
Sergio Marchionne nuovo presidente Chrysler



La revisione sul voto dell’Italia, iniziata da Moody’s a metà giugno, infatti, starebbe giungendo al termine (giacché sarebbero necessari 3 mesi per effettuare un operazione di questo tipo) .

Secondo i rumors, in particolare, ad esercitare pressioni per far slittare l’operazione di aumento di capitale sarebbe il consorzio di garanzia guidato da Mediobanca, preoccupato per le avverse condizioni di mercato che potrebbero pregiudicare la buona riuscita dell’operazione.

Nonostante il taglio del target price e delle stime dell’utile per azione relativo al prossimo anno, la valutazione complessiva della banca svizzera risulta comunque positiva dal momento che è stato ribadito rating “buy”.

Dopo ben quattro sedute al rialzo la Banca centrale svizzera ha quindi deciso di intervenire concretamente fissando il cambio con l’euro ad un tasso minimo di 1,2 franchi. La decisione dell’istituto centrale ha effetto immediato, inoltre come si legge nel comunicato diffuso pochissime ore fa, non solo non sarà più tollerato un cambio euro franco al di sotto di 1,2 ma questo stesso valore appare comunque sopravvalutato, per cui l’obiettivo è quello di puntare ad un ulteriore indebolimento della moneta.



Alla difficile situazione economica bisogna poi aggiungere l’ottima performance registrata dalla quotazione dopo l’Ipo e che toglie spazio ad una raccomandazione più convincente sul titolo.

La decisione presa dagli esperti della banca italiana si basa sulla performance negativa registrata dal titolo nel corso delle ultime settimane, in particolare la quotazione Eni ha perso nel corso degli ultimi mesi il 14% sottoperformando il settore, per cui Unicredit ritiene che eventuali fattori penalizzanti siano già scontati nell’attuale valutazione del titolo.

Per quanto riguarda Intesa Sanpaolo, in particolare, il broker ha fatto sapere di aver tagliato il rating portandolo da “outperform” a “neutral” e il target price da 1,6 a 1,25 euro. Le motivazioni del downgrade, ha spiegato la banca d’affari, hanno a che fare con la riduzione delle stime per il periodo 2011-2012 rispettivamente del 3% e del 13% per via degli accantonamenti e di una consistente riduzione del fatturato.


[LEGGI] QUOTAZIONE IN BORSA FEDRIGONI

A dirlo è stato l’amministratore delegato del gruppo, Fulvio Conti, che nel corso del suo intervento a margine del convegno Ambrosetti “The European House” ha fatto sapere che Enel prevede che a causa dei maggiori oneri che si troverà a dover fronteggiare per effetto della Robin tax sarà probabilmente costretta a tagliare parte degli investimenti pianificati.

A Piazza Affari poco dopo le 15:30 di questo pomeriggio il titolo Generali Assicurazioni registra una flessione del 4,45% a 12,03 euro.