
Il monito, tuttavia, suona come una vera e propria minaccia, visto che l’agenzia ha sottolineato come, nonostante ci sia stata una conferma del rating AAA, per questi paesi si è visibilmente ridotta la distanza che c’è prima del declassamento.
Il monito, tuttavia, suona come una vera e propria minaccia, visto che l’agenzia ha sottolineato come, nonostante ci sia stata una conferma del rating AAA, per questi paesi si è visibilmente ridotta la distanza che c’è prima del declassamento.
Secondo Moody’s, in particolare, ad influire sulla crescita economica del paese saranno soprattutto le misure attuate dal governo di Madrid per cercare di ridurre il suo deficit. I costi di finanziamento che dovranno affrontare il governo, i consumatori e le imprese, dunque, si prevede che andranno inevitabilmente a pesare sulla crescita economica nel breve termine.
L’agenzia di rating, inoltre, ha tagliato anche il rating a breve termine portandolo da Prime-1 a Not-Prime rating, ritenendo anche in questo caso che la nuova valutazione è in grado di riflettere meglio i rischi a cui il paese ellenico risulta soggetto nel breve termine.
Moody’s, inoltre, non ha escluso la possibilità di portare il rating della Grecia al livello “junk”, così come pure il rating del Portogallo ad un declassamento di due gradini a “A1”.
Secondo l’agenzia di rating, in particolare, il rischio di contagio riguarda tutti quei sistemi bancari suscettibili di essere influenzati dai timori di mercato per possibili abbassamenti del rating sovrano, gli stessi sistemi bancari che prima di subire questo tipo di pressione si sono trovati a dover contrastare il problema delle bolle sui prezzi e quello dell’esposizione ai prodotti finanziari strutturati. Una tipologia di sistema bancario che si ritrova soprattutto in Spagna, Portogallo e, in un misura inferiore, anche in Italia.
Una tesi questa che si è rivelata fondata, almeno per quanto riguarda la Spagna. Le agenzie di rating Fitch e Moody’s hanno infatti deciso di lasciare invariato il rating sul debito sovrano spagnolo a AAA.
Le banche che sono state colpite dal giudizione negativo dell’agenzia sono National Bank of Greece, il cui giudizio è passato a A2 da A1, Piraeus Bank, che è stata portata a Baa1 da A2, EFG Eurobank Ergasias, Alpha Bank e Emporiki Bank of Greece, che passano a A3 da A2. Al contempo Moody’s ha declassato anche il rating sui depositi e il debito di Emporiki Bank of Greece.
Moody’s si è dichiarata nelle scorse ore molto preoccupata per le conseguenze economiche che potrebbe avere il voto degli islandesi al referendum sulla Icesave.
Ricordiamo che questa legge riguarda i rimborsi ai risparmiatori del Regno Unito ed islandesi che sono stati interessati dal crack delle banche islandesi appunto.
L’agenzia ha inoltre precisato che il mantenimento del rating ai livelli attuali dipenderà esclusivamente dall’attuazione da parte della Grecia delle misure annunciate, nel corso dell’implementazione delle misure Moody’s ha infatti deciso di voler mantenere l’attuale rating, pur sottolinenado che ci saranno dei declassamenti nel caso in cui le riduzioni del deficit saranno inferiori rispetto a quanto promesso.
La volatilità dei mercati nel corso del prossimo anno, secondo l’agenzia di rating, sarà principalmente riconducibile al fatto che i principali paesi dovranno ritirare le misure di aiuto e di sostegno messe a disposizione delle banche, operazione questa che dal punto di vista della tempistica e della modalità di esecuzione rappresenta un grosso rischio, soprattutto per le economie avanzate.
Nel comunicato ufficiale dell’agenzia americana viene sottolineato che questa scelta è dettata dalle ultime dichiarazioni del Governo, che fanno intendere che non sia possibile pensare ad un sostegno del Governo stesso verso società che non sono parte o garantite dall’esecutivo.
A subire pesanti ripercussioni anche i titoli del London stock exchange, le azioni della società che gestisce la piazza londinese sono infatti crollate, circostanza dovuta al fatto che Dubai con la sua quota del 20% è il primo azionista della società di gestione del mercato inglese e le notizie delle difficoltà di Dubai World hanno spaventato gli investitori.