondente a “vulnerabile”) a “CC” (corrispondente a “molto vulnerabile e altamente speculativo”), ovvero due livelli prima del default. Contemporaneamente ha confermato il rating “C” sul debito a breve.

Gli analisti dell’agenzia hanno spiegato di aver deciso di peggiorare ulteriormente il loro giudizio su Atene perché ritengono che il piano di salvataggio predisposto dall’Ue nei giorni scorsi risulta sfavorevole nei confronti degli investitori.

Rating Grecia ancora tagliato da Moody’s

L’agenzia Moody’s ha tagliato ancora il rating sul debito della Grecia, portandolo da “Caa1” a “Ca“. Moody’s ha fissato l’outlook a “developing“, questo vuol dire che la situazione attuale del paese non è ancora ben definita.

Il prossimo movimento potrebbe essere dunque positivo o negativo, in base alle nuove informazioni che arriveranno.

Secondo piano di salvataggio Grecia, intervengono i privati

Il cambio euro dollaro ha recuperato dai minimi registrati nel corso delle ultime due settimane grazie all’accordo a cui sono giunti ieri i capi di stato dei 17 paesi della zona euro in merito al secondo pacchetto di aiuti a favore della Grecia.

Nel predisporre il nuovo piano si è tentato di arrivare ad una soluzione capace di isolare la Grecia in modo tale da scongiurare il rischio contagio a danno di altri paesi. Come ha spiegato al termine del vertice il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, tra gli obiettivi del nuovo piano c’è quello di migliorare la sostenibilità del debito greco, fermare il rischio contagio e rafforzare gli strumenti di gestione delle crisi.

Default Grecia non escluso da Junker

Le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, hanno ulteriormente appesantito le Borse europee, compresa Piazza Affari dove l’indice Ftse Mib ha accelerato la sua corsa al ribasso segnando in tarda mattinata una flessione dell’1,30% a quota 18.541 punti.

Junker, in particolare, ha spiegato che i governi dei paesi della zona euro stanno lavorando per arrivare ad una soluzione che sia in grado di evitare il default della Grecia, tuttavia non si può escludere l’ipotesi che non riescano a trovare un accordo o che il loro piano fallisca, per cui il default di Atene resta una possibilità che non può essere esclusa.