
Per questo motivo, dunque, gli analisti hanno fatto sapere che in base alle loro previsioni nel 2010 Lottomatica dovrebbe essere riuscita a realizzare un Ebit a 419 milioni di euro, ossia in crescita del 90% rispetto ai 219 milioni di euro del 2005.
Per questo motivo, dunque, gli analisti hanno fatto sapere che in base alle loro previsioni nel 2010 Lottomatica dovrebbe essere riuscita a realizzare un Ebit a 419 milioni di euro, ossia in crescita del 90% rispetto ai 219 milioni di euro del 2005.
Le ultime novità in merito sono arrivate ieri in serata da Italpetroli, la quale ha fatto sapere che nell’ambito del processo di cessione della partecipazione di controllo in AS Roma sono state già ricevute e sono tutt’ora in fase di ricezione delle offerte vincolanti che saranno esaminata nel dettaglio nel corso dei prossimi giorni.
Tra questi figurano in prima linea gli analisti di Morgan Stanley che hanno annunciato di aver alzato il target price sul titolo portandolo da 5 euro a 5,30 euro ad azione, confermando al contempo il rating “overweight”. La banca d’affari ha spiegato di aver preso questa decisione perché certa che la ristrutturazione del debito del gruppo porterà una serie di vantaggi, tra cui la riduzione dello sconto a cui è scambiato il titolo e che gli stessi analisti hanno sostengono sia sottovalutato.
I timori, tuttavia, non sono del tutto giustificati dal momento che, come hanno spiegato gli esperti di Banca Akros, le ripercussioni su Intesa Sanpaolo saranno piuttosto limitate alla luce della sua scarsa esposizione.
All’ordine del giorno è prevista l’approvazione di due aumenti di capitale, il primo sarà riservato agli azionisti di minoranza (tra cui figura anche l’ex fondatore e presidente Zeno Soave) che conferisce la possibilità di salire fino al 10% del capitale mediante l’emissione di un determinato numero di nuove azioni.
Al 31 dicembre 2010 l’indebitamento netto della società si è ridotto a 2,4 miliardi euro, rispetto ai 4,4 miliardi di euro registrati alla fine 2009, un risultato reso possibile soprattutto grazie alla performance operativa positiva realizzata in tutti i segmenti di business.
La controllata americana di Fiat Industrial, in particolare, nel corso dell’ultimo trimestre 2010 ha registrato un utile per azione pari a 0,87 dollari a fronte di un utile netto a 209 milioni di dollari. I ricavi sono risultati pari a 4,055 miliardi.
Nell’ultimo trimestre dello scorso anno, in particolare, l’azienda attiva nel settore del lusso ha registrato ricavi in crescita del 20% a 357,8 milioni di euro, mentre se si considera l’intero esercizio lo stesso dato raggiunge quota 1.069 milioni, segnando così una crescita del 15,4%.
L’operazione, in particolare, prevede che 15 milioni saranno conferiti in azioni di nuova emissione al prezzo di 10 centesimi l’una, che saranno offerte in opzione ai soci nel rapporto di 27 nuovi titoli ogni 5 posseduti.
Il titolo Prysmian, tuttavia, a Piazza Affari reagisce piuttosto male all’avvicinarsi della riunione dell’assemblea chiamata ad approvare l’operazione, al momento sul listino milanese segna una flessione dell’1,01% a 14,71 euro.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di declassare la quotazione della casa automobilistica torinese alla luce del fatto che nel corso dell’ultimo periodo ha sovraperformato l’intero settore, per cui i fattori positivi degli ultimi mesi sono già scontati nell’attuale valutazione del titolo.
L’accordo prevede inoltre un potenziale incremento del prezzo, pari al 9,75% dell’eventuale plusvalenza netta, nel caso in cui in cui i nuovi azionisti realizzino un disinvestimento totale o parziale delle azioni acquistate. A questo stesso prezzo, inoltre, verrà successivamente lanciata un’opa obbligatoria.
Nel periodo in esame il risultato operativo si è attestato a 29 milioni rispetto agli 8,8 milioni del 2009 (escluse le poste non ricorrenti 85 milioni rispetto ai 75,3 milioni del 2009) mentre l’utile netto ha raggiunto quota 5 milioni, in crescita rispetto alla perdita di 18,2 milioni dello scorso anno (se si escludono le poste non ricorrenti 60 milioni dai 48,3 milioni dello scorso anno).
Gli analisti, infatti, in questo caso hanno accolto in maniera negativa le dimissioni del condirettore generale Alberto Maturi, in particolare gli analisti di Equita hanno fatto sapere che a loro avviso la notizia non sarà accolta in maniera positiva dagli investitori in quanto Maturi era una figura piuttosto stimata e apprezzata dal mercato.