
Terna esclude aumento di capitale

Sempre a margine della riunione dell’assemblea tenuta ieri, i vertici della compagnia assicurativa bolognese hanno comunicato l’intenzione di aumentare l’ammontare dell’investimento nella holding Premafin, aggiungendo altri 75 milioni di euro.
Nel comunicato stampa diffuso dalla compagnia assicurativa italiana viene spiegato che hanno contribuito a tale perdita la significativa rivalutazione del carico residuo delle riserve sinistri del ramo RC Auto, l’impatto negativo derivante dalla forte instabilità dei mercati finanziari, le svalutazioni relative al patrimonio immobiliare e l’andamento ancora negativo delle società del settore diversificato.
Dopo l’ok arrivato ieri pomeriggio da Credit Suisse, l’ultima banca a rinunciare al diritto sul pegno di Mps, la Fondazione può quindi procedere alla cessione di una parte della quota detenuta nel capitale della banca senese al fine di dimezzare il suo debito da 900 milioni di euro.
La banca svizzera, in particolare, ha spiegato di aver rivisto la sua valutazione sul titolo Finmeccania in quanto crede in un potenziale rialzo delle sue azioni nel lungo termine.
A consigliare l’acquisto delle azioni Terna, in particolare, sono gli analisti di Banca Akros, Kepler, Centrobanca e Fidentis. Banca Akros, in particolare, ha spiegato che il suo giudizio positivo deriva soprattutto dalla convinzione che l’azienda è in grado di generare valore da nuove iniziative, tra cui figurano soprattutto gli accumulatori, e dalla prosecuzione dei piani di crescita della rete nazionale, soprattutto grazie al contesto favorevole sul fronte delle tariffe.
L’operazione di ricapitalizzazione, tuttavia, rientra nei piani di Palladio e Sator, quindi i due investitori, che ricordiamo hanno al momento una quota complessiva pari all’8% circa ma che non si esclude crescerà ulteriormente prima della suddetta riunione, dovrebbero fornire il loro appoggio all’aumento di capitale.
La banca francese ha spiegato di aver deciso di rivedere il suo giudizio sul titolo Intesa Sanpaolo dopo aver attuato una revisione sulle stime dell’utile al fine di inglobare sia gli effetti positivi derivanti dalla partecipazione al prestito della Bce che i maggiori oneri derivanti dalle commissioni nette.
Nonostante il declassamento del rating del debito sovrano italiano da A a BBB+, che aveva portato anche al taglio del rating di molti gruppi italiani tra cui Eni, Terna, Cdp e 34 banche, S&P aveva deciso di mantenere il rating su Enel invariato. Solamente pochi giorni fa S&P ha declassato anche Edison da BBB- a BB+.
In crescita anche il margine operativo lordo consolidato, che ha registrato un incremento del 3,8% passando a 617 milioni dai precedenti 605,4 milioni del 2010, mentre il risultato operativo si è attestato a 303 milioni, ossia in crescita del 21,8% rispetto ai 255,2 milioni dell’esercizio 2010.
Il forte calo registrato dal titolo è stato ricondotto in larga parte all’annuncio del posticipo della riunione del Consiglio di amministrazione per l’approvazione del conti relativi all’esercizio 2011, che è stata spostata dal 14 al 27 marzo.
Al momento, dunque, l’unico piano esistente è quello già annunciato, non esisterebbero quindi piani alternativi qualora questo non dovesse ricevere il via libera da parte dell’Isvap, ne deriva quindi che in caso di parere contrario sarà necessario procedere alle necessarie modifiche.