
A Piazza Affari la quotazione Salvatore Ferragamo beneficia della valutazione positiva arrivata dalla banca d’affari e in tarda mattinata registra un guadagno di oltre cinque punti percentuali a quota 11,52 euro.
A Piazza Affari la quotazione Salvatore Ferragamo beneficia della valutazione positiva arrivata dalla banca d’affari e in tarda mattinata registra un guadagno di oltre cinque punti percentuali a quota 11,52 euro.
Le inchieste aperte sul caso sono due, la prima è della Procura di Trani che, in seguito ad un esposto di Adusbef e Federconsumatori, ha deciso di estendere la sua inchiesta sulla speculazione legata all’azione delle agenzie di rating in maniera tale da andare ad includere anche i movimenti delle ultime settimane.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di attuare un downgrade sul titolo dell’istituto di Piazzetta Cuccia perché convinta del fatto che esista un concreto rischio che i risultati del gruppo risentano non poco dei costi del funding, nonostante il valido supporto dei ricavi.
Secondo quanto riportato da alcune fonti finanziarie, infatti, il consiglio di gestione e il consiglio di sorveglianza del gruppo bancario si riuniranno nel corso del fine settimane, probabilmente già oggi, per predisporre il piano di fusione in forza del quale verranno aggregate le principali banche controllate dal gruppo, ovvero Banca Popolare di Verona, Banca Popolare di Novara, Banca Popolare di Lodi e Cassa di Risparmio di Lucca Pisa Livorno.
Analizzando la situazione europea, comunque, notiamo come anche le altre principali piazze se la passino malino.
La notizia, come anticipato, ha immediatamente riacceso l’appeal speculativo sul titolo, che poco dopo le 11:00 segna un rialzo di oltre tre punti percentuali a quota 0,0639 euro.
A fare la parte del leone sono state le banche con Unicredit che ha centrato il rimbalzo con un +5,89% a 1,222 euro seguita da Intesa Sanpaolo (+3,34% a 1,577 euro), Mps (+5,2% a 0,518 euro), Ubi Banca (+5,52% a 3,672 euro), Bpm (+7,32% a 1,54 euro, su il Banco Popolare (+2,04%) e Mediobanca (+1,46%).
Il settore, con il suo forte peso, trascina con sé gli indici e Milano si conferma la migliore in Europa.
Un risultato positivo che, come sottolinea Equita, l’azienda è riuscita a realizzare nonostante l’assenza di alcuni elementi non ricorrenti, tra cui figura l’internalizzazione del margine di distribuzione in Australia e gli acquisti anticipati in Russia.
La banca d’affari ha spiegato di aver deciso di promuovere la quotazione alla luce del miglioramento delle stime di Ebitda e Ebitda margin sull’anno in corso, dicendosi ottimista sui conti relativi al primo semestre dell’anno e che verranno pubblicati dalla società bergamasca il prossimo 29 luglio.
A Piazza Affari, invece, l’indice Ftse Mib segna una perdita del 4% a 17.562 punti, tornando così ai livelli di 2 anni fa, mentre l’All Share registra una flessione del 3,77%.
A conferma di queste voci è arrivata la richiesta inoltrata ieri dai legali della Cir alla cancelleria del tribunale al fine di ottenere copia autentica della sentenza che ha condannato al risarcimento la società della famiglia Berlusconi. Tale richiesta rappresenta infatti il primo passo per chiedere il pagamento del risarcimento alle banche che hanno prestato a Fininvest una fideiussione di 806 milioni.
A spingere al ribasso la quotazione in Borsa del gruppo editoriale guidato da Marina Berlusconi è stata la sentenza pronunciata lo scorso sabato dalla Corte d’Appello di Milano e che ha condannato Fininvest, società della famiglia Berlusconi, ad un risarcimento pari a circa 560 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti.