
L’operazione dovrebbe essere conclusa per la fine di agosto, per ora non è ancora stato reso noto il valore complessivo dell’operazione anche se, secondo alcuni rumors, si tratterebbe di una cifra che si aggira intorno ai 50 milioni di euro.

L’operazione dovrebbe essere conclusa per la fine di agosto, per ora non è ancora stato reso noto il valore complessivo dell’operazione anche se, secondo alcuni rumors, si tratterebbe di una cifra che si aggira intorno ai 50 milioni di euro.

Una nuova offerta, tuttavia, significa inevitabilmente un investimento più oneroso, per questo motivo il consiglio di gestione ha convocato per la fine del mese l’assemblea dei soci afinchè venga disposto un aumento di capitale che consenta la partecipazione alla privatizzazione anche di altri partner finanziari, operatori turistici e autotrasportatori.

A spingere in alto i risultati semestrali del colosso alimentare svizzero è stata soprattutto la forte domanda proveniente dai paesi emergenti e l’aumento dei prezzi. Grazie a questi due fattori la società nell’ultimo trimestre ha registrato una crescita organica del 6,1%, contro una crescita del 6% prevista dagli esperti.

Il gruppo, in particolare, ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto di 1,09 miliardi di euro, in calo rispetto ai 1,33 miliardi del primo trimestre ma in crescita rispetto ai 71 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. Come dicevamo, dunque, si tratta di un dato superiore alle attese degli analisti che, al contrario, per il colosso olandese avevano previsto un utile pari a 709 milioni di euro.

Anche per il settore delle costruzioni è stato registrato un lieve miglioramento, anche se i livelli restano ancora troppo bassi, soprattutto per via del deterioramento dei prezzi di vendita, un problema presente in modo particolare in tutte le aree geografiche in cui opera l’azienda italiana.

Al contrario ha registrato una flessione del 66% l’Ebitda che si è attestata a 51,0 milioni di euro, un calo dovuto soprattutto ai bassi margini di raffinazione, così come pure è risultato in calo l’utile netto, pari a 21,1 milioni di euro, ossia con una contrazione del 64% rispetto al secondo trimestre 2009.

Per questo motivo, dunque, la banca d’affari ha ridotto le sue previsoni sull’Ebitda del settore per il 2010 e il 2011 rispettivamente del 4% e del 10% e al contempo ha declassato due importanti società europee attive nel settore delle costruzioni.

La decisione della banca d’affari va ricondotta soprattutto al recente accordo concluso con i sindacati e relativo alla riduzione del numero di dipendenti, circostanza che inciderà inevitabilmente sulla fiducia degli investitori verso la compagnia telefonica italiana. A tutto questo bisogna poi aggiungere le opportunità di crescita della società , soprattutto per quanto riguarda il mercato sudamericano, che secondo gli esperti promette piuttosto bene.

Al 30 giugno la disponibilità di cassa si è attestata a 7,841 miliardi di dollari, in crescita rispetto ai 7,367 miliardi del primo trimestre, soprattutto grazie al contributo del cash flow del secondo trimestre pari a 474 milioni di dollari.

Per quanto riguarda Peugeot, in particolare, la banca d’affari ritiene che il titolo al momento sia sopravvalutato e che per questo ogni possibile buona notizia futura sia già scontata nel suo valore attuale. Come se non bastasse, inoltre, la banca attende per la casa automobilistica francese una riduzione dei ricavi nel corso dei prossimi mesi, circostanza che ha inevitabilmente portato ad abbassare la sua raccomandazione sul titolo.

La British Bankers Association, in particolare, ha creato una task force di economisti che stanno studiando come risolvere il problema del credito alle imprese, in particolare si pensa di risolvere la questione con una ristrutturazione radicale del sistema del credito britannico.

Per quanto riguarda le previsioni, invece, le due banche d’affari hanno mostrato di avere pareri contrastanti. Goldman Sachs, infatti, ha deciso di abbassare, seppur di poco, le previsioni di Eps 2010 portandole da 0,38 a 0,37 euro per azione e quelle 2011 da 0,34 a 0,33 euro, mentre Societe Generale, al contrario, ha alzato le previsioni, anche se non di tanto visto che già in precedenza si è mostrata ottimista nei confronti del gruppo e in particolare della divisione Tyre.

UBS, in particolare, ha evidenziato che nei primi sei mesi dell’anno i costi di Barclays sono saliti mentre i ricavi hanno registrato un calo che ha riguardato quasi tutte le principali divisioni, eccetto l’Africa e la gestione del risparmio.

L’utile operativo è cresciuto del 23% a 2,2 miliardi di euro, risultati che superano le attese degli analisti, che avevano previsto un utile netto di 1,16 miliardi e un utile operativo di 1,88 miliardi. I ricavi sono aumentati del 14,5% a 25,4 miliardi, contro i 23,3 miliardi previsti dagli esperti.