
Per il momento Unicredit è più cauta della società stessa, stimando un calo del 5% delle vendite per quest’anno, con un -14% solamente in Italia.
Per il momento Unicredit è più cauta della società stessa, stimando un calo del 5% delle vendite per quest’anno, con un -14% solamente in Italia.
Il titolo Diasorin a Piazza Affari ha chiuso la seduta in rialzo del 2,29% a quota 33,49 euro per azione. Questo vuol dire che per il titolo è possibile un potenziale margine di apprezzamento del 28% rispetto alla quotazione attuale.
Intermonte ha fatto sapere di aver assegnato al titolo Unicredit un target price di 2,25 euro per azione leggermente superiore a quello assegnato da Equita, ovvero 2,1 euro per azione, giudicando quello di Unicredit un titolo da tenere in portafoglio.
L’azienda italiana produttrice di elettrodomestici e di elettronica lancerà poi nel corso del 2011 ben 140 nuovi prodotti, che rappresenteranno la metà della gamma, inoltre vuole aggiornare il catalogo Hotpoint per il 70%.
Nel comunicato si legge che la Consob ha stabilito la non obbligatorietà dell’Opa alla luce della situazione di crisi in cui versa Fondiaria Sai e in virtù dell’applicazione dell’esenzione prevista dall’art. 49 del Regolamento 11971 in materia emittenti.
Il risultato netto di gestione del gruppo è cresciuto del 40,8% rispetto al primo trimestre del 2010, a 1,566 milioni di euro.
Secondo i rumors le banche incaricate di occuparsi dell’operazione saranno Bnp Paribas, Goldman Sachs e Unicredit, inoltre le previsioni vedono che a questo bond venga assegnato rating A1 da Moody’s e rating A- da Standard & Poor’s e Fitch.
Secondo i rumors circolati nel corso degli ultimi giorni, infatti, pare che la banca abbia già provveduto a comunicare ai tre potenziali acquirenti che la società non verrà più ceduta perchè le offerte avanzate non sono state ritenute soddisfacenti.
Non sono servite a nulla, quindi, le dichiarazioni rilasciate poche ore fa dal consigliere tedesco di Unicredit, Mamphred Bischoff, che ha escluso una possibile ricapitalizzazione dell’istituto di Piazza Cordusio, spiegando che al momento Unicredit dispone di un aumento di capitale assolutamente adeguato.
L’accordo, in particolare, prevede un investimento di 170 milioni da parte di Unicredit e che sarà destinato alla sottoscrizione di una quota dell’aumento di capitale da 450 milioni di Fondiaria Sai, in modo tale da arrivare a detenere al termine dell’operazione una quota del 6,6% del capitale ordinario.
Anche Thomson Reuters aveva calcolato il consensus della banca sulla base delle stime di 34 analisti, ed indicava un utile netto di 1,57 miliardi, anche se va detto che alcune stime di questo consensus si riferivano a report di novembre e dicembre.
Verranno finanziati i progetti già in corso e quelli che ancora devo partire da parte delle Pmi. Il prestito potrà coprire l’acquisto, la costruzione, l’ampliamento e la ristrutturazione di fabbricati.
Secondo i numeri preliminari, l’utile di Unicredit nel 2010 sarebbe stato di 1,219 miliardi di euro contro gli 1,702 dell’anno precedente. Le previsioni di Thomson Reuters parlano invece di un utile a quota 1,578 miliardi.
Secondo alcune indiscrezioni di stampa, dunque, la famiglia Ligresti si sarebbe affidata a Unicredit, che al momento sta studiando un piano alternativo a quello formulato da Groupama ma che allo stesso tempo consenta il salvataggio di Premafin e delle sue controllate.