Investire in azioni nel 2011

Gli esperti di Swiss & Global Asset Management sono convinti che nel corso del 2011 la migliore strategia di investimento consista nel puntare al mercato azionario a discapito della liquidità, considerata da molti una valida alternativa in periodi di forte volatilità dei mercati, alla luce del fatto che sebbene i conti deposito offrano dei rendimenti piuttosto limitati assicurano in ogni caso la restituzione del capitale iniziale, senza contare che il denaro è sempre immediatamente disponibile, circostanza che consente di approfittare delle eventuali opportunità di investimento favorevoli.

Investimenti 2011: azioni meglio dei bond

A fronte della crisi del debito sovrano gli analisti per il 2011 consigliano di puntare soprattutto alle azioni più che ai bond. A contribuire a questo orientamento condiviso da gran parte degli addetti ai lavori sono anche le aspettative di inflazione al rialzo e che allo stesso modo favoriscono le azioni rispetto ai bond.

In particolar modo, secondo gli esperti, bisogna puntare ai titoli delle aziende che posseggono un brand forte a tal punto da esercitare un’influenza di rilievo sui consumatori.

Investire nei paesi emergenti, spicca il Sud America

Le previsioni relative ai paesi emergenti per il 2011 parlano ancora una volta di ottime performance alla luce di un tasso di crescita superiore rispetto a quello delle economie sviluppate, circostanza che ha portato la maggior parte dei gestori e degli analisti a consigliare di puntare su questi mercati anche nel corso del prossimo anno.

In un’intervista rilasciata a CorrierEconomia, il gestore del fondo Latin America del colosso americano dell’asset management Fidelity, Alex Duffy, ha però spiegato che nel 2011 meriteranno l’attenzione degli investitori anche paesi fino ad ora poco considerati, come Perù, Colombia, Cile e Argentina.

Investire a rate con il Pac

Una valida strategia di investimento è quella di affidarsi al cosiddetto Pac, ossia ad un piano di investimento a rate, un’ottima soluzione che in molti casi mette anche al riparo da alcune brutte sorprese, anche se trattandosi di un investimento bisogna considerare che una percentuale di rischio è sempre implicita.

In questo caso, secondo gran pare degli esperti, la soluzione migliore è quella di scegliere un fondo globale, in modo da riuscire a cogliere i trend rialzisti ovunque si presentino, vista soprattutto la difficoltà di fare previsioni per investimenti a lungo termine.

Investire nelle infrastrutture dei paesi emergenti

Viste le ampie prospettive di crescita previste dagli esperti per i paesi emergenti, sono in tanti ad aver deciso di includere nel proprio portafoglio titoli di società che operano in queste zone geografiche. Il problema, tuttavia, anche in questo caso è sempre lo stesso, ossia cercare di ridurre al minimo indispensabile i rischi, effettuando un’analisi approfondita prima di scegliere su quali aziende puntare per investire negli emergenti, perché non sempre le previsioni si rivelano azzeccate.

Ebbene, secondo gli analisti di JP Morgan per non sbagliare bisogna puntare al settore delle grandi infrastrutture, un comparto che nei prossimi 2-3 anni dovrebbe registrare una performance superiore del 2-3% rispetto alla media.

Previsione prezzi metalli preziosi 2011

In periodi di incertezza e di instabilità economica e finanziaria sono tantissimi gli investitori che scelgono di investire nei metalli preziosi, considerati i beni rifugio per eccellenza in momenti di tensione dei mercati finanziari, a dimostrarlo il clamoroso rialzo del prezzo dell’oro e degli altri metalli registrato negli ultimi mesi.

La situazione, tuttavia, è destinata a rimanere invariata anche nel corso dei prossimi mesi, almeno stando alle previsioni di Bank of America Merrill Lynch, che si è detta ottimista in relazione all’andamento dei prezzi dei metalli preziosi per il 2011.

Previsioni 2011 Bot e fondi comuni

Negli ultimi cinque anni coloro che hanno puntato buona parte del proprio portafoglio di investimenti sui Buoni del Tesoro a discapito dei fondi comuni hanno senza dubbio fatto la scelta migliore. Nel periodo compreso tra il 2005 e il 2009, infatti, nonostante i rendimenti abbiano subito un drastico calo, i Bot hanno fruttato ai loro investitori l’11,69% netto contro l’8,38% delle casse comuni italiane.

I Bot vincono anche in relazione alle spese complessive: in cinque anni per diecimila euro chi ha investito sui Bot ha speso il 2,30% mentre chi ha puntato ai fondi ha dovuto sborsare il 6,94%, più del doppio. Per non parlare di chi ha puntato sui Btp, visto che in questo caso le cose sono andate anche meglio: un guadagno del 13,80% per una spesa del 2,92%.

Pro e contro della liquidità

Alla luce dell’incertezza che caratterizza l’attuale situazione finanziaria sono sempre di più le persone che anziché investire i propri soldi scelgono di tenerli presso conti deposito che, sebbene non offrano rendimenti elevati, garantiscono la restituzione del capitale depositato, più un minimo di interessi, e consentono di rimanere al riparo da eccessivi rischi.

Il problema principale, secondo gli esperti, riguarda il timore relativo ad un futuro aumento dei tassi di interesse, in particolare si ritiene che i bassi premi che vengono offerti al momento non non siano sufficienti a ripagare il rischio di un futuro aumento dei tassi di interesse.

Investire puntando ai dividendi, occhio ai rischi

L’instabilità dei mercati ha portato ad un aumento dei dividendi che consente, a chi ha scelto di investire in questo periodo, di avere ottime possibilità di assicurarsi rendimenti più elevati rispetto ai titoli di Stato.

Tuttavia, secondo Samy Chaar del team investments strategy di Lombard Odier, non bisogna trarre conclusioni affrettate, perchè se è vero che in Europa i dividendi hanno superato i bond decennali è anche vero che non c’è alcuna prova che l’aumento dei dividenti porti automaticamente ad un aumento dei rendimenti azionari.

Previsioni prezzo rame alzate da Goldman Sachs

Investire nei metalli preziosi non è solo una tendenza piuttosto diffusa degli ultimi due anni e in generale di tutti i periodi caratterizzati da instabilità ed incertezza ma anche e soprattutto un consiglio degli esperti, che sempre più spesso invitano gli investitori a dedicare una parte del proprio portafoglio ai cosiddetti beni rifugio.

Quando si parla di metalli preziosi si pensa immediatamente all’oro, in assoluto il metallo prezioso preferito dai piccoli e grandi investitori, tuttavia sono tantissimi gli esperti che sottolineano la potenzialità anche di altri metalli, tra cui l’argento, il platino e il rame.

Rischi degli investimenti negli Emergenti

Gli analisti sono concordi nel ritenere che i mercati emergenti rappresentano un’ottima opportunità, per questo motivo si consiglia di destinare una parte del proprio portafoglio di investimenti a società che fatturano in quelle che sono considerate le nuove economie.

Nonostante questo, tuttavia, non mancano i rischi. Le incertezze riguardano diversi aspetti, si parte dalla scarsa accessibilità delle borse ad alta crescita fino ad arrivare ai pochi controlli sulle società quotate, per non parlare delle limitazioni alla circolazione dei capitali e del rischio politico piuttosto alto rispetto ai paesi avanzati.

Investire negli Emergenti

Viste le ottime performance dell’ultimo periodo e le previsioni a lungo termine degli analisti, la maggior parte degli esperti ritiene che una parte del proprio portafoglio debba essere investito nei paesi emergenti semplicemente acquistando titoli di società occidentali che fatturano in quelle che sono considerate le nuove economie, come SABMiller, Unilever, Swatch e Infineon.

Secondo una recente indagine, infatti, è emerso non solo che le migliori performance dei fondi comuni sono proprio quelle che si riferiscono a fondi che puntano ai mercati emergenti, ma anche che le azioni delle aziende europee che operano nei paesi emergenti per un giro d’affari superiore al 30% sono riuscite a realizzare in Borsa una performance del 45% superiore rispetto all’indice generale di mercato.

I mercati emergenti batteranno Wall Street

Puntare ai mercati emergenti, seppur paramentrando le quote del proprio portafoglio di investimenti ai rischi connessi, è un consiglio ricorrente degli esperti, sempre più ottimisti in relazione alla potenzialità di questi mercati. A confermare che l’orientamento è più che giusto i risultati di una recente indagine che collocano in cima alla lista delle migliori performance dei fondi comuni proprio quelle relative ai fondi che puntano ai mercati emergenti.

Ma mentre alcuni sostengono che il rally per nulla debole registrato nell’ultimo anno sia solo un caso isolato destinato a non ripetersi più, altri sono di tutt’altra opinione. Tra questi troviamo Goldman Sachs, secondo cui Wall Street ha ormai i giorni contati.

Migliori performance fondi comuni

Da un’indagine svolta da CorrierEconomia è emerso che i fondi comuni che da marzo 2009 ad oggi hanno registrato le migliori performance sono senza dubbio quelli che puntano ai mercati emergenti.

In cima alla lista, infatti, troviamo BlackRock Strat. Latin American che è riuscito a incassare il 286,83% dai minimi di marzo dello scorso anno, segue il 252,91% di Fidelity Im, il 245,49% di Hsbc, il 221,50 di Pictet Funds Lux-P Russian, il 19,21% di Dws Investment Turkey e il 218,29% di Jpm Funds Russia.