
Anche per il declassamento dell’Italia da parte di Standard & Poor’s da stabile a negativo, ora Terna ed Enel potrebbero essere penalizzate di un notch nel caso il rating sul nostro paese venga portato a Mid-A.
Anche per il declassamento dell’Italia da parte di Standard & Poor’s da stabile a negativo, ora Terna ed Enel potrebbero essere penalizzate di un notch nel caso il rating sul nostro paese venga portato a Mid-A.
Questi stress test includeranno le verifiche sugli eventi catastrofici, terroristici e sulla caduta di aerei.
Secondo Equita inevitabilmente ci saranno delle conseguenze sia per il blocco di alcuni impianti sia per la richiesta di nuovi investimenti per aumentare la sicurezza.
Nella nota mediante la quale è stata comunicata la decisione, la banca ha spiegato che si tratta di una conseguenza del taglio attuato nei giorni scorsi sull’outlook del rating italiano, che allo stesso modo è stato portato da stabile a negativo. Standard & Poor’s ha infatti spiegato che i criteri utilizzati per la valutazione delle società strettamente collegate ai governi nazionali subiscono l’influenza di eventuali downgrade o upgrade dei rating dei paesi stessi.
Nella nota mediante la quale è stata annunciata la decisione di alzare il target price, la banca d’affari si è detta certa che il colosso energetico italiano riuscirà a raggiungere i target finanziari prefissati dal piano industriale relativo al periodo 2011/2015, presentato alla comunità finanziaria lo scorso marzo.
I ricavi del gruppo italiano sono cresciuti nel trimestre del 7,8% a 19,53 miliardi di euro.
La performance negativa registrata stamane dalla quotazione del colosso energetico italiano, come anticipato, è stata ricondotta in larga parte al calo del prezzo del greggio, alla luce del fatto che le tariffe dell’energia sono strettamente legate all’andamento delle quotazioni del Wti e del Brent.
Equita ha motivato la sua decisione spiegando di aver deciso di alzare il target price sul titolo alla luce del recente miglioramento delle stime sull’andamento del margine operativo lordo della controllata Enel Green Power.
Come fa notare Mediobanca, attualmente Enel ha 13 società quotate in tutto il mondo.
Ieri, infatti, è stato presentato un emendamento mediante il quale sono state sospese tutte le iniziative inerenti al nucleare in Italia in attesa delle decisioni che verranno prese a livello europeo sulla sicurezza dopo il disastro in Giappone.
La banca d’affari statunitense, in particolare, ha motivato la sua decisione spiegando che il valore attuale del titolo presenta uno sconto del tutto ingiustificato nei confronti degli altri titoli facenti parte del medesimo settore, nonostante si tratta di una tra le più grandi aziende a capitalizzazione del mercato europeo.
Nel corso dei prossimi cinque anni, in particolare, il colosso energetico intende conseguire dei risultati operativi in crescita riuscendo al contempo a mantenere un solido equilibrio patrimoniale e finanziario.
Il gruppo italiano ha beneficiato dell’aumento dei ricavi da vendita di energia elettrica nei mercati esteri e dal cambio del metodo di consolidamento della controllata Endesa, risalente al giugno 2009.
Nel corso del 2010 il margine operativo lordo è risultato pari a 17,5 miliardi di euro, in crescita del 6,7% rispetto ai 16,4 miliardi di euro del 2009.
Tra questi figurano in prima linea gli analisti di Morgan Stanley che hanno annunciato di aver alzato il target price sul titolo portandolo da 5 euro a 5,30 euro ad azione, confermando al contempo il rating “overweight”. La banca d’affari ha spiegato di aver preso questa decisione perché certa che la ristrutturazione del debito del gruppo porterà una serie di vantaggi, tra cui la riduzione dello sconto a cui è scambiato il titolo e che gli stessi analisti hanno sostengono sia sottovalutato.