
La raccolta ordini del gruppo è diminuita del 21% arrivando a 10,64 miliardi di euro, il risultato operativo adjusted è stato negativo per 188 milioni di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente era stato positivo per 856 milioni.
La raccolta ordini del gruppo è diminuita del 21% arrivando a 10,64 miliardi di euro, il risultato operativo adjusted è stato negativo per 188 milioni di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno precedente era stato positivo per 856 milioni.
Ad influire negativamente sull’andamento del titolo della società attiva prevalentemente nei settori della difesa e dell’aerospazio sono state soprattutto le dichiarazioni rilasciate dall’amministratore delegato Giuseppe Orsi, che ha categoricamente escluso la cessione di Ansaldo Breda e di altre società controllate, avanzando invece la possibilità di alleanze con nuovi partner.
La decisione di tagliare il target price sul titolo della società italiana prevalentemente attiva nel settore della difesa e dell’aerospazio segue il taglio delle stime dell’utile per azione 2011 e 2012.
Pochi giorni fa si era infatti parlato dell’interesse per Avio da parte della Cassa Depositi e Prestiti. L’Ad Giovanni Gorno Tempini aveva confermato, visto anche l’interesse di Safran, società della difesa e dell’aeronautica civile e militare francese controllata al 30% dallo Stato francese, il quale valutava la società 3,5 miliardi di euro.
Basti pensare che nel corso degli ultimi mesi il titolo Finmeccanica in Borsa ha raggiunto i livelli minimi degli ultimi tredici anni, un calo su cui hanno influito anche i disordini in Libia e le vicende giudiziarie che hanno coinvolto alcuni membri del management.
In questo momento, infatti, le due importanti aziende italiane guadagno rispettivamente il 6,98% a quota 4,81 euro e il 12,55% a quota 6,19 euro.
Il motivo di questa rivalutazione è di facile individuazione. L’investitore oculato, in una congiuntura economica mai così volatile e priva, a causa della crisi dei PIIGGS, dei segnali di ripresa tanto attesi, non ha più molta voglia di lanciarsi in imprese azzardate, remunerative soltanto sul lungo periodo, bensì ha necessità d’investimenti a medio periodo che diano certezze, si tratti anche solo di un cospicuo dividendo o di un dividendo che certifichi la crescita della realtà industriale presa in considerazione nonché la bontà di una gestione accorta che ha saputo traghettarsi ottimamente fuori dalla crisi senza subirne i contraccolpi e preparandosi nel caso, malaugurato, in cui si verifichi un altra bordata.
L’investitore, dunque, sta cominciando ad apprezzare sempre più le società che presentato zero debiti e cospicue riserve di liquidità .
L’investitore, però, potrebbe stupirsi nel constatare che, al 31-5-2011, soltanto 5 delle 26 blue chips quotate a Piazza Affari potessero soddisfare i parametri sopra esposti.
Brutte notizie, dunque, per gli azionisti del gruppo aerospaziale italiano, che ormai da tre giorni vede le proprie quotazioni in continua svalutazione.
I motivi di questa”crisi” sono da ricercarsi, secondo i migliori analisti, specialmente a causa della pubblicazione del bilancio semestrale Finmeccanica, risultati insoddisfacenti le previsioni della vigilia.
Exane Bnp Paribas ha messo in revisione il rating outperform su Finmeccanica, tagliando il target price del 53% da 12,5 a 5,9 euro per azione.
I ricavi del gruppo nella prima metà del 2011 sono calati del 3% a 8,43 miliardi di euro. L’Ebitda adjusted ha ammontato a 440 milioni di euro, contro i 586 milioni di un anno prima, segnando così un calo del 25%.