Kodak in ristrutturazione fino al 2013

La ristrutturazione della società Eastman Kodak Co., pioniere delle pellicole fotografiche, sarà completata nell’anno 2013. A stimarlo è la stessa società dopo aver chiesto la protezione dai creditori ricorrendo al Chapter 11 a fronte di un finanziamento da circa 900 milioni di dollari arrivato da Citigroup. In ogni caso nella procedura di ristrutturazione non rientrano le divisioni di Eastman Kodak Co. che non sono statunitensi.

Adesso inizierà la fase più difficile per Eastman Kodak, quella per cui da un lato si possa procedere alla vendita significativa di asset, e dall’altro continuare le attività aziendali ordinarie visto che complessivamente in tutto il mondo la società impiega all’incirca 17 mila persone. Sono tante ma decisamente meno rispetto alle oltre 60 mila di nove anni fa quando ancora il titolo Eastman Kodak Co. a Wall Street era per capitalizzazione uno dei pilastri dell’indice Dow Jones.

Kodak si aggrappa al Chapter 11

In linea con le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, Eastman Kodak Co., società americana nota in tutto il mondo per la produzione delle pellicole fotografiche, ha ufficialmente chiesto l’accesso alla procedura di protezione dai creditori, che negli Stati Uniti coincide con il ricorso al cosiddetto Chapter 11.

Trattasi di una scelta inevitabile dopo che la società non è riuscita a rastrellare capitali freschi attraverso la vendita dei propri brevetti; ora, sotto la protezione dai creditori, Eastman Kodak è chiamata ad una riorganizzazione difficile e tale sia da migliorare la propria posizione finanziaria, sia da dare nuovo slancio al proprio business dopo che il lungo percorso di transizione dal business della fotografia tradizionale a quello del digitale non ha sortito gli effetti sperati.

Eastman Kodak sul viale del tramonto

In passato era il leader mondiale, praticamente incontrastato, delle pellicole fotografiche. Erano ma sono tutt’ora dei prodotti di alta qualità, solo che con l’avvento del digitale e degli smartphone la fotografia classica, quella con la pellicola che si vede e si tocca, e sempre meno utilizzata in tutto il mondo.

Il leader di cui stiamo parlando è Eastman Kodak, società quotata a Wall Street ed in passato asse portante del Dow Jones, indice delle prime 30 società USA per capitalizzazione e per liquidità. Quello di Eastman Kodak è stato un lento ma persistente declino che ora potrebbe portare alla bancarotta, ovverosia al ricorso al cosiddetto “Chapter 11” come previsto dalla legislazione e dalla normativa a stelle e strisce.

Bilancio JPMorgan Chase & Co secondo trimestre 2011

L’unica società che si può dire non essere stata intaccata dalla crisi economica e finanziaria che, ormai dal 2008, ogni paese trascina con sé senza soluzione di continuità, è probabilmente uno, se non addirittura il primo istituto di credito a livello mondiale. Stiamo parlando, ovviamente, di JPMorgan Chase & Co.

La famosa banca newyorkese, infatti, che serve circa 90 milioni dei più facoltosi clienti, è riuscita più d’ogni altra a cavalcare l’onda della ripresa e, soprattutto grazie all’ottimo comparto di investimento di cui può disporre, risollevarsi e ottenere profitti da capogiro.

Politica monetaria degli Stati Uniti

Un dollaro debole è un effetto collaterale della politica monetaria degli Stati Uniti e il Dollaro americano dovrebbe riprendere il valore una volta che la ripresa economica diventerà più robusta, ha detto un funzionario della Federal Reserve nella giornata di ieri.

Nonappena si rafforza la crescita economica, il valore del dollaro dovrebbe regolarizzarsi di conseguenza” ha fatto sapere in una nota il Vice Presidente Terrence Checki della Federal Reserve durante un discorso al Economic Club di New York.

Prezzo collocamento Ipo General Motors

Ieri, dopo la chiusura dei mercati americani, General Motors ha annunciato che il prezzo di collocamento di quella che è già stata ribattezzata come l’Ipo più importante della storia sarà di 33 dollari. Del resto nei giorni scorsi General Motors aveva già lasciato intendere la scelta di aumentare la portata della sua Ipo portando la forchetta di prezzo da 26-29 dollari a 32-33 dollari e mettendo in vendita ben 478 milioni di azioni ordinarie.

Il ritorno in borsa è valso al colosso automobilistico americano ben 20,1 miliardi di dollari, di cui 15,8 miliardi raccolti mediante la vendita di titoli ordinari e 4,35 miliardi incassati dalla vendita di titoli privilegiati.

Analisi tecnica Dow Jones

In Europa si fa molta fatica a invertire il trend al ribasso del breve periodo, con i derivati dell’Eurex e dell’Idem che si mostrano in leggera ripresa, ma che non tornano ai livelli di sicurezza.

L’indice di riferimento Americano cresce molto velocemente oltre la mediana rossa ribassista nel grafico, superandola di ben più di 150 punti.

Dow Jones sotto i 10.000 punti

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Quella di ieri è stata una giornata difficile per la borsa americana ed in particolare per l’indice Dow Jones, che è sceso sotto la soglia dei 10.000 punti, valore che non si registrava addirittura dal 4 novembre scorso.

Il DJ ha chiuso in calo dell’1,04% a quota 9.900 punti, mentre anche gli altri indici statunitensi non hanno fatto molto meglio, con il Nasdaq in calo dello 0,70% e l’S&P 500 che ha chiuso a -0,89%.

Google Inc. rimane in Cina

In una nota formale inviata da Washington, il governo americano chiede spiegazioni al governo cinese riguardo all’attacco hacker subito da Google Inc. che ha prodotto un furto della proprietà intellettuale dell’azienda americata attiva nelle ricerche su Internet.

Google al momento nega l’intenzione di voler lasciare il mercato cinese, ma fa sapere di essere molto amareggiata per l’accaduto. La società americana ha inoltre fatto sapere di non essere più intenzionata a filtrare e quindi ad auto-censurare i risultati di ricerca sul dominio Google.CN ed il primo risultato lo si è visto.

Società americane che beneficiano della ripresa

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Dall’America arrivano notizie sempre più confortanti sia dal punto di vista della disoccupazione sia dal punto di vista economico finanziario. Il tasso di disoccupazione sembra essersi livellato e i consumi sembrano essere aumentati. Un’analisi mostra un paniere di 5 aziende americane sulle quali si potrebbe valutare seriamente un investimento.

Se i consumi aumentano ci sono 5 aziende che potrebbero ricevere degli importanti benefici: Johnson & Johnson (JNJ), Procter & Gamble (PG), McDonald’s (MCD), Wal-Mart (WMT) E Coca Cola (KO). Coca Cola distribuisce e commercializza bevande analcoliche concentrate e sciroppi in tutto il mondo.

Johnson & Johnson positiva in avvio

Casey Johnson

Le condizione di pre-market del titolo Johnson & Johnson è vista in maniera positiva con un’apertura a 64,84 dollari in aumento dello 0,25%.

Gli occhi sono tutti puntati sul titolo attivo nel settore Healthcare per via della morte improvvisa dell’erede dell’impero Casey Johnson a soli 30 anni.

Nasdaq in salita vertiginosa +72,7%

presidente nasdaq

Il Nasdaq aveva raggiunto il suo minimo il 9 marzo del 2009 quando aveva raggiunto i 1268 punti mentre nell’ultima seduta si è attestato sui 2190 punti con un balzo verso l’alto del 72,7%. Un risultato molto interessante che ha fatto ingolosire una cinquantina di aziende di Silicon Valley l’area californiana che ospita le più grandi aziende tecnologiche del mondo come appunto Microsoft, Google, Apple e Cisco.

Il merito della salita del Nasdaq è stato anche delle IPO che dal loro debutto sono riuscite ad incassare ottimi risultati come Fortinet azienda attiva nella realizzazione di software antivirus ha ottenuto nei primi mesi di quotazione un +38%.

Rifinanziamento mutuo Usa +11%

mutui americani

Pare che lentamente la situazione economica americana si stia riprendendo e questo lo si denota dagli ultimi dati che sono arrivati dagli USA proprio questa mattina.

Dopo la crisi dei mutui subprime avvenuta più di 2 anni fa per la quale il mondo ne paga le conseguenze ancora oggi, la situazione sta via via migliorando e dall’America arrivano dati confortanti.