
L’utile netto del gruppo è invece sceso del 5,5% passando dai 4,39 miliardi di euro del 2010 a 4,15 miliardi, soprattutto per il maggiore carico fiscale derivato dalla modifica della Robin Hood Tax. L’utile per azione è risultato pari a 0,44 euro.
L’utile netto del gruppo è invece sceso del 5,5% passando dai 4,39 miliardi di euro del 2010 a 4,15 miliardi, soprattutto per il maggiore carico fiscale derivato dalla modifica della Robin Hood Tax. L’utile per azione è risultato pari a 0,44 euro.
Il prospetto informativo relativo all’offerta, ricordiamo, fissava a 1,5 miliardi di euro l’ammontare complessivo di bond, specificando però che tale valore poteva essere portato a complessivi 3 miliardi di euro nel caso in cui fosse stata registrata un’ampia richiesta di titoli.
La prima di queste ha a che fare con l’emissione dei bond. In base a quanto affermato dai rumors pubblicati stamani in merito all’andamento del collocamento delle obbligazioni, infatti, a due giorni dal lancio Enel avrebbe già ricevuto richieste per un ammontare pari a quello oggetto dell’offerta.
Secondo le prime indiscrezioni di stampa, infatti, in soli due giorni gli investitori retail avrebbero avanzato richieste di bond Enel per un ammontare pari a 1,5 miliardi di euro, ossia pari all’intero ammontare oggetto dell’offerta.
Il valore complessivo massimo di tale offerta è stato fissato ad un miliardo e mezzo di euro, tuttavia il gruppo si è riservato la possibilità di aumentarlo fino ad un massimo di tre miliardi di euro nel caso in cui dovesse essere registrata una forte domanda di titoli da parte degli investitori.
Ad influire negativamente sull’andamento dei due titoli è soprattutto la notizia diffusa stamane della cessione da parte di Enel dell’intera partecipazione detenuta in Terna, pari al 5,1% del capitale (102.384.037 azioni ordinarie).
Lo scorso 21 novembre, ricordiamo, Enel ha versato agli azionisti un anticipo di 10 centesimi per azione sul dividendo maturato nel corso dell’esercizio 2011, il cui saldo verrà messo in pagamento in data 21 giugno 2012, con stacco della cedola il giorno 18 giugno 2012.
Le misure contenute nel decreto hanno infatti come obiettivo principale quello di favorire una riduzione dei prezzi dando luogo ad una maggiore competizione.
I motivi che hanno spinto gli analisti della banca svizzera a rivedere la loro valutazione sul titolo del colosso energetico italiano sono diversi, tuttavia tra questi figurano in primo piano il rischio di riduzione degli utili e il rischio di taglio del dividendo.
Gli analisti della banca inglese hanno ridotto il rating di Enel da neutral ad underweight, portando nel contempo il target price da 4 a 3 euro. Il taglio di Hsbc è dovuto soprattutto alle preoccupazioni legate all’economia del nostro Paese.