
L’utile dell’azienda americana è sceso del 7% a quota 835 milioni di dollari, vale a dire 43 centesimi per azione. Se si escludono le voci straordinarie l’utile è di 45 centesimi per azione.
L’utile dell’azienda americana è sceso del 7% a quota 835 milioni di dollari, vale a dire 43 centesimi per azione. Se si escludono le voci straordinarie l’utile è di 45 centesimi per azione.
Il 5% dei ricavi è derivato dall’incremento del canone di concessione Anas.
L’utile netto del gruppo con sede a Roma è ammontato a 16,6 milioni di euro, in rialzo di oltre il 100%, anche se le previsioni degli analisti erano di 21,5 milioni di euro.
I premi lordi complessivi hanno raggiunto quota 53,8 miliardi di euro (+5,8%), in particolare per il segmento vita la crescita è stata dell’8% a 37,3 miliardi mentre i premi danni sono saliti dell’1% a 16,6 miliardi.
I ricavi di Cisco nel periodo agosto ottobre sono aumentati del 19% a quota 10,75 miliardi di dollari (in perfetta linea con le previsioni), mentre l’utile netto è cresciuto dell’8% a 1,9 miliardi, pari a 34 centesimi di dollaro per azione.
Il risultato netto consolidato del gruppo è negativo al 30 settembre per 2,8 milioni di euro, contro l’utile di 3,9 milioni di euro dello stesso periodo dell’anno scorso.
La società tedesca ha chiuso il terzo trimestre dell’anno sotto di 396 milioni di euro, ma ad influire negativamente sui conti è stata la svalutazione di attivi da 1,2 miliardi di euro, nella divisione materiali medicali.
L’istituto di credito transalpino ha fatto registrare anche ricavi in aumento, del 3,1% a quota 4,98 miliardi di euro, mentre gli accantonamenti per perdite su crediti, rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, sono calati del 18% a quota 973 milioni di euro.
I dati relativi all’attività svolta dall’inizio dell’anno e fino al 30 settembre sono stati resi noti dalla compagnia assicurativa mediante una nota, attraverso la quale è stato anche comunicato che, vista la performance negativa, è probabile che per il 2010 si deciderà di non distribuire alcun dividendo ai propri azionisti.
L’Ebitda si è attestato a 329,8 milioni mentre il risultato operativo è salito a 268,2 milioni, dai precedenti 106,1 milioni. Al 30 settembre 2010 l’indebitamento finanziario netto è risultato pari a 2.721,1 milioni, in calo di 41,7 milioni rispetto al 30 dicembre 2009.
L’utile operativo è cresciuto del 2,3% a 2,06 miliardi, un dato leggermente superiore rispetto alle previsioni delle banche d’affari che avevano previsto 1,92 miliardi, mentre i ricavi sono aumentati dell’11% a 24,5 miliardi.
Gli interessi netti si sono attestati a 11.817 milioni di euro, in flessione del 12,1% mentre le commissioni nette sono risultate pari a 6.417 milioni, in crescita dell’11,2% rispetto allo stesso periodo del 2009.
Secondo gli analisti ad aver influito in maniera così pesante sui conti dell’istituto bancario inglese in questo periodo è stata la scarsa prestazione della divisione dell’investment banking.
Nel periodo luglio settembre, i ricavi del gruppo Enel sono però cresciuti a quota 18,17 miliardi di euro, del 4,8%.