
Proroga moratoria mutui Abi

Il progetto di espansione mediante l’apertura di nuovi filiali, dunque, conferma ancora una volta l’impegno dell’istituto bancario nell’area Cee, soprattutto al fine di sfruttare al meglio le potenzialità di crescita offerte.
Alla luce di questa dichiarazione, dunque, gli analisti di Mediobanca hanno iniziato ad ipotizzare che l’istituto bancario italiano per poter disporre dei soldi necessari a finanziare l’operazione dovrà ricorrere ad un aumento di capitale oppure ad un cessione di asset, anche in vista dell’imminente introduzione delle nuove regole imposte da Basilea 3.
Passera, in particolare, ha sottolineato che la governance duale di Intesa Sanpaolo funziona alla perfezione, inoltre questo tipo di meccanismo ha consentito la realizzazione delle fusione tra Banca Intesa e Sanpaolo Imi nei tempi e nei modi previsti ed ha permesso alla banca di restare in piedi nonostante la gravissima crisi finanziaria globale, che al contrario ha portato al fallimento di altre banche considerate più grandi ed importanti.
La decisione sembrerebbe dettata dalla convinzione dell’amministratore delegato della necessità di mettere fine a questa tipologia di gestione, causa di una sorta di “ingessamento” della banca. Lo stesso Passera, inoltre, sembrerebbe certo del fatto che bisogna agire in questa direzione entro il più breve tempo possibile, soprattutto perché in un periodo di difficoltà come questo una separazione aiuterebbe a fronteggiare meglio la crisi economica e finanziaria.
Secondo quanto riportato da alcune fonti, infatti, Dubai Group non sarebbe in regola con il rimborso dei prestiti che gravano sul suo bilancio.
Gli interessi netti si sono attestati a 11.817 milioni di euro, in flessione del 12,1% mentre le commissioni nette sono risultate pari a 6.417 milioni, in crescita dell’11,2% rispetto allo stesso periodo del 2009.
I proventi operativi netti si sono attestati a 4,052 miliardi, in crescita dello 0,7% rispetto al secondo trimestre, gli interessi netti sono cresciuti dello 0,3% a 2,47 miliardi, le commissioni hanno registrato una flessione del 5,5% a 1,333 miliardi mentre il trading ha prodotto un risultato positivo per 126 milioni. Gli accantonamenti e le rettifiche di valore si sono attestate a 742 milioni.
I costi operativi sono passati a 217,2 milioni dai 190,4 milioni dello scorso anno, un aumento ricondotto in larga parte all’incremento delle risorse e ai maggiori investimenti a favore di iniziative strategiche.
I ricavi sono stati pari a 498,7 milioni, in calo del 26,5% rispetto allo scorso anno ma in crescita del 19% rispetto all’ultimo trimestre del 19%.
A monte, a pesare sull’andamento delle attività italiane, una ripresa economica che continua ad essere lenta e disomogenea dopo la recessione dello scorso anno.
Una volta che l’assemblea avrà dato il suo via libera, probabilmente nel corso della riunione fissata a dicembre, il consiglio di gestione andrà a determinare le modalità dell’emissione e il suo importo (prezzo di emissione ed eventuale sovrapprezzo, numero esatto di azioni emesse, rapporto di opzione, l’ammontare complessivo dell’aumento di capitale e la sua emissione in una o più tranche).
Questa acquisizione, infatti, ha consentito a Biverbanca di avere una rete di 122 sportelli, ben 775 dipendenti, una raccolta diretta di 3,1 miliardi e impieghi per 2,3 miliardi, un’operazione destinata a rafforzare la presenza nel territorio di riferimento che si aggiunge al completamento delle iniziative di armonizzazione delle piattaforme informatiche e dei processi operativi.