
L’accordo sulla cessione degli asset tra cui anche la squadra di calcio sembra essere molto vicino, però le trattative continueranno nella giornata di giovedì, dopo che ieri sono andate per le lunghe fino ad una sospensione.
L’accordo sulla cessione degli asset tra cui anche la squadra di calcio sembra essere molto vicino, però le trattative continueranno nella giornata di giovedì, dopo che ieri sono andate per le lunghe fino ad una sospensione.
In questo contesto, dunque, è sempre più diffuso il ricorso degli investitori ai certificati emessi dalle banche e che hanno come sottostante metalli preziosi e materie prime. Questo tipo di strumento, infatti, rappresenta il modo più più agevole per investire in metalli anche somme piuttosto esigue.
Ora la banca che più di tutte sembra essere la favorita è Santander. Seb ha deciso di mettere in vendita le filiali tedesche perchè sono attività con scala insufficiente ad assicurare utili stabili.
Vengono così confermate le indiscrezioni di qualche giorno fa.
Il Presidente del Consiglio di Amministrazione di Unicredit Group, Dieter Rampl, si è detto molto contento dell’apprezzamento verso il gruppo bancario da parte dell’investitore del fondo arabo.
Aabar, tuttavia, non è nuovo ad Unicredit, poco più di un anno fa il fondo ha infatti acquistato 49,8 milioni di cashes Unicredit, ossia lo strumento emesso in occasione dell’aumento di capitale.
A partire dall’inizio del mese di maggio ci sono stati tre minimi crescenti battuti il 25 dello stesso mese e l’8 di giugno. I massimi sono invece stati toccati il 12 maggio ed il 4 giugno.
La correzione di Unicredit fa seguito a un deciso allungo nelle sedute precedenti, però in questo momento torna in discussione la soglia psicologica di 1,90 euro.
Il titolo sta così confermando i segnali di recupero forniti nelle sedute precedenti.
Unicredit si rilancia dunque oltre la soglia psicologica di 1,60 euro e proverà ora a lasciarsi alle spalle i minimi fatti registrare ad inizio di ottava.
WinEvo, infatti, è una tipologia di finanziamento che accompagna l’azienda nel corso dell’intero ciclo produttivo, ossia dall’acquisto delle materie prime fino ad arrivare alla fase della vendita sul mercato dei prodotti finiti.
Il margine di intermediazione ha superato i 6,8 miliardi (+3,7%) mentre il risultato lordo di gestione è salito del 6,9% a oltre 2,9 miliardi. Il margine di interesse è invece calato del 15,4% a 3,98 miliardi, le commissioni nette sono risultate in crescita del 17,5% a 2,2 miliardi mentre il trading è tornato ad essere positivo per 560 milioni, rispetto ai -94 milioni dello scorso anno.
Il titolo ha costruito un deciso rimbalzo che ha in parte allentato la pressione al ribasso, anche se non è stato sufficiente per tornare ad un quadro tecnico positivo.
Resta come detto contrastata la situazione di breve periodo, con i prezzi che dopo essere stati vicini ai 2,3 euro per azione, necessitano ora di una fase laterale di riaccumulazione, e questo già nella seduta di ieri sembra essere avvenuto.
Il titolo della banca è riuscito subito a recuperare terreno tornando al di sopra della soglia chiave di 2,20 euro per azione, chiudendo la giornata di venerdì in rialzo del 2,51% a quota 2,2425 euro per azione.