
La buona performance registrata dal listino milanese nel corso del primo mese dell’anno è stata ricondotta in larga parte al risveglio della componente finanziaria, la stessa che lo scorso anno aveva inciso negativamente sui risultati del 2010.
La buona performance registrata dal listino milanese nel corso del primo mese dell’anno è stata ricondotta in larga parte al risveglio della componente finanziaria, la stessa che lo scorso anno aveva inciso negativamente sui risultati del 2010.
Per quanto riguarda il primo punto, in particolare, il piano strategico prevede investimenti per cinque miliardi di euro nel corso dei prossimi cinque anni al fine di operare un ammodernamento alla rete, per una crescita complessiva del 15%, ossia pari a circa 700 milioni di euro.
Se si ha sufficiente dimestichezza con internet la soluzione migliore è quella di puntare alle banche online, senza dubbio le più economiche. Secondo l’analisi condotta da CorrierEconomia e che ha preso in considerazione le sei maggiori banche che operano online (Fineco, IwBank, Che Banca!, Ing, WeBank e Barclays), il costo medio annuo di un conto corrente online è di soli 11,05 euro.
Il gruppo, in particolare, ha archiviato l’ultimo trimestre 2010 con ricavi in crescita del 16% a 810,9 milioni, un risultato che supera i 771 milioni previsti in media dal consenso. Se si considera l’intero anno, invece, i ricavi hanno raggiunto quota 2.879,2 milioni di euro, ossia un risultato in crescita del 10,2% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e leggermente inferiore rispetto ai 2.839 milioni previsti dal consenso a 2.839 milioni.
La banca d’affari ha motivato la sua decisione spiegando che a suo avviso il nuovo piano strategico presentato da Renault appare piuttosto efficace ma allo stesso tempo presenta dei rischi piuttosto elevati.
Nonostante la decisione di alzare il prezzo obiettivo, il broker ha rivisto al ribasso le stime di Eps 2011 portandole da 0,82 a 0,79 euro per azione e 2012 da 1,03 a 0,91 euro per azione, mentre è rimasto invariato l’Eps 2010 a 0,65 euro per azione.
Ad influire positivamente è stato soprattutto il netto aumento delle vendite, cresciute del 27% a 110 milioni di euro. L’utile netto, invece, si è attestato a 5,5 milioni da 1,4 milioni del quarto trimestre 2009.
Nel corso dello scorso anno i ricavi hanno registrato un incremento del 15,6% a 38,97 miliardi mentre il margine operativo si è attestato a 1,099 miliardi, pari al 2,8% dei ricavi, contro la perdita di 396 milioni del 2009. Il margine operativo della sola divisione auto si è portato a 1,298 miliardi, pari all’1,1% dei ricavi, mentre il settore finanziario ha contribuito per 703 milioni di euro.
La banca d’affari ha deciso di promuovere la quotazione a seguito della diffusione dei risultati preliminari relativi al 2010 e che si sono rivelati sostanzialmente in linea con le sue previsioni, inoltre le stime per l’anno in corso comunicate dal gruppo sono state giudicate “realistiche” dagli analisti di Citigroup.
Ad incidere in maniera negativa sull’utile sono state soprattutto le svalutazioni legate al fair value sul capitale di terzi per 146 milioni, oltre alle perdite sempre legate al fair value su cross currency swap esistenti sul debito a lungo termine.
I ricavi hanno registrato una crescita del 28% a 3.159 milioni di euro, contro i 3,2 miliardi previsti dagli analisti, mentre l’utile operativo è risultato pari a 1.862 milioni di euro, ossia in crescita del 46,2% e superiore ai 1.783 milioni previsti in media dal consenso.
Nonostante i dati siano tutt’altro che incoraggianti, la quotazione viaggia oggi in terreno positivo insieme agli altri titoli del settore cementifero: Italcementi (+3,13% a 6,58 euro) e Cementir (+3,51% a 2,2875 euro).
Viehbacher, in particolare, ha spiegato che, dopo aver firmato un patto di confidenzialità circa dieci giorni fa, ora le due società stanno continuando ad esaminare informazioni di carattere privato nel tentativo di riuscire ad arrivare ad un accordo.
Il risultato operativo ricorrente relativo alla sola divisione automotive ha invece raggiunto quota 621 milioni di euro rispetto alla perdita di 1,257 miliardi dell’anno precedente.