Uscire dai mercati azionari su rischio guerra in Siria?

Markets Drop Lower On Fears Of Unrest In Syria Prompting AirstrikesAi mercati non piace l’incertezza  e, probabilmente,  non vi è nulla di più volatile di uno scenario di guerra. Sopratutto se il teatro del conflitto è il Medio Oriente, in cui i potenziali effetti a catena e la paura di una possibile interruzione dell’approvvigionamento di petrolio potrebbero destabilizzare l’economia globale. La guerra è un evento da cui l’investitore medio può trarre profitto o, al contrario, rispetto al quale è necessario prepararsi adeguando il proprio portafoglio? E’ il momento di vendere e uscire dai mercati azionari?La crisi siriana è solo la scusa di cui il mercato aveva bisogno?

Piazza Affari maglia nera e Mediaset crolla

ITALY-POLITICS-GOVERNMENT-TALKSGli investitori fiutano l’instabilità politica italiana e vendono (sia azioni che titoli di stato): Piazza Affari si aggiudica la maglia nera mentre lo spread torna a salire (sebbene sia ancora lontano dai livelli allarmanti di due anni fa!). A farne le spese sono soprattutto le banche, che detengono una massiccia quantità di titoli  di stato (400 miliardi di euro)  e che scendono di parecchi punti. Nei prossimi due anni le banche dovranno trovare il denaro necessario per rimborsare i 260 miliardi ottenuti in prestito nel 2012 dalla Bce, attraverso l’operazione di rifinanziamento. A pagare il conto (particolarmente salto) è anche il presunto responsabile della crisi: Silvio Berlusconi.

Spread: dove andrà adesso?

btpL’estate che sta ormai volgendo al termine, ci consegna uno spread Btp-Bund (differenziale tra rendimenti tedeschi e italiani) ai livelli più bassi degli ultimi due anni. L‘assottigliarsi dello spread tra i bond decennali italiani e tedeschi è principalmente dipeso dall’andamento dei rendimenti tedeschi. Nell’ultimo mese l’interesse pagato da un Bund è cresciuto dello 0,3% (dall’1,5 all’1,8%), mentre nello stesso periodo i rendimenti sui Btp sono scesi dal 4,5% al 4,3%. Allo spread, importante termometro della crisi e indicatore dello stato di salute di un paese, sono strettamente correlati aspetti come l’interesse sul debito pubblico, il costo dei finanziamento e la solidità del sistema bancario.

Mercati finanziari: settembre da bollino rosso

Dow Trading Below 15,000 After Several Days Of LossesSarà un settembre da bollino rosso per gli investitori. Gli appuntamenti attesi dai mercati finanziari sono principalmente due:  il Fomc della Fed e le elezioni in Germania. Il meeting del comitato di politica monetaria  (Fomc) della Federal Reserve si terrà il prossimo 17-18 settembre e la sua rilevanza è cresciuta all’indomani della diffusione  dei verbali  della riunione del 30-31 luglio scorso, da cui sono emersi segnali di incertezza. I membri del comitato direttivo della Banca centrale americana si sono infatti mostrati divisi sul cosiddetto “tapering”, l’allentamento del programma di acquista di titoli di stato  (o di altre obbligazioni) sul mercato.

9,5 milioni di poveri in Italia nel 2012 secondo l’Istat

istatAncora brutte notizie per l’economia italiana. Dopo la diffusione del dato relativi ai conti pubblici, che ha evidenziato per il debito pubblico italiano nuovo record a 2.074,7 miliardi a maggio 2013, stamattina è stata la volta delle rilevazioni dell’Istat sulla povertà in Italia. Il disagio di milioni di famiglie cresce di giorno in giorno, come certificato dall’istituto nazionale di statistica. Nel 2012 il numero di persone in povertà relativa è risultato pari a 9,5 milioni, ovvero il 15,8% della popolazione.

Crisi economica in Italia peggio di quella del ‘29

La lunga crisi che sta attraversando il nostro Paese è addirittura peggio di quella del ’29. A farlo presente è stata la Cgia di Mestre confrontando le principali grandezze nel periodo dal 1929 al 1934 con quelle dal 2007 al 2012. Nel dettaglio, nel periodo della crisi del ’29 in Italia il prodotto interno lordo a livello aggregato registrò al netto dell’inflazione una diminuzione del 5,1%, mentre dal 2007 al 2012 la perdita di ricchezza è stata pari al 6,9%.

Crisi economica 2012-2013 affossa i consumi

Bloccare, anzi eliminare una volta per tutte l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto (Iva) programmato per il prossimo mese di luglio del 2013. Allentare il Patto di Stabilità dei Comuni al fine di dare spinta all’occupazione, e rilanciare gli investimenti con particolare riferimento alla ricerca ed allo sviluppo tecnologico.

Moody’s rischio contagio economico in Europa

L’agenzia di rating Moody’s ha lanciato un allarme sull’Europa, affermando che nel 2013 le società continentali potrebbero soffrire ancora molto in virtù di un rischio contagio economico dalla perfieria europea ai paesi più virtuosi del Nord. Per il prossimo anno gli specialisti dell’agenzia vedono forti rischi per le imprese non finanziarie europee fino a tutta l’area EMEA, quindi fino all’Africa e al Medio Oriente. Nel report pubblicato questa mattina, Moody’s avverte che potrebbero avvenire nuovi tagli dei rating a causa del proseguimento della crisi dei debiti sovrani europei e della crescita negativa del pil.

Prezzi al consumo Istat agosto 2012 in aumento

E’ ancora sopra il 3% in Italia l’inflazione. Questo stando ai dati provvisori di agosto del 2012 forniti dall’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) che, in particolare, ha rilevato come i prezzi al consumo nel mese che termina oggi siano aumentati su base annua del 3,2% rispetto al 3,1% del mese di luglio del 2012.

A agosto 2012, rispetto al mese precedente, la variazione congiunturale è stata invece pari a +0,4%. In base ai dati provvisori di agosto del 2012, l’inflazione acquisita per l’intero 2012, ha riferito l’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) con un comunicato ufficiale, si attesta al 3% tondo tondo.

Rischio inflazione 2012 al ritorno dalle ferie

Al ritorno dalle ferie in Italia si rischia una nuova ondata inflazionistica. Questo almeno stando alle previsioni del Codacons che al riguardo ha lanciato l’allarme prezzi e tariffe per il mese di settembre del 2012.

Nel dettaglio, l’Associazione dei consumatori e degli utenti prevede alla riapertura delle attività dei rincari generalizzati praticamente in tutti i settori dell’economia dell’ordine del 5-7% su base annua a partire dai generi alimentari con ripercussioni negative per le famiglie pari in media a ben 550 euro su base annua.

Il rischio Italia pesa sui corporate bond

La decisione di Moody’s di effettuare il downgrade sull’Italia al livello “Baa2”, ovvero a due notch dal giudizio “spazzatura”, ha avuto importanti conseguenze sull’andamento dei titoli di stato e dei corporate bond. Lo spread Btp-Bund si è mosso al rialzo fino a sfiorare ieri quota 500. Il rendimento del dcennale italiano resta così saldamente sopra il 6%. La bocciatura di Moody’s ha avuto pesanti ripercussioni soprattutto sui bond societari italiani, che da venerdì hanno sperimentato un ampliamento dello spread con il tasso mid-swap.

Una mail “incastra” S&P per i rating sull’Italia

Secondo quanto emerge dalle e-mail interne all’agenzia di rating Standard & Poor’s, c’erano forti contrasti tra gli analisti finanziari per il modo in cui veniva rilascio il report che sanciva la bocciatura dell’Italia. Tutto risale al 13 gennaio scorso, poche ore dopo la diffusione del report contenente il declassamento del rating dell’Italia al livello BBB+ da A, quando veniva giudicato negativamente anche il settore bancario domestico. In una e-mail scritta (in inglese) da Renato Panichi, responsabile per le banche di S&P, emerge un forte contrasto interno tra gli analisti dell’agenzia.

Citigroup boccia l’Italia

La banca americana Citigroup continua a bersagliare l’Italia con giudizi poco generosi, aumentando notevolmente la pressione sul Belpaese a pochi minuti dalla diffusione dei dati dell’asta dei BTP a 5 e 10 anni con emissione per un controvalore massimo di 5,5 miliardi di euro. Secondo la banca d’affari statunitense, il pil italiano registrerà una contrazione del 2,6% nel corso dell’anno mentre nel 2013 il pil dovrebbe mostrare un calo del 2%. Insomma, secondo Citigroup, l’Italia resterà in una fase di recessione almeno per altri 18 mesi. Citigroup è da tempo pessimista sull’Italia e ha già rimarcato il suo punto di vista in molte altre occasioni.

Italia in recessione nel primo trimestre 2012

L’Italia continua a mostrare risultati molto preoccupanti dal lato della crescita economica. Nel primo trimestre dell’anno il prodotto interno lordo, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è risultato in deciso calo. Infatti, secondo i dati rilasciati dall’Istat, il pil è calato dello 0,8% rispetto al precedente trimestre. A livello tendenziale, il calo del pil è pari all’1,4% se confrontato con il dato del primo trimestre del 2011. Nella lettura preliminare dello scorso 15 maggio, il calo rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno era stato quantitificato nell’1,3%.