
La notiza ha fatto schizzare in alto il titolo in Borsa, a Piazza Affari Autogrill S.p.A. registra infatti una crescita del 4,71% a 8,67.

La notiza ha fatto schizzare in alto il titolo in Borsa, a Piazza Affari Autogrill S.p.A. registra infatti una crescita del 4,71% a 8,67.

La decisione della banca d’affari è riconducibile al miglioramento della situazione patrimoniale che dovrebbe consentire al colosso energetico italiano di riuscire a mantenere i margini a livelli piuttosto elevati. HSBC, in particolare, ritiene che a sostegno dell’attività di Enel ci sarà una certa stabilità dei prezzi dell’energia elettrica in Italia e un ulteriore sviluppo dell’attività in America Latina. Secondo la banca, inoltre, contribuiranno in maniera positiva sui risultati complessivi del gruppo anche le attività legate alle energie rinnovabili.

In una situzione di debolezza della moneta unica europea il consiglio degli esperti è quello di difendere i propri risparmi mediante l’acquisto di bond espressi in valuta ed emessi da debitori con rating fuori pericolo. In questo caso i rendimenti, per scadenze comprese tra un anno e due anni, vanno da un minimo di 1,57 per la Norvegia ad un massimo di 9,48% per il Brasile.

Il problema principale non riguarda i titoli, la maggior parte degli investitori, infatti, considera le azioni dei listini europei attraenti e sottovalutate, tuttavia l’istabilità dell’intera economia europea fa si che manchi il coraggio per acquistarle.

A rivelare l’interesse del colosso energetico italiano nei confronti della compagnia petrolifera nigeriana è stato Marco Arcelli, vice presidente di Enel, il quale ha spiegato l’intenzione della compagnia italiana di fornire il suo contributo al lavoro di Nnpc con servizi di consulenza e di supporto tecnico.

Doris ha spiegato che le banche d’affari formulano di frequente proposte di fusione con diverse aziende, non solo Generali, tuttavia il fatto che cerchino di svolgere al meglio il loro mestiere non significa che da parte di Mediolanum ci sia un concreto interessamento.

Giorgetto Giugiaro, a cui rimarrà il 9,9% dell’azienda, ha commentato la cessione spiegando che questo è un giorno epocale per lui e per suo figlio Fabrizio, da oggi Italdesign entra a far parte della grande famiglia di Volkswagen, completando così un rapporto iniziato nel ’70, quando Italdesign Giugiaro fu chiamata a disegnare la prima Golf.

Il gasdotto di Greenstream collega la Libia con la raffineria siciliana di Gela, dove nel corso della giornata di ieri è stato emesso l’ordine di custodia cautelare nei confronti di 7 persone, accusate di essere coinvolte nel tentativo di omicidio dell’ingegnere Fabrizio Lisciandra, che aveva tentato di opporsi al tentativo della mafia di insinuarsi negli appalti del petrolchimico dell’Eni.

La testata specializzata nel settore dei motori ha citato come fonte alcune persone molto vicine all’operazione, del resto si tratta di una mossa assolutamente prevedibile dal momento che Volkswagen ha più volte ribadito la sua intenzione di diventare il più grande produttore di auto al mondo, con una vendita annua pari a circa 10 milioni di veicoli.

I dati sono stati diffusi dalla stessa azienda mediante una nota in cui viene indicato che i ricavi del canale retail sono saliti complessivamente del 36%, in questo segmento i risultati migliori sono stati registrati soprattutto in Estremo Oriente, dove la crescita è stata del 62%. Bene anche gli Stati Uniti e l’Europa, dove la crescita è stata rispettivamente del 33% e del 18%.

Le cose sono continuate ad andare male anche nel corso del primo trimestre dell’anno, periodo in cui i ricavi hanno subito una flessione del 13%, per non parlare delle stime relative al prossimo trimestre, che parlano di un ulteriore calo di entità simile a quello relativo ai primi tre mesi dell’anno.

Tra i sostenitori della tesi rialzista troviamo David Rosemberg e John Paulson, quest’ultimo ha addiruttura lanciato lo scorso gennaio un fondo specializzato in oro.

L’obiettivo, quindi, è quello di riuscire a realizzare delle sinergie sfruttando le potenzialità dei due brand, facendo così un ulteriore passo in avanti nella realizzazione di una struttura commerciale più efficiente e in grado di offrire un’elevata qualità di prodotti e servizi.

Ma questa non è l’unica misura che colpisce i lavoratori, l’accordo tra General Motors e sindacati prevede infatti dei tagli salariali che si stima faranno confluire nelle casse della casa automobilistica ben 265 milioni di euro l’anno.