Pil Irlanda negativo crea timori per il debito

Le Borse europee hanno chiuso la seduta di ieri in calo, penalizzate da nuovi timori provenienti dall’Irlanda, che ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un Pil in calo dell’1,2%, nonostante esperti e analisti si aspettassero una ripresa dopo la crisi economica.

In seguito alla notizia, i credit-default swap sul debito sono aumentati di 31 punti segnando un record a quota 495,5 punti, con lo spread fra il rendimento dei titoli decennali irlandesi e i bund tedeschi che è schizzato al massimo storico di 411 punti.

Previsioni Borsa estate 2010

Gli investitori sanno bene che anche durante l’estate non bisogna assolutamente abbassare la guardia e preservare i propri investimenti da possibili rischi, visto che anche nel corso dei prossimi mesi sono previsti alti e bassi e un perdurare della situazione di incoerenza tra l’andamento dell’economia e quello dei mercati finanziari.

E’ proprio per questo motivo che prima di partire per le vacanza gli esperti consigliano di fare qualche aggiustamento al proprio portafoglio di investimenti per evitare spiacevoli sorprese. Anche in questo caso il consiglio è quello di diversificare puntando non solo ad azioni italiane ed europee ma anche a quelle che riguardano le restanti borse mondiali, guardando soprattutto ai Paesi Emergenti.

Rating Grecia declassato da Moody’s

Moody’s ha tagliato il rating sul debito a breve termine della Grecia portandolo a Ba1 da A3, argomentando a sostegno della propria decisione i rischi connessi al pacchetto di misure varato dall’Unione europea e dal Fondo monetario internazionale.

L’agenzia di rating, inoltre, ha tagliato anche il rating a breve termine portandolo da Prime-1 a Not-Prime rating, ritenendo anche in questo caso che la nuova valutazione è in grado di riflettere meglio i rischi a cui il paese ellenico risulta soggetto nel breve termine.

Trichet rassicura l’economia europea

Ieri pomeriggio Jean Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea, ha parlato della situazione economica del Vecchio Continente durante la conferenza stampa che ha seguito la decisione dell’istituto centrale di lasciare invariati i tassi di riferimento, in linea con le attese degli economisti.

Trichet ha parlato di tassi di interesse appropriati e pressioni inflazionistiche che dovrebbero rimanere limitate, insieme a un percorso di ripresa che continuerà, anche se in maniera ancora moderata e disomogenea.

Crisi euro favorisce le esportazioni

Ieri in occasione della pubblicazione dei risultati trimestrali il presidente di Piaggio Roberto Colaninno si è detto per nulla preoccupato della crisi che sta colpendo l’economia europea provocando un progressivo ribasso dell’euro nei confronti del dollaro, anzi, ha affermato che un cambio euro/dollaro intono a 1,25 agevolerà le esportazioni consentendo all’Europa di competere meglio con gli altri paesi.

Un’opinione questa condivisa anche da John Lipsky, direttore generale del Fondo monetario internazionale, secondo cui l’attuale livello dell’euro può favorire l’export europeo.

Rischi delle misure a sostegno dell’euro

Mentre continua il dibattitto su quali sono le cause che hanno portato la moneta unica europea ad un progressivo calo nei confronti del dollaro, i ministri finanziari dell’Unione europea hanno deciso di comune accordo di varare un pacchetto da 750 miliardi per evitare che l’euro risenta ulteriormente della crisi che sta colpendo la Grecia e che rischia di contagiare anche altri paesi europei.

La misura decisa a Bruxelles ha ottenuto il consenso di molti, era infatti ovvio aspettarsi che i vertici finanziari adottassero misure ritenute idonee a frenare la corsa al ribasso dell’euro, tuttavia tra gli economisti è sorto il dubbio che questa misura possa essere addirittura controproducente per la moneta europea.

Crisi euro scatenata dai fondi americani?

A fine febbraio aveva fatto parecchio discutere l’indiscrezione pubblicata dal Wall Street Journal, secondo cui i dirigenti di alcuni tra i più importanti fondi di investimento americani si erano riuniti per una cena presso un noto ristorante di Manhattan, durante la quale si erano mostrati tutti concordi nel ritenere che la crisi greca avrebbe portato ad un progressivo declino della moneta unica europea.

Una convizione questa che oggi non è più oggetto di un’indiscrezione di stampa, bensì una questione concreta di cui si parla apertamente sia in televisione che sui giornali.

Euro in calo sotto 1,25 dollari

L’euro continua a risentire della crisi greca e dei timori che stanno attraversando l’economia europea, oggi è stato infatti registrato un nuovo calo a quota a 1,2457 dollari, ossia sotto 1,25 dollari per la prima volta da marzo 2009.

A provocare questo nuovo e ulteriore calo è il netto aumento dei timori relativi alla crisi del debito sovrano, aggravati nelle ultime ore dalle dichiarazioni rilasciate da Josef Ackermann, CEO di Deutsche Bank, secondo il quale la Grecia dovrà superare diversi ostacoli per riuscire a risanare i suoi conti pubblici.

Ue prevede sanzioni sul debito per evitare altre crisi

La crisi che la colpito la Grecia ha evidenziato come la politica economica dei singoli paesi europei è un’interesse di tutti, è necessario quindi che si acquisti consapevolezza di questo importante aspetto e che ci si renda conto del fatto che è impossibile avere un’unione monetaria senza un’unione economica.

E’ questo quello che ha cercato di spiegare ieri il presidente della Commissione europea Josè Barroso, sottolineando anche come fino a questo momento il parametro del debito sia stato eccessivamente trascurato.

Prezzo oro in calo dopo piano salva euro

Durante i periodi di instabilità dei mercati finanziari il consiglio degli esperti è quello di diversificare il proprio portafogli di investimenti e di avere a disposizione una certa liquidità presso conti deposito, al fine di essere nelle condizioni di cogliere al volo eventuali opportunità.

In questi casi, tuttavia, la maggior parte degli investitori si rivelano proponesi ad investire nell’oro, il metallo giallo è infatti considerato una forma di investimento che non conosce crisi e il cui valore si innalza proprio nel momento in cui cala quello delle principali monete di riferimento.

Euro a rischio per crisi Grecia, parola di Tremonti

Dopo l’allarme lanciato dall’agenzia di rating Moody’s, secondo la quale i sistemi bancari europei sono seriamente a rischio, il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha cercato di rassicurare gli italiani spiegando che il nostro sistema bancario è tra i più solidi d’Europa, questo però non vuol dire che l’Italia e che gli altri paesi europei siano immuni, il rischio c’è sempre.

La principale preoccupazione del ministro riguarda la moneta unica europea, che a causa delle difficoltà di Atene e dei timori di contagio continua a calare inesorbilmente nei confronti del dollaro, è necessario quindi non sottovalutare la crisi greca e agire in modo tempestivo ed efficace.

Borse europee in calo per timori Grecia

Le borse europee continuano la loro inesorabile discesa, nonostante gli esperti abbiano espresso parole rassicuranti escludendo per i paesi europei, soprattutto per Portogallo e Spagna, un possibile effetto domino della crisi che ha colpito la Grecia.

Le rassicurazioni degli economisti, tuttavia, non sono servite a nulla, anzi la situazione sembra addirittura peggiorata. L’indice europeo Stoxx ha perso il 2,9% mentre l’S&P500 ha registrato un calo del 2,38%, per non parlare del continuo calo della moneta unica europea, precipitata sotto quota 1,30 sul dollaro, il livello minimo da aprile 2009.

Rating Italia invariato

Il tanto temuto effetto domino della crisi greca non si verificherà nè in Italia nè in altri paesi europei, a sostenerlo è Marco Cecchi de’ Rossi, managing director di Fitch Italia, che nel corso dell’incontro “Mercati, agenzie di rating e regole: per un circolo virtuoso” tenutosi presso l’Università Bocconi ha precisato che allo stato attuale non esistono paragoni tra la situazione della Grecia e quella del Portogallo e della Spagna.

Ancor meno preoccupante, secondo Cecchi de’ Rossi, è la situazione dell’Italia, al momento il rating è fermo ad AA e non è atteso alcun cambiamento, non esistono quindi i presupposti per allarmi di alcun tipo.

Tassi di interesse confermati all’1%

In linea con le attese del mercato la Banca centrale europea ha deciso di lasciare invariati all’1% i tassi di interesse, a distanza di circa un anno dalla decisione di tagliare i tassi di 0,25 punti percentuali portandoli così al minimo storico.

Dopo la decisione relativa ai tassi di interesse c’è stata la consueta conferenza stampa durante la quale il presidente della Bce Jean Claude Trichet ha ribadito che l’attuale livello dei tassi di interesse è assolutamente appropriato.