
Rispetto al prezzo di chiusura di venerdì scorso alla Borsa di Francoforte, si tratta di uno sconto del 45%. L’operazione avrà un valore totale di circa 5,3 miliardi di euro.
Rispetto al prezzo di chiusura di venerdì scorso alla Borsa di Francoforte, si tratta di uno sconto del 45%. L’operazione avrà un valore totale di circa 5,3 miliardi di euro.
I diritti di opzione potranno quindi essere esercitati a partire da lunedì prossimo e potranno essere negoziati in Borsa dal 23 maggio al 3 giugno.
Nel comunicato si legge che la Consob ha stabilito la non obbligatorietà dell’Opa alla luce della situazione di crisi in cui versa Fondiaria Sai e in virtù dell’applicazione dell’esenzione prevista dall’art. 49 del Regolamento 11971 in materia emittenti.
I dettagli dell’operazione di ricapitalizzazione, che avverrà mediante l’emissione di nuove azioni che saranno offerte in opzione ai soci, non sono ancora stati resi noti, tuttavia secondo le prime indiscrezioni l’aumento di capitale dovrebbe partire il 23 maggio.
Ad inizio anno era infatti stata annunciata la notizia di Zucchi alla ricerca di un partner industriale in vista della preparazione dell’aumento di capitale destinato a risollevare la situazione di difficoltà in cui versa la società , che si trova a dover fronteggiare un debito piuttosto elevato.
Durante la riunione tenuta ieri, infatti, il Consiglio di amministrazione di Banca Popolare di Milano ha deliberato un aumento di capitale per un ammontare massimo pari a 1,2 miliardi di euro da attuarsi mediante l’emissione di nuove azioni che verranno offerte in opzione agli azionisti e ai portatori di obbligazioni convertibili.
L’operazione sarà svolta tramite l’emissione di sole azioni ordinarie da offrire in opzione agli azionisti ordinari, privilegiati e di risparmio con le stesse caratteristiche delle azioni in circolazione alla data di emissione.
Secondo i rumors circolati nel corso degli ultimi giorni, infatti, pare che la banca abbia già provveduto a comunicare ai tre potenziali acquirenti che la società non verrà più ceduta perchè le offerte avanzate non sono state ritenute soddisfacenti.
L’obiettivo della banca, in particolare, è riuscire a rimborsare entro i prossimi tre mesi circa 14,3 miliardi di euro di aiuti pubblici dei complessivi 16,2 miliardi ricevuti. La restituzione dell’intero ammontare di aiuti è invece prevista entro il 2014.
L’aumento di capitale avrà un ammontare massimo di 5 miliardi di euro e verrà attuato mediante l’emissione di nuove azioni ordinarie che verranno offerte in opzione ai soci.
La Fondazione, dunque, anche a costo di indebitarsi, sottoscriverà una porzione di aumento di capitale in modo tale da non diluire in modo significativo la sua partecipazione, attualmente pari al 55% del capitale complessivo.
Non sono servite a nulla, quindi, le dichiarazioni rilasciate poche ore fa dal consigliere tedesco di Unicredit, Mamphred Bischoff, che ha escluso una possibile ricapitalizzazione dell’istituto di Piazza Cordusio, spiegando che al momento Unicredit dispone di un aumento di capitale assolutamente adeguato.
Porsche, in particolare, emetterà 65,625 milioni di azioni ordinarie e un pari numero di titoli privilegiati. A ciascun azionista è riconosciuto il diritto di sottoscrivere 0,075 nuovi titoli per ogni azione già posseduta.
L’ipotesi di un aumento di capitale per Bpm, dunque, è già stata bocciata dai vertici dell’istituto bancario, compreso il direttore generale Fiorenzo Dalu, e dai sindacati.