
Proprio ieri anche JP Morgan ha tagliato le stime di crescita degli Stati Uniti, seguendo a ruota quanto già fatto nei giorni precedenti da Morgan Stanley e Goldman Sachs.
Proprio ieri anche JP Morgan ha tagliato le stime di crescita degli Stati Uniti, seguendo a ruota quanto già fatto nei giorni precedenti da Morgan Stanley e Goldman Sachs.
Se da un lato il cambio tra la moneta unica e il biglietto verde non riesce a trovare uno spunto importante oltre la resistenza di breve a quota 1,34-1,345, dall’altro almeno si mantiene ben al di sopra della soglia psicologica a 1,30.
Anche il tentativo di allungare a quota 1,345 è fallito però rimane un buon margine oltre la soglia psicologica di 1,30, che conferma il quadro tecnico neutrale.
L’oro ha potuto beneficiare anche dei nuovi timori relativi alla situazione dell’Irlanda, infatti l’azienda di rating Fitch ha tagliato il rating di lungo termine di Dublino di ben tre livelli, declassandolo da A+ a BBB+.
Il Macd e Parabolic Sar hanno così confermato il trend al ribasso della moneta unica, comunque un rimbalzo tecnico potrebbe essere innescato dal forte ipervenduto, con primo obiettivo a 1,31-1,312 e secondo obiettivo a 1,32-1,3222.
La moneta unica europea ha trovato un ampio spazio di caduta fino a quota 1,31, confermando così in questo modo l’inversione al ribasso iniziata già fin dall’inizio del mese di novembre, il problema però è che ora il rischio del cedimento della soglia psicologica di 1,30 è più che fondato.
Ieri l’euro è sceso nel pomeriggio fino a quota 1,3199 dollari, toccando i valori più bassi dal 21 settembre scorso, salvo poi recuperare fino a quota 1,3250 circa.
Nella giornata di ieri la Banca Centrale Europea aveva fissato il cambio euro/dollaro a quota 1,3225, mentre giovedì a 1,3321, però gli investitori nel frattempo continuano a essere molto preoccupati, soprattutto a causa della crisi del debito sovrano.
Il cross tra la moneta unica ed il biglietto verde ha trovato spazio di discesa fino a quota 1,3830, arrivando così molto vicino al supporto chiave di 1,38. Questo movimento ribassista era già cominciato nella giornata di venerdì, quando si era registrata la prima inversione del trend.
Come spiegato dagli esperti, il biglietto verde mostra un deficit di forza relativa, oltre a pagare gli effetti delle ultime dichiarazioni di Ben Bernanke, presidente della Fed, che in occasione di un discorso tenuto a inizio ottava al college di Providence nel Rhode Island, non ha escluso nuovi interventi di quantitative easing per sostenere il sistema finanziario americano.
La pensa diversamente invece il capo economista del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard, il quale crede che questo movimento della moneta unica non sia preoccupante.
Anche le altre monete considerate rifugio beneficiano della debolezza del dollaro, con il franco svizzero che ha segnato un ulteriore record a quota 0,9375 dollari, lo yen che è sui massimi da due settimane a 83,6 dollari, e l’oro che ha toccato i 1.313,20 dollari all’oncia sulla piazza londinese.
Nell’ottava precedente si è registrata una importante fase di consolidamento per il cross euro/dollaro, proprio negli stessi giorni in cui l’euro toccava i suoi minimi storici nei confronti del franco svizzero, diventato in questo periodo anche un ottimo bene rifugio.
Il cambio tra la moneta unica e il biglietto verde, che nel mese precedente aveva compromesso il supporto di breve di 1,273, ha toccato il minimo proprio a quota 1,26, base sopra alla quale ha poi creato una fase accumulativa.