
Ad aiutare invece i mercati finanziari americani è stato decisamente il settore tecnologico che ha guidato la ripresa della borsa di New York facendo registrare a Wall-Street un meritato +45% del Nasdaq.
Ad aiutare invece i mercati finanziari americani è stato decisamente il settore tecnologico che ha guidato la ripresa della borsa di New York facendo registrare a Wall-Street un meritato +45% del Nasdaq.
Complice di questa valutazione del prezzo al barile di petrolio è dovuto alle stime degli analisti che vedono una diminuzione delle scorte del petrolio in America di 2,2 milioni di barili. Questo porterà ad una diminuzione delle scorte di benzina, diesel e gasolio da riscaldamento per un quantità stimata a 2,1 milioni di barili.
Il precedente accordo per il quale l’Ucraina voleva effettuare delle modifiche era stato firmato nel 2004. Ora, grazie a questo accordo, ha spiegato Serghiei Zinkievic portavoce dell’ente che trasporta il petrolio verso l’Unione Europea, il greggio verrà trasferito in Europa attraverso le linee presenti sul territorio ucraino con una maggiorazione del 30% sul prezzo di transito.
Questo rialzo del valore del petrolio (pochi giorni fa veniva scambiato a 73,34 dollari) è dovuto soprattutto al grande calo delle riserve negli Usa. Se non ci fosse anche il grande recupero del dollaro nei confronti delle altre monete il guadagno sarebbe potuto essere anche maggiore.
La salita nella giornata di ieri ha pesato per 18,8 dollari l’oncia e questo risultato dipende molto dalla decisione di molte banche centrali di acquistare ingenti quantità di riserve di oro come il caso dell’India.
Ieri al termine della settimana l’E-Mini Crude Oil future è sceso sotto il supporto che è posto a 75 dollari, dando così il via a quello che potrebbe essere un trend negativo per i prossimi giorni. Fortunatamente però la giornata si è conclusa a quota 72,35.
Innanzitutto è doveroso ricordare che il fabbisogno quotidiano di petrolio raggiunge i 75 milioni di barili, ma le stime per la fine del 2030 dicono che si potrebbe raggiungere i 105 milioni di barili al giorno.
E’ di oggi anche il comunicato che vede l’azienda legata ad Eni (la quale ha firmato un accordo per l’estrazione del petrolio in Uganda) firmare un contratto per la fornitura e la relativa gestione di un mega impianto di produzione galleggiante FPSO.
Con questo accordo Eni prevede di poter estrarre circa 1 miliardo di barili di petrolio di cui 700 milioni sono già stati scoperti sui quali avviene già l’estrazione in 28 pozzi sul bacino del lago Albert, il rimanente è ancora da cercare.
La situazione dei petroliferi in Europa oggi è tutta in salita grazie anche all’uscita del terzo trimestrale di BP (British Petrol) che ha totalizzato, nonostante la forte perdita del fatturato, dei ricavi ben superiore alle aspettative grazie anche al taglio delle imposte portandosi così a chiudere un bilancio con una diminuzione dell’utile netto del 33,7% (5,34 miliardi di dollari contro gli 8 del 2008, le stime erano peggiori).
Il Dow Jones ha lasciato sul campo lo 0,41%, il Nasdaq ha perso lo 0,54% mentre l’S&P lo 0,58%. Nonostante questi dati non incoraggianti sale la fiducia dei consumatori americani toccando quota 73,5 punti raggiungendo il punto massimo da gennaio 2008 a questa parte.
Uno degli aspetti fondamentali da tener presente è l’incontro previsto a breve della Fomc, la Federal Open Market Committee (ossia il Comitato federale del mercato libero), che questa sera annuncerà la decisione presa per quanto riguarda la politica monetaria della banca centrale Usa, anche se va detto che il mercato non si attende un imminente aumento dei tassi di interesse.
A Piazza Affari il Ftse Mib ha perso l’1,11% a quota 22.420 punti mentre il Ftse All Share ha ceduto l’1,02% a 22,841 punti. Male anche Parigi (1,07%) e Francoforte (-0,96%).