
Nel corso dell’intera ottava il prezzo del petrolio è cresciuto del 6,7%, e continua a crescere la preoccupazione degli investitori per la situazione nell’Africa del Nord e nel Medio Oriente.
Nel corso dell’intera ottava il prezzo del petrolio è cresciuto del 6,7%, e continua a crescere la preoccupazione degli investitori per la situazione nell’Africa del Nord e nel Medio Oriente.
Nella stessa nota attraverso cui è stata diffusa la notizia, Groupama ha ricordato di aver subordinato l’operazione all’esenzione dall’obbligo di Opa su Premafin e/o sulle controllate, riservandosi però di esaminare la situazione una volta venuta a conoscenza delle motivazioni della Commissione.
Nella classifica sono presenti i fondi comuni a gestione attiva, così come pure i fondi “attivi”, ossia quelli in cui un gestore si espone su un titolo piuttosto che su un altro. Il primo posto della classifica è occupato da Axa World Funds Frm Italy, con un rendimento complessivo del 14,74%. Il secondo e terzo gradino del podio sono invece occupati rispettivamente da Leonardo Italian Oppuortunities (12,97%) e Fidelity Funds Italy Fund (12,75%).
Un funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico della Federazione russa così come una fonte vicina alla casa russa hanno riferito quanto scritto sopra al quotidiano Vedomosti.
Il future sul Crude con scadenza aprile ha guadagnato nella giornata di venerdì lo 0,6% a quota 97,88 dollari al barile, mentre ora è quotato a 99,56 dollari al barile.
Il broker giapponese crede che se la Libia e l’Algeria dovessero bloccare la produzione del petrolio, le quotazioni dello stesso potrebbero arrivare a crescere addirittura fino a 220 dollari al barile.
Le proteste sono iniziate anche in Marocco e le continue manifestazioni e il senso di insicurezza non fa altro che alimentare la sfiducia degli investitori che si vedono costretti a vendere.
Mentre scriviamo il titolo della Roma perde 3,15 punti percentuali con una variazione di 0,04 euro che porta così ad una quotazione del titolo a 1,075 euro.
Con questo risultato, il Giappone non è più la seconda potenza economica al mondo, scalzato dalla Cina.
Il PIL cinese dell’anno scorso è stato infatti pari a 5,88 bilioni di dollari, facendo così della Cina la nuova seconda economia mondiale.
I vertici del social network cinguettante avrebbero dato il via alla trattativa per arrivare alla vendita della piattaforma, e a trattare già si sarebbero seduti due colossi del settore come Facebook e Google.
Alcuni analisti, infatti, ritengono che nel caso in cui la crisi in Egitto dovesse proseguire anche nel corso dei prossimi mesi, il prezzo del greggio potrebbe addirittura arrivare a superare i 100 dollari al barile. Previsioni più allarmanti arrivano dal Venezuela, secondo cui il prezzo potrebbe salire a 200 dollari al barile nel caso in cui il canale di Suez dovesse chiudere.
Il target price di Eni è stato alzato invece da 17 euro per azione a 21 euro. JP Morgan sostiene che il titolo della compagnia italiana presto potrà beneficiare della nuova struttura del gruppo, meno complessa dell’attuale.
Entrambe le case automobilistiche hanno fatto sapere di prevedere di riuscire a realizzare da questa partnership dei significativi vantaggi sul fronte dei costi, in quanto sia i veicoli prodotti da BMW che quelli realizzati da Peugeot dovrebbero iniziare ad essere equipaggiati con i nuovi componenti ibridi prodotti dalla joint venture a partire dal 2014.